Anna Maria Genzano (RTL 102.5): Il mondo è ormai cambiato da diversi anni, ma solo negli ultimi gli editori radiofonici italiani privati hanno capito che è giunto il momento di deporre le armi e fare sistema per affrontare una concorrenza impari.
Non è normale che da luglio 2022 (data del Piano DAB+) ad oggi il settore locale sia ancora totalmente sprovvisto di diritti d’uso e vada avanti con autorizzazioni sperimentali (autorizzazioni che in realtà nulla hanno a che fare con il DAB e riguardano altre forme di sperimentazione), mentre quello nazionale debba essere costantemente impegnato a difendere i diritti d’uso ricevuti…
I consorzi locali non devono accontentarsi: devono pretendere i diritti d’uso definitivi e sviluppare le reti su quelle risorse.
Gli interventi
Prosegue la pubblicazione degli approfondimenti di NL coi principali protagonisti del World Radio Day 2024. Come anticipato nell’intervista con Marco Lanzarone di RAI, oggi dedichiamo spazio al pregevole intervento di Anna Maria Genzano, responsabile dei rapporti istituzionali della prima radio italiana, RTL 102.5.
Concorrenza impari
(Newslinet) – Quanto è importante la difesa del “capitale reputazionale” della radiofonia?
(A.M. Genzano) – Il mondo è ormai cambiato da diversi anni, ma solo negli ultimi gli editori radiofonici italiani privati hanno capito che è giunto il momento di deporre le armi e fare sistema per affrontare una concorrenza impari.
Il capitale reputazionale
Quello che prima di tutto non dobbiamo mai perdere di vista è la difesa del nostro “capitale reputazionale”, cioè l’insieme di tutti quei valori (credibilità, affidabilità, trasparenza, gratuità…) che fanno parte del DNA del mezzo radiofonico.
Distrazione verso i nuovi media
Forse ci siamo innamorati troppo dei nuovi media e per un attimo abbiamo perso di vista quel che siamo, ma soprattutto quello che abbiamo e che altri non hanno.
Plus ultra
E che rappresenta un nostro punto di forza da valorizzare.
Lineare & on demand
Inoltre, noi siamo gli unici in grado di affiancare ai contenuti lineari, diffusi su piattaforma tradizionale broadcast, un’offerta di contenuti on-demand, diventando così, nel nostro piccolo, degli OTT.
Usare le piattaforme, non farsi usare
Dobbiamo, quindi, continuare ad essere sempre più ambiziosi e, come dico spesso, dobbiamo essere bravi ad usare le nuove piattaforme, ma mai farci usare.
Il freno della burocrazia
(NL) – Ci siamo impantanati?
(A.M. Genzano) – Purtroppo, come spesso mi capita di evidenziare, quel che la Radio più patisce in Italia non è tanto la concorrenza, ma i ritardi della Pubblica Amministrazione e l’eccessiva burocrazia che crea un pantano dal quale spesso diventa complicato uscirne.
Investimenti al buio
Tuttavia, poiché il settore radiofonico è fatto di grandi imprenditori che non hanno mai atteso passivamente che lo Stato risolvesse tempestivamente le problematiche che nel tempo emergevano, ma si sono sempre rimboccati le maniche anticipando quello che poi il legislatore ha regolamentato, anche nel DAB le emittenti radiofoniche, in particolare le nazionali private, hanno sempre continuato ad investire.
Illuminazione DAB nazionale all’88%, operando al buio o quasi
E a sviluppare delle reti che già nell’estate 2022 (quindi quando ancora non c’era un piano frequenze DAB) raggiungevano l’86% circa della popolazione nazionale e oggi l’88%.
Broadcast
(NL) – Nel tuo intervento hai ribadito un tuo antico cavallo di battaglia: il controllo delle reti distributive dei contenuti…
(A.M. Genzano) – Certo: siamo proprietari delle nostre reti distributive broadcast, analogiche e digitali, e questo non è un aspetto di poco conto.
No alla intermediazione
Ciò vuol dire che in qualsiasi momento noi ci siamo, non veniamo intermediati da nessuno e anche in situazioni di eventi naturali che compromettono i sistemi d’informazione continuiamo a trasmettere e riusciamo a dare un servizio di pubblica utilità.
Vantaggio competitivo
Questo è un vantaggio competitivo che dobbiamo sfruttare con la nuova concorrenza. Inoltre, i nostri sistemi trasmissivi tradizionali si integrano benissimo con le nuove piattaforme digitali e il futuro della radio va proprio in questa direzione cioè verso la radio ibrida.
Ricerca di stabilità
(NL) – Al WRD 2024 si è molto parlato di DAB. Non sono rose e fiori, pare…
(A.M. Genzano) – In questo momento siamo molto concentrati sulla stabilizzazione delle reti DAB e degli investimenti effettuati fino ad oggi.
21 anni per il PNAF
Facciamo grandi battaglie ormai da tanto tempo per avere delle risorse stabili, non dico definitive perché nel nostro settore non c’è niente di più definitivo del provvisorio, perciò preferisco parlare di “stabilità”, ma vorrei ricordare che ci abbiamo messo 21 anni per avere una pianificazione delle risorse DAB e ovviamente non a causa nostra, perché la pianificazione non la facciamo noi.
Non è normale…
Ma è normale che da luglio 2022 (data del Piano DAB+) ad oggi il settore locale sia ancora totalmente sprovvisto di diritti d’uso e vada avanti con autorizzazioni sperimentali (autorizzazioni che nulla hanno a che fare con il DAB e riguardano altre forme di sperimentazione), mentre quello nazionale debba essere costantemente impegnato a difendere i diritti d’uso ricevuti?
…ma accade
In un Paese normale ciò non dovrebbe mai accadere.
Obiettivo comune
(NL) – Cosa bisognerebbe fare?
(A.M. Genzano) – Come in tutti i mercati, anche in quello radiofonico si cresce se gli operatori ci sono tutti, nazionali e locali, e si opera tutti insieme per un obiettivo comune, altrimenti non si va da nessuna parte.
Non ci si accontenti delle autorizzazioni sperimentali
Perciò è importante che le locali non si accontentino delle autorizzazioni sperimentali, anche perché da sperimentare nel DAB non c’è più nulla essendo una tecnologia matura e utilizzata in tutta Europa e in altri paesi del mondo.
Il caso spagnolo
Ad esempio, la radio pubblica spagnola, RTVE, ha avviato le trasmissioni ordinarie il 13 febbraio scorso, ultimo dei grandi paesi radiofonici europei, mentre World Dab ha stimato una copertura del 70% della popolazione europea entro il 2025.
Ti pretendo (diritto d’uso definitivo)
I consorzi locali devono pretendere i diritti d’uso definitivi e sviluppare le reti su quelle risorse, ciò anche al fine di evitare di spendere soldi con risintonizzazioni inutili.
Piattaforme mondiali e territori locali
La loro presenza è altrettanto importante e necessaria anche ai fini concorrenziali, perchè fanno quello che le piattaforme non potranno mai fare e cioè raccontare il territorio locale.
Non solo reti
(NL) – Ma le reti non sono tutto…
(A.M. Genzano) – Infatti: non possiamo concentrarci solo ed esclusivamente sullo sviluppo delle reti perché non è sufficiente.
Cantarsela e suonarsela
Noi possiamo fare delle reti bellissime, con una copertura capillare, ma poi se non abbiamo dall’altra parte gli apparati in grado di ricevere il segnale che diffondiamo, il nostro lavoro è praticamente inutile, è come dire che ce la cantiamo e suoniamo da soli.
L’obbligo di dotazione DAB
(NL) – Appunto, parliamo dell’obbligo di dotazione dei ricevitori DAB sui ricevitori portatili e sugli smartphone…
(A.M. Genzano) – Noi siamo stati bravissimi a rendere obbligatoria in Italia la radio DAB già a partire da gennaio 2020, sia sugli apparati di uso domestico che su tutti i veicoli di categoria M, anticipando quello che poi la direttiva europea ha imposto a tutti i Paesi.
Siamo andati oltre…
Ma siamo andati oltre, perché abbiamo esteso l’obbligo anche ai veicoli commerciali, quelli di categoria N e agli smartphone. Infatti, la Legge di Bilancio 2018 prevedeva l’obbligo della dotazione del ricevitore radiofonico digitale DAB+ oltre che sugli autoveicoli di categoria M anche sugli apparati di telefonia mobile.
… ma ci hanno riportato indietro
Negli anni successivi, però, quest’obbligo è stato tolto e sono stati esclusi anche i ricevitori di valore modesto.
I nuovi walkman
E’ davvero singolare pensare di poter escludere l’ascolto della Radio, notoriamente mezzo di comunicazione non da “salotto” ma da ascolto in “movimento”, dagli smartphone cioè dagli apparati che i giovani usano per ascoltare musica e che hanno sostituito ormai da tanto tempo quelli che una volta erano i cosiddetti “walkman”.
Danno all’utenza
Non dobbiamo dimenticarci che l’esclusione della telefonia mobile comporta un danno per l’utenza, sia sul piano del pluralismo dell’accesso all’informazione e all’intrattenimento radiofonico, sia sotto il profilo economico perché crea un pregiudizio per il consumatore che, per fruire dei contenuti DAB+ con i dispositivi di telefonia mobile, si vede costretto a farlo solo attraverso l’utilizzo di applicazioni, quindi pagando.
Interfaccia generazionale
Inserendo, invece, l’interfaccia DAB+ sui telefoni, gli utenti, soprattutto i più giovani, potrebbero beneficiare della fruizione gratuita (perché la radio è gratuita, da sempre) ed illimitata di contenuti radiofonici, inclusi i nuovi programmi nativi digitali.
Oltre la prominence
Quindi, unitamente alla battaglia sulla prominence della Radio, quella per l’estensione del parco apparati riceventi non è da meno.
The content is the king. But…
(NL) – Non solo contenuti, quindi…
(A.M. Genzano) – Come dice qualcuno, “the content is the king”, ma consentitemi di dire che anche come e dove veicoli il contenuto ha il suo perché.
Usare, non farsi usare dalle piattaforme
La Radio usa tutte le piattaforme, ma non è disposta a farsi usare e a cedere i propri valori agli OTT. (M.L. per NL)