Radio Deejay ha festeggiato 37 anni di attività con un evento al Milano Innovation District (area Expo) che ha accolto circa 34 mila spettatori.
“L’elemento che fa davvero la differenza e segna una svolta, nella serie di eventi che ormai ogni emittente organizza, è la personalità della radio che deve permeare l’evento“, ha dichiarato il direttore artistico Linus, intervistato dal quotidiano Italia Oggi.
Un punto, quello della personalità della radio, che il direttore di Radio Deejay paragona a alla radio digitale: “Va bene moltiplicare l’offerta online (il brand bouquet, fenomeno radiofonico del momento insieme alla visual radio, ndr) ma serve sempre un marchio forte per attirare gli ascoltatori. Non bisogna inseguire il target perché ogni radio ha il suo naturale bacino d’utenza”.
Quindi, è giusto che si dia spazio ad una nuova generazione di eventi e modi per promuovere un’emittente. Il conduttore di Deejay Chiama Italia scommette sui podcast: “In Italia siamo ancora un po’ indietro, ma la serialità dei podcast può piacere ai giovani, un po’ come se fosse una Netflix radiofonica”. Sulla visual radio, Linus si presenta invece un po’ più cauto: “I canali tv delle radio è meglio averli che non il contrario, ma non sono l’unica strada da percorrere per il futuro”.
Il 26/07/2019 usciranno i dati d’ascolto inerenti al primo semestre e le aspettative di Linus non contemplano il voler essere per forza la prima radio nazionale, ma almeno riuscire a mantenere i 5 mln di ascoltatori: “Noi abbiamo il nostro posizionamento, mentre gli altri sono più trasversali, anche se alla fine noi fatturiamo di più…”.
Se ha festeggiato Radio Deejay, va detto però che tutto il comparto radiofonico Gedi (che comprende anche Radio Capital ed m2o) può effettivamente dirsi soddisfatto, essendo il settore più redditizio delle attività del gruppo.
I ricavi derivanti dal polo news network, che include La Stampa, Il Secolo XIX e altre testate locali, infatti, hanno prodotto nel 2018 un risultato operativo di soli 13,5 mln di euro su 254,1 mln di fatturato. La peggior divisione in assoluto è stata quella di quotidiani e periodici (che comprende L’Espresso e La Repubblica), che ha chiuso il 2018 con un risultato operativo in rosso di 43,6 mln.
Invece, l’area radio – che già nel 2017 aveva guadagnato 59 mln e aveva distribuito dividendi ai suoi azionisti per 11,2 mln – ha chiuso il 2018 con 62 mln di ricavi (+5,2% rispetto al 2017). (D.D. per NL)