Si è riattizzata, in Francia, la polemica sulle "quote radiofoniche" che dal 1994 impongono alle emittenti che operano sul territorio nazionale di riservare almeno il 35 % della programmazione musicale a brani cantati in francese.
Il mese scorso l’authority che vigila sul settore delle telecomunicazioni, CSA, aveva avanzato una proposta di modifica alla legge in modo da rendere più flessibile la normativa per quanto riguarda le stazioni radio che trasmettono generi di musica in cui la produzione francese non risulta essere particolarmente rilevante. Le emittenti Fun Radio e RTL2 (entrambe del gruppo RTL), NRJ, Chérie FM, Nostalgie, Rire & Chanson, Virgin Radio, RFM e Oui FM, che insieme rappresentano circa l’80 % degli ascolti radiofonici nazionali, ne hanno approfittato per chiedere piena libertà e autonomia decisionale attraverso una campagna di "sensibilizzazione" che dal 23 al 31 gennaio ha coperto l’etere ma anche le pagine Facebook e i profili Twitter delle radio coinvolte. Nel chiedere l’abolizione delle quote, le radio francesi sottolineano i fattori di trasformazione intervenuti nel mercato, citando la concorrenza esercitata da piattaforme digitali come YouTube, il calo della produzione locale e l’emergere, nel Paese, di una nuova scena musicale che non adotta il francese come lingua ufficiale. Il loro appello si chiude con un’invocazione alla CSA e al governo francese di "non cedere ai tentativi della SNEP (l’associazione nazionale dei discografici) di porre sotto amministrazione fiduciaria la nostra programmazione, imponendo ulteriori restrizioni alla musica che viene trasmessa in radio". La SNEP, che aveva proposto una modifica alla legge per garantire una maggiore rotazione delle novità in playlist, ha subito replicato bollando come false e menzognere le affermazioni dei network radiofonici: il 92 % degli album di artisti locali apparsi in classifica nel 2013, ha ricordato l’organizzazione di categoria, sono cantati in francese, mentre nella Top 20 dell’anno gli artisti locali sono 17. "I produttori associati alla SNEP", recita un comunicato dell’associazione, "si appellano alla responsabilità e alla lungimiranza del ministro della Cultura e delle Comunicazioni affinché il dispositivo (delle quote), così prezioso per la vitalità della produzione musicale francese, venga preservato e rinforzato". Una risoluzione della querelle da parte delle autorità pubbliche è attesa entro la primavera. Come noto, anche in Italia è nato di recente un movimento (battezzato Associazione Amici della Musica) che propone l’introduzione di un tetto minimo garantito dei presenza in radio per il repertorio locale: ad esso hanno aderito artisti quali Eugenio Finardi Piero Pelù mentre la proposta è finita di recente anche in Parlamento, con un’interrogazione presentata al ministro della Cultura Massimo Bray da parte di una ventina di senatori. (Rockol.it)