Siamo consapevoli che la domanda è di quelle tipicamente provocatorie, ma non è così peregrina in un mondo mediatico in completa trasformazione sotto gli aspetti sociali, culturali e tecnologici: la diretta radio ha sempre senso o qualche volta è controproducente?
Al di là, naturalmente, del caso specifico dell’informazione, che per sua natura esige il tempo reale (anche se non nel caso degli approfondimenti), per l’intrattenimento non pare che la contemporaneità della conduzione con le lancette dell’orologio sia ancora essenziale. Anzi, alle volte l’apparente motore della spontaneità cede in qualità rispetto al cosiddetto rec.
Come in tv
In tv, del resto è già così da tempo e, fuori, come detto, dal mondo eterogeneo delle news (che, peraltro, paradossalmente, non sono quasi mai in diretta), i programmi veramente live non sono poi così tanti.
Già così
E anche in diverse emittenti radiofoniche importanti, il principio è già applicato da anni.
Simulazione della diretta
Il modello imperante è infatti quello della simulazione della diretta, in luogo del real time. E, francamente, nella maggior parte dei casi, visti i contenuti, è già difficile distinguere una diretta da una differita.
Valore aggiunto…
Siamo del resto obiettivi: cosa importa, sul piano sostanziale, la diretta in un programma radiofonico di intrattenimento?
… effettivo
Non certamente l’interazione diretta al telefono con un ascoltatore che non riguardi un evento importante in corso o appena verificatosi, né la lettura di messaggini, che raramente è contestuale alla ricezione degli stessi.
Proilazione
Ma il quesito trae fondamento da un’altra considerazione: come è stato in varie occasioni scritto su queste pagine negli ultimi 10 anni, con ogni probabilità, la radio del futuro sarà profilata sull’ascoltatore. Magari non quanto a musica e conduzione (anche se qualcuno sta testando modelli similari), ma certamente quanto a pubblicità, come avviene sul web. Un ambiente dove il real time è raramente essenziale.
Competitor?
Abbiamo poi più volte evidenziato che la radio non subirà l’aggressione sempre più robusta dai competitor SOD della musica on line (Spotify, Pandora e compagnia cantante) solo nella misura in cui riuscirà a non rendere replicabile da un software i suoi contenuti. La componente umana, con la sua creatività ramificata, costituirà sempre il baluardo invalicabile da parte delle macchine.
Il grande equivoco
Ma siamo sicuri che la conduzione live sia così indispensabile se non introduce valore aggiunto? Non sarà che tutto si basi su un grande equivoco? (E.L. per NL)