Gremita (come peraltro previsto) la Sala Pirelli presso il palazzo omonimo milanese che ha ospitato il 17/01/2018 il convegno “La Radio fra informazione e intrattenimento. Ieri, oggi, domani”.
L’evento è stato introdotto da Luca Marsico, consigliere regionale, presidente della Commissione Ambiente e Protezione Civile e moderato da Patrizia Cavallin (station manager di Otto FM) e da Paolo Costa.Il consesso ha visto molti interventi, partiti dal tema “Dalla Radio locale alla RAI” lungo il “cammino professionale” di Massimo Donelli e Alberto Mentasti (TGR Milano), che, iniziando dalla loro militanza nelle radio libere “impegnate” degli anni ’70 (Radio Supervarese e Radio Varese, l’attuale Radio Padania) hanno rimarcato l’importanza dell’identità storica di alcuni brand informativi (quale il Gazzettino Padano) e del collegamento col territorio in un mondo sempre più globalizzato. Argomento poi ripreso in parte da Luca Levati (Radio Lombardia), col suo intervento intitolato “Il legame tra radio e territorio”, che si è posto a cavallo tra il passato (con aneddoti sugli esordi di Levati a Radio Montevecchia) ed il presente/futuro, con la necessità della radio odierna di interagire con social media e comunque un contesto socio-cultural-tecnologico in corso di rapido mutamento.
Dario Ceccarelli e Marta Cagnola (entrambi di Radio 24) hanno gestito in tandem il tema “Informazione, spettacolo e intrattenimento (quali confini)”, illustrando le specifiche esperienze (anche con l’ausilio di contributi audio) e sottolineando la particolarità del giornalismo radiofonico, che presuppone l’impiego di un layout che non può essere il medesimo di altri mezzi di informazione. Il futuro della radiofonia è stato invece trattato da Massimo Lualdi (Consultmedia e Newslinet) con un intervento dal titolo “La radio e le sfide del futuro – La Radio 4.0 e la multipiattaforma” (qui il video integrale), cui ha fatto seguito quello di natura storica di Gerry Bruno “Da dove siamo partiti (L’epopea delle radio libere)”. E proprio Gerry Bruno è stato oggetto di una premiazione a sorpresa in occasione dei suoi sessanta anni di carriera, con grande tributo da parte del pubblico ed una evidente commozione del protagonista, che nella sua esposizione ha tracciato il suo percorso radiofonico da Radio Stramilano a RTL 102.5 passando per Radio Milano International e Top Italia Radio. Massimo Valli (RMC) e Alberto Davoli (R 101) hanno invece animato l’argomento “La radio negli anni (la comunicazione liquida e i social network)”. Valli, in particolare, ha farcito il suo intervento con dichiarazioni interessanti (“Siamo schiavi del clock orario” e “dovrebbe essere consentito un maggior margine di manovra ai conduttori, soprattutto quelli dotati di notevole trascorso, che invece vengono spesso marginalizzati sul punto“), mentre Davoli ha illustrato lo stato dell’arte della conduzione radiofonica.Nuovo ritorno al futuro (ma con un piede nell’attualità) di Simone Zani (All Music Italia), col tema “Le nuove frontiere: l’evoluzione tecnologica”, che ha trattato di alcuni casi significativi di emittenti web riallacciandosi però anche alla sua esperienza d’esordio con una radio locale del Lago Maggiore (Verbania).
La copertura radiotelevisiva dell’evento è stata garantita da Radio Radio TV (in DTT in Lazio, Umbria e Lombardia – dove è recentemente approdata sul canale 676 – e su Sky sul canale 826 e in FM nel centro Italia), presente con propri giornalisti. E proprio l’editore di Radio Radio, Fabio Duranti – che dietro le quinte ha annunciato importanti novità tecnico-editoriali per l’emittente (che evidentemente non casualmente era a Milano) – ha tenuto un intervento fuori programma in conclusione di convegno, su temi particolarmente scottanti, come quello delle indagini d’ascolto radiofoniche (qui il video).
Non sono mancate alcune note critiche, come quelle del giornalista Andrea Rivetta che via social ha evidenziato come, comunque, il consesso sia stata un’occasione persa: “Non sarebbe stato più produttivo portare testimonianze e case histories da cui trarre idee, proposte e riflessioni praticamente utili?. Non è che la radio italiana, oggi come ieri, in questo ruolo da “bella e incompresa” ci si crogiola? O invece un convegno così vien fatto perché a livello professionale avanzato si pensa che non ci sia nulla da dire?”. (E.G. per NL)