Molte emittenti radio con format musicali stanno in questi giorni stravolgendo la propria programmazione aumentando i contributi informativi per aggiornare sugli sviluppi della emergenza Coronavirus. Ma serve veramente?
Inutile moltiplicare: il rischio è solo quello di fare danni senza produrre audience
Chi cerca informazioni in tempo reale sulla diffusione del virus è improbabile che scelga stazioni musicali per farlo: si concentrerà piuttosto sui canali verticali di news, come RAI News 24, Sky TG24, Tgcom 24, sulle testate online, su RAI Radiouno, Radio 24 e magari su nuove emittenti IP come Giornale Radio (che da ieri sta gradatamente popolando tutti gli aggregatori di flussi streaming, partendo in particolare da FM World, dove è stata collocata ai primi posti nella lista, vista la emergenza Coronavirus).
Va bene intensificare i radiogiornali, ma non affidiamo il ruolo di giornalisti ai dj
Bene quindi aumentare la frequenza dei radiogiornali da parte di emittenti musicali, per esempio passando da un’edizione ogni due ore ad una all’ora o anche ogni mezzora. Ma è del tutto inutile ed è anzi addirittura sconsigliabile – in una fase dove gran parte del panico che si è disseminato discende non già da un virus che, pur aggressivo a livello di contagio, ha una mortalità non superiore a quella di una influenza – affidare a conduttori musicali ruoli da paragiornalisti.
Ad ognuno il suo mestiere
Magari in buona fede, quest’ultimi potrebbero diventare amplificatori di fake news, distorgendo concetti sanitari o statistici, scambiando per fonti attendibili notizie infondate, esagerate e sensazionalistiche, spesso di derivazione social.
Ad ognuno il suo mestiere: i giornalisti facciano (con raziocinio e misura) il proprio lavoro e i conduttori altrettanto. (M.L. per NL)