Dopo Europe 1 e Rtl, anche France Inter e France Info (le emittenti della radio pubblica d’Oltralpe) si lanciano sulla “radio visiva aumentata”, termine coniato dal neo presidente Mathieu Gallet.
Sembrano ormai passati millenni dall’epoca in cui erano la sola voce e la musica a far accendere il mezzo radiofonico: la gente, non disponendo di sufficienti risorse economiche, si riuniva nei bar e nei locali pubblici per poter seguire i programmi trasmessi. Ora la situazione appare totalmente ribaltata: le abitazioni pullulano di nuovi dispositivi e gli utenti sembrano non accontentarsi mai delle modalità a disposizione. Ora sono le immagini che contano, i look dei deejay, la possibilità di guardare le dirette dei programmi su smartphone e tablet, magari tra uno spot e l’altro. Christophe Israël, delegato ai nuovi media di France Inter, ha tenuto a spiegare quelli che sembrano essere i nuovi diktat su cui focalizzare l’attenzione per avviare la ripresa: “non si vuole soltanto mostrare cosa accade negli studi di trasmissione, ma proporre anche nuovi contenuti arricchiti”. Nel dettaglio si vogliono far conoscere “i documenti durante la cronaca internazionale di Bernard Guetta (giornalista specializzato in politica estera), le info grafiche durante il bollettino economico di Dominique Seux, creando dei piccoli telegiornali pensati per fornire maggiori stimoli al pubblico”. Se finora France Inter si era limitata a diffondere in differita sul sito le interviste delle personalità invitate in studio o le cronache degli avvenimenti principali, il nuovo corso imposto da Gallet è incentrato sulla diffusione in diretta video di 10 ore di programmazione che, come riporta un articolo di sabato 30 agosto apparso su ItaliaOggi, presto potrebbero salire a 15. L’obiettivo finale risulta chiaro e immediato: Radio France deve recuperare audience e farlo in fretta. Come sottolineato da questo periodico nei mesi scorsi, France Inter e France Info, le due maggiori emittenti della società francese, continuano a perdere ascoltatori, attestandosi rispettivamente al 9% e al 7,5% di audience cumulata nel periodo aprile-giugno 2014. Secondo la cura Gallet (ricordiamo ai nostri lettori che si è insediato come presidente e ceo della società lo scorso 14 maggio, mettendo subito in atto numerose opere di stravolgimento di programmazioni, palinsesti e dipendenti), la soluzione passerebbe dalla scommessa sul pubblico più giovane: infatti “circa il 40% dei ragazzi ascoltano la radio grazie a un dispositivo mobile, ed è necessario raggiungere la soglia di 1 mln di video visti al mese”, traguardo ampiamente superato da Europe 1, che dal 2007 si è attrezzata in tal senso. L’emittente del gruppo Lagardère, come dichiarato da Gwenaëlle Cocguen, direttrice delle attività digitali, può vantare “tra i 10 e i 15 milioni di video visti mensilmente, con una progressione del 60% in un anno. Si tratta di una leva di marketing che fa parlare il nostro marchio”. Occorre attendere dunque e vedere se le nuove strategie messe in atto dal giovane Gallet saranno in grado di ridare lustro, audience e ricavi all’emittente francese. (V.R. per NL)