Domenico Zambarelli, editore di Giornale Radio: “La modulazione di frequenza non è imprescindibile: rappresenta ormai solo un gate verso le piattaforme digitali. Investiremo su DAB+. Confermiamo grande apporto del DTT. Contiamo di raggiungere il break even già nel 2022. Radioplayer? Mah…
Giornale Radio
Lanciata un anno fa all’inizio della pandemia, Giornale Radio rappresenta una delle novità più interessanti nel panorama mediatico italiano.
Lato editoriale, si tratta di un servizio pubblico sostanziale, che presidia un’area lasciata scoperta da altri blasonati enti. Come l’erogazione di notizie nazionali e internazionali approfondite, senza commenti o bias. E tutto questo a ciclo continuo, sulle 24 ore.
Radio?
Lato mediatico, Giornale Radio è il primo progetto di portata nazionale a nascere 100% digitale e non come emanazione di una rete radiofonica legacy. Non si potrebbe neppure chiamarla “radio”, trattandosi anche di un portale all news, un canale DTT ed un aggregatore di podcast tematici.
Prima volta
Finora nessun marchio si è imposto a livello nazionale senza partire da una solida base su uno dei media tradizionali. Sarà dunque molto importante verificarne i risultati alla pubblicazione della prossima rilevazione TER.
Intervista esclusiva
Nel week-end del primo maggio, in una redazione attiva come ogni altro giorno dall’anno, abbiamo avuto l’occasione di intervistare l’editore, Domenico Zambarelli e la sua prima linea: lo station manager Marco Biondi e l’editorialista e coordinatore della redazione Daniele Biacchessi.
Un esordio difficile
(Newslinet) – Giornale Radio, la prima all news italiana di “notizie pure”, è stata presentata a fine gennaio 2020. Un mese dopo è scoppiato Covid. Tante difficoltà. Ma anche una grandissima opportunità informativa…
(Domenico Zambarelli) – Sì. Un esordio difficile, anche perché il motore produttivo ha dovuto essere immediatamente spinto alla massima potenza. Con tutte le difficoltà del caso. Tuttavia, un battesimo di fuoco come quello avuto col Covid ci ha temprato. Al punto che, solo 6 mesi, dopo avevamo maturato un know how importante….
Una radio che “sta sul pezzo”
(NL) – Come è cambiata Giornale Radio dal suo esordio?
(Daniele Biacchessi) – Provengo da una esperienza radiofonica lunga 45 anni, sempre imperniata sulla radio d’informazione. Il progetto editoriale di Giornale Radio è affascinante perché non parte dalla sola FM, ma cerca di utilizzare tutte le piattaforme possibili. Quando sono arrivato nel dicembre 2020 ho pensato quindi che si dovessero realizzare maggiori contenuti di attualità. Come si dice: “stare sul pezzo”.
De Carlo, Veneziani, Mangone, Massardo
Alle rassegne stampa di Lapo De Carlo (nazionale, locale e sportiva) e Marco Veneziani (internazionale), abbiamo aggiunto il mio corsivo quotidiano, Il timone (dieci notizie principali della giornata, quello che gli utenti vedranno diverse ore dopo in Tv e leggeranno il giorno dopo sui giornali). Ma anche il pezzo scritto di apertura per il sito, le rubriche di pubblica utilità di Vichy Mangone, la rassegna stampa dei periodici di Francesco Massardo. Oltre ad una mole immensa di giornali radio.
L’idea è quella di essere complementari e alternativi all’informazione mainstream.
Un contatto diretto con gli ascoltatori grazie a social e web
(NL) – In attesa dei dati pubblici TER, indagine alla quale vi siete iscritti, quali sono i feedback dell’utenza?
(Marco Biondi) – Siamo molto contenti dei riscontri che stanno arrivando: l’interesse e la fiducia di chi ci segue li avvertiamo ogni giorno, grazie al contatto diretto che abbiamo sui nostri canali digitali, sui social e in generale sul web. Ma anche grazie anche alla tv, davvero molto seguita.
Fiduciosi nel dato TER
Siamo curiosi di verificare anche gli ascolti che arriveranno dall’FM, sicuramente una piattaforma oggi ancora importante. Avvertiamo una fedeltà di ascolto interessante. Soprattutto verso alcuni nostri programmi che stanno diventando una parte trainante e solida nel nostro palinsesto.
Analogico non è imprescindibile
(NL) – Siete partiti come radio esclusivamente digitale. Ma a un certo punto avete affiancato la diffusione FM. L’analogico è ancora imprescindibile?
(D.Z.) – No, non è imprescindibile. Ma utilizzarlo velocizza l’affermazione di un brand. Rimaniamo convinti che l’anima di Giornale Radio sia digitale. E infatti stiamo investendo molte delle risorse sul digitale rispetto all’analogico. Tuttavia, abbiamo deciso di presidiare alcune aree strategiche con impianti FM. All’insegna del principio della multipiattaforma.
L’FM ormai solo un gate verso le piattaforme digitali
Secondo noi la modulazione di frequenza è oggi e sarà sempre di più solo un gate per le piattaforme digitali. Tra le quali la diffusione Dab. Da cui riceviamo sempre più riscontri dalle 30 province coperte.
Break even nel 2022
(NL) – Un prodotto come Giornale Radio sarà costoso. Quando è previsto il break-even?
(D.Z.) – Giornale Radio costa, certamente. Ma molto meno di quanto costava ai tempi Radio Donna. Le tecnologie digitali e l’ottimizzazione delle risorse (anche attraverso l’outsourcing) ci hanno consentito di realizzare un prodotto che ci viene riconosciuto essere di buona fattura a costi sostenibili. Tanto che abbiamo collocato il break-even già nel 2022.
Un format all news immediatamente riconoscibile
(NL) – In Francia il canale in radiovisione France Info (all news, come Giornale Radio) è in continua crescita e si posiziona ormai come terza radio più ascoltata, con una crescita di 600.000 ascoltatori solo nel corso dell’ultimo anno. Non temete che qualche grande gruppo se ne accorga e tenti di replicare il vostro modello?
(M.B.) – Il nostro modello è certamente replicabile, come del resto lo è ogni modello già esistente. Poi dipende come viene realizzato. Per creare questo formato abbiamo studiato molto, testato varie soluzioni, provato molte situazioni differenti.
Identità
Stiamo lavorando per cercare di creare un formato radiofonico con una sua identità ben precisa. Chi accende Giornale Radio credo già ora ci riconosca subito per uno stile ben preciso dei nostri giornalisti, per un vestito sonoro ben identificabile e per un modo di presentarci al pubblico molto sincero ed obiettivo. Il lavoro da fare è sicuramente ancora molto e il nostro modello è in continua evoluzione.
Non solo outsourcing
(NL) – Una buona parte della vostra produzione informativa è in outsourcing. È un modello che preserverete anche in futuro?
(M.B.) – Sì. Anche se verrà affiancato da altre soluzioni su cui stiamo lavorando. Giornale Radio è un progetto in evoluzione. Nei prossimi mesi ci saranno molte novità su più fronti, sia a livello di produzione, sia artistico che di contenuti.
Certamente però lavorare in outsourcing si è rivelato molto interessante. Ed è un metodo che continueremo ad utilizzare al meglio
L’italia non è pronta per un canale all news finanziario
(NL) – Negli USA Bloomberg Radio (dedicata al 100% all’economia) è leader in una nicchia molto redditizia. In Francia BFM Business è una all news finanziaria con uno zoccolo duro di ascoltatori. Nella vostra offerta manca invece un prodotto economico/finanziario…
(D.B.) – Il mercato italiano radiofonico non può essere paragonato, nemmeno alla lontana, a quello francese e americano. In quei paesi la tradizione di radio all news, talk news, e più in generale di informazione generalista e specializzata ha una storia assai più longeva e vitale.
Radio Popolare, Radio Radicale, Italia Radio, Radio 24 e ora Giornale Radio
Le uniche esperienze di radio private di informazione, o con prevalenza di parola, sono state Radio Popolare, Radio Radicale, Italia Radio, Radio 24 e ora Giornale Radio. Ognuno ha trovato strade diverse, ma sempre su una linea generalista. L’informazione radiofonica economico-finanziaria in Italia è carente, perché non ha trovato un suo posizionamento sul mercato, un suo pubblico specializzato che è a mio avviso limitato sul piano numerico.
Canali specializzati
Diverso è affermare che all’interno di un progetto generalista si possa mettere in campo informazione economica di qualità e poi tentare di posizionarla sul mercato specializzato. Un canale radiofonico specializzato sarebbe ascoltato in Italia da un numero di ascoltatori insufficienti per un pur minimo ritorno finanziario. Almeno ad oggi.
L’apporto dei vari canali all’ascolto di Giornale Radio
(NL) – DAB, DTT, IP e FM: suddividiamo a grandi linee l’apporto….
(M.B.) – Direi che potrebbe suddividersi attualmente in queste percentuali: 15% DAB, 35% DTT/OTT, 30% IP, 20% FM)
Gli aggregatori
(NL) – Siete presenti su tutti gli aggregatori tranne che su Radioplayer. Nonostante siate una stazione concessionaria FM e quindi coi requisiti per aderirvi. Come mai?
(D.Z.) – Abbiamo regolarmente avanzato domanda per l’inserimento, ma senza ricevere riscontro per molte settimane. A seguito del tardivo riscontro, ricevuto solo pochi giorni fa, decideremo come operare.
Giornale (Radio) Tv
Teniamo molto anche al lavoro in video sia in televisione che sul sito e l’applicazione. Alla distribuzione areale di Giornale Radio Tv nel Nord Italia sul DTT affiancheremo un canale satellitare su Hot Bird 13 gradi est con veicolazione sull’aggregatore TV Sat a partire da Giugno 2021.
Nel ringraziare NL per questa opportunità, invito tutti a entrare nel nostro sito, che da semplice punto di distribuzione dei flussi radio è diventato da febbraio un riferimento sia per la lettura di notizie testuali sempre aggiornate sia per l’ascolto, in parallelo con gli aggregatori specializzati, di produzioni podcast di ottimo livello. (M.H.B. per NL)