“Un tempo l’ascoltatore cercava la radio e la trovava in FM, sulla scala parlante. Poi è arrivato il radio data system, primo sistema che si sostituiva all’utente evitandogli di girare la manopola. Oggi l’ascoltatore in auto non sa più se sta ascoltando FM, DAB+ e in qualche caso IP. Il sistema gli propone un elenco di stazioni tra quelle disponibili su varie piattaforme, ignote alla gran parte dell’utenza. L’ascoltatore sta dimenticando il concetto di frequenza, perché privo di senso. Ma si tratta di un passaggio ancora intermedio, in quanto tra non molto l’intelligenza artificiale dell’automobile suggerirà la radio per lui (utente) ideale a seguito della profilazione. E anche l’elenco delle stazioni, quindi, sarà personalizzato. Diverso per ognuno di noi“.
La pagella di Giornale Radio
Così Domenico Zambarelli, editore di Giornale Radio, la all news che ha debuttato all’inizio del 2020 e che ora si appresta a ricevere la prima pagella pubblica dell’indagine TER.
Personality
“Siamo fiduciosi: il brand Giornale Radio è forte e le personality che abbiamo coinvolto sono firme conosciute ed importanti nel panorama giornalistico italico. I feedback dai social sono molto positivi.
Il nuovo mondo
Certo che dall’ultima volta che ho fatto radio – e parliamo di meno di dieci anni fa – il medium è completamente cambiato. Un tempo l’investimento più importante era quello della rete di diffusione FM. Oggi occorre essere presenti ovunque.
Eterogeneità
Già l’IP è eterogeneo, tra app, aggregatori, sito e socialcasting. Altrettanto è la tv: dobbiamo esserci sia su DTT che su IP, ma anche sul sat. Per questo abbiamo integrato la diffusione su Tivusat (canale 62) e Sky (canale 728). Occorre intercettare l’ascoltatore di passaggio. E per questo la presenza su qualsiasi piattaforma è fondamentale”, conclude Zambarelli (E.G. per NL).