Roberto Binaghi, vicedirettore generale di Manzoni, la concessionaria pubblicitaria del gruppo Espresso, svela la sua posizione in merito al caos di Audiradio.
La casa editrice che possiede le emittenti Radio Deejay, Radio Capital e m2o, gran fedele sostenitrice di Audiradio, guarda all’impasse con fiducia e serba diffidenza verso i dati di Eurisko Media Monitor. Le radio del gruppo Espresso hanno sempre confidato nella politica di Audiradio, affidando la misurazione dell’audience ai vari metodi di rilevazione al momento ritenuti opportuni e validi. "Abbiamo sempre aderito alle sue proposte metodologiche e in 7 anni su 10 siamo stati leader della radiofonia privata italiana negli ascolti media giornalieri con radio Deejay e nel 2009 siamo stati leader nei sette giorni", ha dichiarato nell’intervista pubblicata il 7 aprile 2011 dal quotidiano Italia Oggi il vicedirettore generale della concessionaria (foto). E sarebbe proprio per questi motivi che la lotta tra le metodologie di rilevazione in seno ad Audiradio, che vede combattere metodo Cati e metodo Diari, è affrontata dal gruppo Espresso senza riserve e con una sempre più alta propensione all’investimento volto ad ottenere dati sempre più precisi, ricchi, affidabili, e attraenti agli occhi degli investitori pubblicitari. "Abbiamo fatto e stiamo facendo di tutto per salvare Audiradio – ha sottolineato Biraghi – Abbiamo partecipato in tempi recenti a tutte le iniziative per le quali si è cercato di trovare un accordo". Il clima collettivo avvelenato non aiuta, però, la rinascita di Audiradio, perché l’accordo diserta e non si fida in toto della svolta del meter. Infatti, la promessa di Audiradio di tornare a compiere le indagini nel 2012 attraverso l’utilizzo dei meter non sembra sedare gli animi, o quanto meno credere razionalmente ad una ripresa della ricerca. La ratio di tale indomabile situazione risiede nelle diffidenze culturali figlie del collasso di Audiradio. Quindi, l’approccio generale nei confronti del meter è frenato da cautele e sfiducia, poco propense ad abbandonarsi ad uno strumento, forse non realmente salvifico. È un atteggiamento diffuso e pericoloso, non condiviso però dal gruppo Espresso, che dichiara di credere nella ricerca basata sul panel, idonea – a suo modo di vedere – se non a rigenerare in automatico Audiradio almeno a permettere di svolgere di nuovo un’attività di indagine capace di soddisfare gran parte del settore, dando valore aggiunto alla radio, ai contatti e alla qualità dell’ascolto. "Il meter non è la panacea di tutti i mali ma uno strumento al servizio della metodologia", ha ribadito il manager de L’Espresso. La chiave di svolta è nel futuro, pur nell’incertezza della sperimentazione: il “restart” e il progresso della società di rilevazione potrebbero infatti consentire l’uscita dall’impasse. Tuttavia, Audiradio farà bene a velocizzare ogni procedura, perché più tempo passa più è elevato il rischio che concorrenti possano presidiare l’indispensabile servizio, come ha dimostrato Eurisko i cui dati sull’ascolto radiofonico nazionale sono al momento l’unico strumento disponibile in grado di soddisfare i bisogni informativi. Non ci sarebbero pregiudizi secondo il vicedirettore generale, ma Media Monitor è palesemente incomparabile ad Audiradio, in quanto a causa della struttura del campione di rilevazione, non è in grado di rappresentare adeguatamente gli ascolti delle radio in Italia nei confronti degli utenti pubblicitari. La ricerca di Eurisko è oggettivamente incontestabile, ma è la finalità che stona, e crea un costante lievitare dei contrasti interni ad Audiradio. "I dati non sono comparabili con quelli di Audiradio e le differenze fanno emergere non un problema nostro, ma mettono in dubbio la qualità della ricerca Eurisko", ha osservato Biraghi a riguardo del ridimensionamento delle emittenti dell’Espresso mostrato dalle rilevazioni Eurisko. L’esplosione dei dati di Eurisko, infatti, ha creato un terremoto perché differenti da quelli di Audiradio. L’incertezza numerica, secondo il vicedirettore, però è unicamente imputabile alla qualità della ricerca Eurisko, quindi messa in dubbio. Di conseguenza, i dati di “rimpiazzo” comunicati da Media Monitor – come ha affermato Roberto Binaghi – "non sono credibili e non sono creduti". Da qui, forse, dovrebbe ripartire l’autostima di Audiradio. (C.S. per NL)