I segnali che provengono dagli Stati Uniti, da sempre territorio ideale per l’accertamento dei trend socio-economico-tecnologici, sono chiari: le vecchie piattaforme multimediali stanno morendo di una morte lenta, anche se con diverse velocità.
I cosiddetti “dispositivi intelligenti” tendono a sopraffare quelli passivi, come dimostra la costante perdita di terreno di antichi baluardi tecnologici americani come la tv via cavo lineare (quella i cui contenuti sono decisi dall’editore, senza interazione con l’utente, che ne usufruisce passivamente), minata dalla IP Tv interattiva (principalmente in versione pay per view).
Resiste, anche se l’erosione di competitor come Spotify e Youtube si fa sentire sempre di più, la radio, che rimane il medium più fruito negli Stati Uniti, con 228 milioni di adulti che hanno ascoltato una stazione almeno una volta alla settimana nel quarto trimestre del 2016.
Secondo le statistiche Nielsen, il 93% della popolazione adulta statunitense fruisce del medium radiofonico con un trend in crescita (ovviamente succede esattamente il contrario tra i giovani), mentre la tv è fruita (dallo stesso target) per l’89% – anche se sotto l’utilizzo effettivo continua ad essere il device che assorbe più tempo dell’utente -, seguita dagli smartphone che si collocano all’83% (ma il trend è stabilmente in crescita di quasi il 10% da un anno sull’altro), mentre il pc è solo al 50%.
La resistenza del medium radiofonico tradizionale dall’aggressione delle altre piattaforme è perlopiù determinata dalla sua fruizione in auto, dove il dominio radiofonico è pressoché assoluto ed insidiato solo da soluzioni audio IP (come Spotify, Rdio, Deezer, ecc.) che, tuttavia, costituiscono una forma di evoluzione del medesimo medium.
Fino all’avvento delle auto con guida totalmente automatizzata ed indipendente dal guidatore (prevista non prima del 2040-2045) nessun device che vada oltre l’impegno d’ascolto dell’automobilista (cioè che abbia una componente visiva che non travalichi le mere informazioni di supporto all’audio) sarà consentito, così preservando la sopravvivenza della radio nella sua accezione originaria.
Il problema, semmai, è quello della concorrenza: con l’avvento delle auto interconnesse l’offerta di stazioni fruibili sarà esponenziale e quindi la polverizzazione dell’ascolto è un serissimo problema che tutti i grandi gruppi radiofonici stanno valutando e verso il quale l’unica soluzione fin qui individuata è quella della realizzazione dei cd. “brand bouquet”, cioè declinazioni del brand o dei brand in più formati, adattandosi all’evoluzione del principio ispiratore “da (relativamente) poche stazioni vs molti utenti a molte stazioni vs (relativamente) pochi utenti”. (M.L. per NL)