“Il Gruppo Finelco si è sempre distinto per la qualità e l’originalità dei propri programmi e non è certo la crisi economica che farà rinunciare a questa sua vocazione”.
Esordisce così una nota del gruppo radiofonico milanese dopo le notizie comparse nei giorni scorsi su alcuni organi di stampa circa presunti mancati rinnovi dei contratti per RMC con Alfonso Signorini e Teo Teocoli per problemi economici. “Su Radio 105 negli scorsi mesi – informa un comunicato del polo radiofonico – sono stati lanciati "Benvenuti nella Giungla" con Gianluigi Paragone e Mara Maionchi, poi un programma da Formentera, e la nuova sede di Miami. Su Virgin Radio in ottobre faranno la loro comparsa nei programmi due personaggi mitici della musica e del rock, e un nuovo programma notturno. Anche Radio Monte Carlo quindi si rinnova con un nuovo progetto editoriale che niente ha a che fare con la crisi economica. I personaggi coinvolti, tra cui Alfonso Signorini, ne sono al corrente, e collaborano con la direzione artistica per contribuire a questi cambiamenti”. A dispetto dei detrattori, nessuna aria di crisi quindi. E la conferma viene del resto dall’esame del trend della raccolta pubblicitaria: in un anno micidiale per il comparto, la concessionaria captive del gruppo guidato da Alberto Hazan (foto), 99 Pubblicità, ha registrato nel primo trimestre 2014 uno straordinario +11,7%, ancorché poi eroso dagli effetti dei terribili tre mesi successivi, permeati trasversalmente da una recrudescenza della crisi economica e dall’incertezza politica. Una riduzione comunque inferiore alla media settoriale, posto che ha permesso di segnare un +2,5% su un anno comunque positivo per Largo Donegani come quello scorso (fatturato complessivo 78,9 mln di euro, pari a +5,5% rispetto al 2012). E l’emittente regina, Radio 105, rimane comunque una vera e propria macchina per far soldi, come dimostrano i 584.000 euro di utile del 2013 (erano 34.000 nel 2012). Il piano di riduzione dei costi avviato da tempo ha inoltre dato benefici effetti sulle casse (l’ebitda è positivo) e, in sostanza, gli unici nodi da affrontare riguardano gli interessi passivi e le svalutazioni da partecipazioni che hanno inciso sul bilancio 2013 (ma che potrebbero essere agevolmente gestiti attraverso cessioni di asset non più core). Tanto che, da quanto par di capire dall’evoluzione delle cose, il socio RCS (44,45%) potrebbe non aver più così fretta di uscire di scena da un comparto che resta molto appetibile sul piano economico, oltreché assolutamente strategico per la multimedialità. (M.L. per NL)