Secondo gli analisti del medium radiofonico, il 2009 potrebbe essere l’anno dei grandi stravolgimenti nel panorama nazionale. Entro la fine della corrente annualità, complice la crisi, ma anche estesi fenomeni di assestamento giunti a maturazione, potrebbero cambiare proprietà alcune stazioni nazionali (non è a riguardo stata priva di eco la manifestazione d’interesse di Monradio di acquisire altre emittenti, in aggiunta a Radio 101). Ma se è abbastanza semplice intuire quelle che potrebbero essere le emittenti sul mercato in tal senso appetibili, più complesso è analizzare le dinamiche relative al settore pubblicitario, che pure sarà oggetto di ridistribuzione di equilibri, magari attraverso alleanze, joint-venture o successioni in concessionarie. Quel che è certo è che – a dispetto di voci prive di fondamento – i grandi gruppi multimediali non ci pensano nemmeno a privarsi in tutto o in parte del medium radiofonico, quand’anche esso non fosse redditizio. E ovviamente ciò non è, in quanto il mezzo radiofonico è quello che meno sta subendo gli effetti della crisi economica. Diversamente facendo, infatti, essi pagherebbero un prezzo salatissimo nel già devastato mercato borsistico, che punirebbe pesantemente l’alienazione di uno dei assetti più promettenti nell’immediato e nella prospettiva di una ripresa economica non lontana. E’, anzi, probabile che qualcuno, pur con comprensibili difficoltà, punterà a rafforzare la propria consistenza radiofonica, allo scopo di consolidare il proprio appeal nel mondo finanziario, lanciando segnali positivi al mercato.