L’affermazione del DAB+ sulle nuove vetture – in Italia ci sono 39 milioni di automobili, con una sostituzione annuale media di 1,5 mln (con oltre 10 mln di ricevitori digital audio broadcasting) – sta progressivamente limitando la fruzione della modulazione di frequenza, in molti casi discriminata dalle selezioni delle autoradio digitali. E sta introducendo un nuovo problema, al solito tutto italiano: quello del miglior posizionamento delle stazioni negli elenchi attraverso caratteri speciali.
Come sul DTT
Un film già visto in tv (con i logical channel number, LCN) e sugli aggregatori di flussi streaming, che suggeriscono elenchi di stazioni dove essere al primo o al 30° posto fa una grande differenza, considerata l’indolenza degli utenti ad andare oltre a quanto immediatamente reso disponibile. Si pensi solo al successo della funzione suggerimento di Netflix, per comprendere la portata della questione.
Ricerca estenuante
Partiamo dalla prima considerazione: l’ampliamento dell’offerta. Le nuove autoradio somministrano all’utente un elenco di stazioni DAB+ ricevibili in una data zona. Un’offerta ormai costituita, nella maggioranza dei bacini italiani ad elevata rilevanza demografica, da decine e decine di stazioni che si integrano a quelle FM (a Milano, l’offerta, tra analogica e digitale, al netto delle sovrapposizioni, è ormai di oltre 150 emittenti).
Marginalizzazione emissioni solo FM
Ora, la maggioranza dei sintonizzatori delle nuove auto effettua uno switch automatico della stessa stazione su FM qualora l’emissione DAB+ non sia (più) fruibile (passaggio che, a breve, sarà integrato da quello, ulteriore, allo streaming). Ma la ricerca di un contenuto presente solo in FM è manuale.
Menù? No, grazie
Cioè l’utente deve individuare la stazione preferita diffusa solo in modulazione di frequenza agendo sul menù dell’autoradio.
Utente indolente
Un menù non sempre intuitivo e che costituisce, comunque, un deterrente, visto che, di solito, demotiva l’ascoltatore. Il quale, quasi sempre, concentra la fruizione sui contenuti digitali già elencati dall’autoradio.
Elenchi
E così arriviamo alla seconda considerazione: l’elencazione delle stazioni, che avviene di norma per ordine alfanumerico. Qui si presentano una serie di problemi, già affrontati su queste pagine a riguardo delle emissioni streaming sugli aggregatori o sugli smart speaker, dove sono presenti centinaia di stazioni. Il primo è, come detto, il posizionamento.
Caratteri forti
Per scalare i primi posti, alcune emittenti hanno quindi adottato la scelta (che – quanto ci risulta – non ha equivalenti in altre nazioni, quantomeno per la diffusione via etere) di far precedere al nome un elemento dei cd. caratteri speciali (asterischi, cancelletti, aprostrofi, ecc.) favorendo la collocazione ai vertici dell’elenco. Uno stratagemma che, a prescindere dalla sua inutilità qualora tutti lo adottassero, su sollecitazione di altri editori, a quanto riferito a NL, sarebbe sul tavolo del Ministero delle imprese e del made in Italy.
Asterisco Radio Pippo
Il quale sarebbe stato sollecitato ad imporne la cessazione o l’adozione direttamente nella denominazione per preservarne l’impiego (quindi l’improbabile “Asterisco Radio Pippo“).
Alfabetizzazione
E’ però evidente, in presenza di brand non veramente consolidati sul bacino di riferimento, l’importanza del nome che, oltre alla questione alfabetica rilevante per il posizionamento ed all’impiego di caratteri speciali, deve essere rappresentativo del contenuto. Sul punto, abbiamo già evidenziato, a riguardo della radio IP, quanto sia decisivo per l’utente conoscere già dal nome il contenuto presumibile della stazione (cd. omen nomen).
Vita dura per nomi di fantasia o privi di attinenza col contenuto
Nomi di fantasia non evocativi del contenuto, così come l’ormai superfluo suffisso “Radio”, avranno pertanto vita sempre più complicata in presenza di un’offerta somministrata attraverso elenchi sempre più lunghi. (E.G. per NL)