(Radio Passioni) – Mentre Sirius XM potrebbe essere sull’orlo della dichiarazione di bancarotta (ma alcuni commentatori dicono che il CEO, Mel Karmazin, sta solo minacciando, per cercare di strappare al potenziale acquirente EchoStar migliori condizioni di scambio debt-for-equity: tu sei mio creditore, io ti pago nel numero di azioni che voglio io), un altro marchio storico, Muzak, è davvero entrato in Chapter 11. Dagli anni ’30, Muzak è l’azienda che diffonde musica negli ascensori, una icona della American way of life. Insieme a Xerox, Muzak è un brand commerciale entrato nei dizionari, anche se è sinonimo di musica noiosa e fortunatamente breve. In realtà oggi il suo impero si estende anche alla musica d’ambiente per negozi, centri commerciali, uffici, ma è anche lui è un impero fondato sui debiti. Quelli nei confronti di chi detiene i diritti musicali e le case discografiche. E siamo tornati di nuovo alla questione dei diritti, del loro prezzo, del peso che questo prezzo comincia a esercitare sulle piattaforme di distribuzione della musica. Le radio falliscono, la radio satellitare fallisce, Internet è ancora un modello tutto da verificare e adesso fallisce anche la musica in ascensore. E’ sicuramente il caso di fare qualche ripensamento sul modo in cui le società di raccolta gestiscono le entrate dei musicisti, perché tra un po’ non ci sarà più nessuno ad acquistare i diritti di distribuzione.
Intanto sarebbe stata spostata al 23 febbraio, secondo Rapid Tv, la gara d’asta per la vendita degli asset di 1 Worldspace, operatore satellitare per il quale è stato riportato l’interessa da parte di SES Astra. Rapid Tv segnala anche la pubblicazione di un aggiornamento dei bilanci e delle esposizioni di Worldspace presso la corte distrettuale fallimentare del Delaware che ne gestisce la pratica (anche Muzak ha dichiarato fallimento presso lo stesso tribunale). Dai prospetti pubblicati sul sito si evince una esposizione di 110.000 dollari per Worldspace Italia. Sono venuto in possesso di alcune fotografie della nuova sede della filiale italiana di Worldspace in via Tortona a Milano (ne ha parlato qualche mese fa anche Prima Comunicazione). L’edificio è ancora in ristrutturazione e ora bisognerà attendere l’esito dell’asta per vedere che cosa accadrà. Worldspace in Europa avrebbe dovuto partire proprio in questo periodo e ufficialmente il progetto non è mai stato accantonato. Forse la cessione degli asset della casa madre potrebbe aprire la strada a nuove opportunità e servizi. Il contesto generale non lascia presagire niente di buono.
Muzak Files Chapter 11 to Refinance Debt
By THE ASSOCIATED PRESS
Published: February 10, 2009
Muzak Holdings, the maker of background music heard in elevators, filed for Chapter 11 bankruptcy protection on Tuesday.
The company had a heavy debt load, and it filed to try to refinance some of its debt. In a court filing, the company listed its total debt at $100 million to $500 million.
The filing listed assets of less than $50,000, but a company spokeswoman, Meaghan Repko, said total assets were about $320 million. That included the Muzak operating company, she said, which also filed for bankruptcy. She declined to provide a more exact figure for the company’s total debt.
Many of Muzak’s biggest creditors are music companies that license songs for use on Muzak playlists. While the company is known as the creator of elevator music, its business is now more focused on creating playlists for use in retail stores, installing professional sound systems and providing other services.
Muzak, which is based in Fort Mill, S.C., filed for protection in the United States Bankruptcy Court in the District of Delaware in Wilmington.
The company expects to continue to operate. A statement said it had “sufficient means” to support itself through a bankruptcy reorganization.
Among its biggest unsecured creditors is U.S. Bank, which is owed $371 million according to a court filing.
The American Society of Composers, Authors and Publishers is owed $213,020, the filing said.
Other top unsecured creditors include vendors like Universal Music Enterprises, owed $349,321; EMI Capital Records, $320,323; AT&T, $257,384; and Dish Network, $251,276
Sony Music, BMG Film and Television Music, United Parcel Service and Virgin Records were also listed among the unsecured creditors.
Kirkland & Ellis was hired as the company’s bankruptcy law firm. Moelis & Company will serve as the financial adviser.