Radio DeeJay regina dello streaming online. Ha creato un grande interesse l’articolo di ieri sull’elaborazione dei dati Audiweb (settembre 2017) sugli ascolti radiofonici italiani via IP, che hanno assegnato un fenomenale risultato a Radio DeeJay (1.269.000 utenti unici), con una crescita del 23%, ed un boom di Radio 105 (+53%, con 692.000 utenti unici), oltre ad attribuire un buonissimo risultato per Radio Italia (+30% con 472.000 utenti unici).
In realtà, dovrebbe far riflettere il fatto che il dominatore assoluto è comunque Spotify, con 5.123.000 utenti unici ed una performance del +32%: un indicatore molto importante sul fatto che probabilmente (Elemedia e Radiomediaset a parte) gran parte degli operatori sta sottovalutando l’impatto dell’IP sull’ascolto radiofonico nel nostro paese.
In altri termini: se senza particolare convinzione le citate radio hanno totalizzato dati così rilevanti, cosa accadrebbe se puntassero con maggiore determinazione in tale direzione?
Ma c’è un altro aspetto dei dati che merita attenzione: il crollo di TuneIn, sceso del 66%, con una modesta collocazione a 49.000 utenti unici. Certo, può essere che altri aggregatori con forte incidenza in Italia abbiano contribuito, ma è più probabile che la motivazione sia da ricondurre al gigantismo del colosso USA, che mal si presta ad una gestione locale valorizzata.
L’utente italiano, a quel che sembra, pare apprezzare di più prodotti chiaramente identificabili, dove scegliere i contenuti preferiti, che un immenso discount indifferenziato. Un segnale molto importante sulla validità della formula “brand bouquet” che, guarda caso, è proprio quella su cui hanno deciso di puntare i superplayer IP Radio Deejay (Elemedia, che nella specie vede un ruolo primario di Gianluca Costella) e Radio 105 (Radiomediaset). (E.G. per NL)