Il regolare delle comunicazioni USA pone l’accento sulle modalità di somministrazione dell’ascolto radiofonico. Al centro dell’attenzione la polverizzazione dei device.
“Sebbene la radiodiffusione terrestre rimanga dominante per alcuni aspetti, il divario nell’utilizzo tra la trasmissione terrestre e l’audio online è diminuito nel tempo”.
Così l’autorità indipendente Federal Communications Commission (FCC) nel suo Communications Marketplace Report di dicembre 2020 scaricabile qui.
Radio via etere +0,55%. Radio online +29%
Negli ultimi dieci anni, il numero di ascoltatori della radio terrestre USA è cresciuto in media dello 0,55% all’anno, mentre la fruizione radiofonica online è salita del 29%.
FCC: natura dinamica dell’ascolto IP
Sebbene parte della crescita online sia dovuta agli ascoltatori che accedono alle trasmissioni AM/FM online (per intenderci, le emittenti sono le stesse), la FCC rimarca nel suo report la “natura dinamica dell’ascolto, con ascoltatori che accedono alla radio online su una vasta gamma di dispositivi“.
Fruizione radio online
In sostanza, mentre con la radio via etere le modalità di accesso ai contenuti sono limitate a poche piattaforme (FM, AM, TV, sat, HD Radio/IBOC negli USA), la fruizione online è estremamente eterogena.
La difficoltà del controllo delle terze parti
Per le emittenti diventa infatti estremamente complesso tenere costantemente sotto controllo tutte le piattaforme non di proprietà. Le cosiddette terze parti.
Polverizzazione dell’ascolto per device
L’ascolto radiofonico IP è, infatti, polverizzato su piattaforme captive (app e sito) e non di proprietà (diverse tipologie di smart speaker, oltre un centinaio di aggregatori audio e audio/video). Queste ultime, upgrade destabilizzanti a parte, hanno regole di engagement estremamente variegate. In particolare, a riguardo dei cosiddetti suggerimenti.
Le modalità di somministrazione delle stazioni
L’osservazione di FCC attiene alla varietà sempre più elevata delle modalità di somministrazione dei contenuti radiofonici attraverso le terze parti.
Affinità e monetizzazione
Per esempio, ci sono piattaforme di aggregazione che propongono stazioni affini per formato a quelle normalmente selezionate dall’utente. Altre monetizzano i suggerimenti, che quindi sono spesso scollegati ai gusti dell’utente. In sostanza, le emittenti pagano per godere dei suggerimenti all’utenza delle piattaforme.
Piano d’ascolto e classifiche dinamiche
Talune piattaforme profilano l’utente e gli sottopongono un piano d’ascolto. Altre ancora realizzano classifiche dinamiche mettendo ai primi posti le radio più gradite e scalando quelle che hanno gradimenti inferiori (determinando una ghettizzazione delle emittenti minori che difficilmente riescono ad emergere).
Criterio della geolocalizzazione
Infine, ci sono collettori che operano sul principio della vicinanza all’utente, geolocalizzandolo e proponendogli stazioni territorialmente vicine.
Il supervisore delle terze parti
Queste tendenze hanno portato alla nascita di figure specializzate nel monitorare le varie forme di somministrazione dell’ascolto. Mentre infatti attraverso le piattaforme via etere l’ascoltato era sostanzialmente protetto da suggerimenti (delle piattaforme stesse), con quello IP la pressione verso il cambio stazione è elevatissima. (E.G. per NL)