Radio. Ibridizzazione con tv premiante. Ma FM è ancora importante (tranne per i brand bouquet). Futuro sarà però solo nei contenuti

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In attesa di conoscere i dati sull’ascolto radiofonico in Italia elaborato dal Tavolo Editori Radio nella sua prima, sofferta, indagine, effettuiamo alcune riflessioni sul fenomeno dell’ibridizzazione della radiofonia, che, rimanendo in tema di rumors inerenti le rilevazioni, pare abbia notevolmente premiato alcuni soggetti tra i più attivi sul tema della visual radio.
Ne parliamo con Max Pandini, nome noto del settore radiotelevisivo con esperienze importanti presso alcuni dei principali brand italiani ed amico di vecchia data di questa testata.
(Domanda NL) Allora Max, cosa pensi della ibridizzazione della radio nella tv (e magari viceversa)?
(Risponde MP) “Ho seguito fin dal nascere i progetti di convergenza radio-tv-internet grazie ad RTL 102.5 dove già nel 1999 eravamo partiti con il progetto Hit Channel, di fatto la prima esperienza di dialogo tra radio e televisione. Passato lo choc iniziale, con tutta la squadra e quindi anche io che seguivo la parte produzione e programmazione, abbiamo dato fiducia alla indiscussa genialità dell’editore, passo dopo passo costruendo quello che oggi è un successo oggettivo. max pandini 1 256x300 - Radio. Ibridizzazione con tv premiante. Ma FM è ancora importante (tranne per i brand bouquet). Futuro sarà però solo nei contenutiProprio grazie a questa case history penso partano alcune riflessioni che mi fanno vedere di buon occhio l’interazione tra i mezzi di diversa natura: siamo nella società del Melting Pot, del mondo senza confini, non vedo perché dovremmo confinare media di origini diverse ma che alla fine hanno un ampio terreno in comune. Il principio a cui penso con i relativi benefici è senza dubbio: stai in tutti i mezzi dove puoi stare. Questo sposta il baricentro del business dal mezzo al contenuto, al marchio, venendo meno l’importanza del ‘dove’ viene veicolato ed è più che positivo perché segue i ritmi della gente lungo la giornata e il marchio e contenuti di un produttore seguono i diversi ambienti da cui vengono fruiti”.
(D) Allo stato ci sono quattro/cinque modelli di radiofonia sulla tv: solo audio e audiografica; prodotti totalmente distinti (es. Radio Italia Tv), prodotti completamente sovrapposti (RTL) e prodotti parzialmente sovrapposti (cioè con specificità differenti a seconda dei momenti). Che ne pensi?
(R) “​Il successo della Radiovisione di RTL 102.5 mi fa pensare indubbiamente al modello 24/7 simultaneo, anche se è un meccanismo complesso, molto delicato e con importanti equilibri sia di produzione che di emissione​. Richiede molta professionalità e un lavoro importante che non tutti possono permettersi. Lo schema parzialmente sovrapposto potrebbe essere molto interessante, in quanto meno impegnativo e che consente anche un’area ‘relax’ dalle parole soprattutto per chi ha la diffusione nei locali. Il cliché dell’audiografica sta dando dei risultati che onestamente non mi aspettavo: seguo la produzione di Radio Classica, che già di suo è un prodotto ricercato ed appetibile e da quando è partita la sperimentazione (in audiografica), probabilmente molto vicina alla fruizione domestica del target di questo prodotto, i conduttori e la redazione ricevono sempre più riscontri di gente che segue le trasmissioni via tv e che non sarebbe raggiunta dall’FM”.Radio Classica DTT 300x158 - Radio. Ibridizzazione con tv premiante. Ma FM è ancora importante (tranne per i brand bouquet). Futuro sarà però solo nei contenuti
(D) Esistono formati non coltivati che permettano di andare oltre la ripresa del conduttore davanti al microfono quale intermezzo della veicolazione di videoclip sovrapposti all’audio FM?
(R) “​Credo che questo faccia un po’ parte della creatività artistica di chi gestisce il prodotto. La tecnologia non pone limiti e sicuramente ci sono dei formati inesplorati che vanno oltre il semplice conduttore davanti al ​microfono. Già negli anni 80 c’erano esperimenti di antenati dell’attuale convergenza tra mezzi, soprattutto in TV senza contemporanea radio. Ricordo Coloradio con Mixo, alcuni programmi di Video Music, e poi c’era la contemporaneità Radio-Tv con il Be Bop A Lula di Red Ronnie su Radio Deejay, ma anche il famoso Deejay Television notturno in contemporanea radio Tv, quest’ultima per la prima volta in stereofonia. Questo per dire che spazi di creatività ce ne sono, l’importante è restare all’essenziale senza strafare, cioè preoccuparsi che il prodotto sia un servizio per l’ascoltatore e non solo una libidine personale di chi lo fa“.
(D) Come vedi il futuro radiofonico imminente (cioè entro 5 anni) e quello a lungo termine (tra 5-15 anni)?max pandini 3 292x300 - Radio. Ibridizzazione con tv premiante. Ma FM è ancora importante (tranne per i brand bouquet). Futuro sarà però solo nei contenuti
(R) “Secondo me nel breve periodo vivremo ancora un po’ di confusione data dall’assestamento: il mercato non ha ancora ben chiaro dove andare e soprattutto molti non hanno ancora recepito l’importante input che per evolvere e crescere bisogna sapersi mettere in discussione e mettere in discussione tutto ciò che si è acquisito, per sganciarsi da vecchi schemi e restare nell’attuale proiettati al futuro. Sicuramente nel lungo termine la radio sarà sempre più ibrida: come ho detto prima l’importanza oggi è finalmente per i contenuti, venendo sempre meno il mercato anomalo delle risorse tecniche. Trovo veramente fuori luogo chi ritiene che la radio sia soppiantata dai device moderni, perché non ha capito che la radio non è più legata al mezzo di diffusione, ma anche ascoltare la radio dallo smartphone con un altro mezzo di distribuzione è sempre fruire del servizio radiofonico. Oltretutto i nuovi device da cui è possibile ricevere programmi radiofonici, portano il mezzo in posti dove prima non arrivava: mi capita di ascoltare la radio ogni giorno in metropolitana per esempio, dove la diffusione FM non arriva, o in galleria. Fra l’altro questa è la perfetta dimostrazione di come i mezzi di distribuzione sono alleati e non antagonisti nel dare valore al prodotto radiofonico, per cui i fiumi di parole che si spendono sull’FM e il suo futuro sono perdite di tempo. Conteranno sempre di più contenuti e marchio, sempre meno i mezzi. A tal proposito ho firmato un articolo per il mensile Class che uscirà subito dopo Natale, dove parlerò proprio di questo, aiutato anche da interviste a editori radiofonici ed operatori del settore. ​Per dare al prodotto ‘radio’ sempre più il valore che si merita serve rafforzare la qualità del reparto vendite e monetizzazione del mezzo, ma anche disporre di strumenti di rilevazione degli ascolti sempre più dettagliati ed affidabili. Forse su questi aspetti dovremmo riprendere a fare quello che facevamo negli anni 80, cioè essere un po’ meno nazionalisti e osservare i modelli di altri paesi europei e oltre oceano, dove al mezzo radiofonico si danno valori ben più quotati se pur con cifre di riscontro inferiori”.

(D) Si può fare oggi una radio con dignità d’impresa senza l’FM?
(R) “Il mercato non è ancora pronto, e la principale responsabilità la do a quel settore della radio che si occupa della monetizzazione del mezzo: sono poche le persone che hanno il talento e la capacità di rinnovarsi per sganciarsi da vecchi modelli e iniziare a creare modelli di business diversi. Ad oggi l’FM continua a dare la visibilità maggiore: è immediata, facile da fruire e largamente diffusa, ma soprattutto entra ancora molto facilmente nelle automobili, che rappresentano la maggiore percentuale dell’ascolto radiofonico​. E’ altrettanto vero che l’FM non è più esclusiva e ci sono esempi di emittenti solo digitali, senza FM che fatturano centinaia di migliaia di euro con picchi di ascolto paragonabili a quelli di una regionale italiana FM ben quotata. Anche di questo parlerò nell’articolo in uscita su Class. Così come gli amici di radio Kiss Kiss mi raccontano di un successo sempre crescente della loro esperienza di radio Napoli che pur non disponendo di una grossa rete FM, ha ottimi riscontri e non solo in Italia”. (E.G. per NL)

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