Il settore radiofonico sta mutando pelle e lo sta facendo molto rapidamente.
Da un lato l’avvicendamento tecnologico, che impone la presenza delle emittenti secondo lo standard multipiattaforma (FM, DTT, IP e possibilmente sat e DAB+) o hybrid radio; dall’altro il modello radiofonico, che evolve in più direzioni: quello degli aggregatori (che ormai è certo saranno organizzati in più livelli; internazionale, nazionale fino al “bouquet di stazione“, con le varie declinazioni del medesimo brand radiofonico), del podcasting, delle radio su misura, di quelle personalizzate, fino alle one of a kind e personality stations.
Il tutto passando dalla nuova era della pubblicità, la Digital Adv, che sta già riscrivendo i modelli di business allineandosi a quello degli over the top del web e sopra la pelle delle radio locali, compresse tra l’opportunità di cedere gli asset FM finché ancora valgono qualcosa (seppur in una misura pari a 1/4 di quello che valevano dieci anni fa, con un trend di discesa nell’ordine del 5-10% annuo fino all’azzeramento del valore, stimato in 15 anni) e quella di adattarsi ad un’era che le continuerà a vedere certamente protagoniste, ma con schemi completamente diversi da quelli che ne hanno caratterizzato l’esistenza dagli esordi di 40 anni fa fino ad ora.
Di questo e di molto altro si parlerà al Web Radio Festival che si terrà a Roma (Piazza di Spagna) il 28 e 29 ottobre 2017. L’evento promosso ed organizzato da Radio Speaker vedrà la partecipazione di editori di emittenti attive su tutte le piattaforme, di esperti del settore e fornitori di contenuti, servizi ed apparecchiature dell’universo radiofonico. (E.G. per NL)