Il “Caso Torricelle” sulla rimozione delle antenne presenti sulla II Torricella Massimiliana di Via Santa Giuliana n 4 a Verona (uno dei principali siti di trasmissione per la città), partito malissimo sul piano penale (all’insegna della tradizionale euforia mediatica), si complica anche su quello amministrativo: il TAR Veneto ha infatti accolto, seppur in sede cautelare, il ricorso proposto dal Comune di Verona contro il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, per l’annullamento (previa sospensione) del decreto del direttore generale del Ministero predetto reso ex art. 160 D. Lgs. 42/2004 rep 995 in data 14/11-5/12/2017.Nel merito della vicenda che affronta un altro aspetto della spinosa questione delle Torricelle, pur nella sommarietà della fase cautelare, i giudici amministrativi hanno ritenuto “che la censura di difetto di istruttoria appare supportata da sufficienti elementi di fondatezza in quanto è comprovato che il Comune da diversi anni non ha un rapporto qualificato con l’immobile né la disponibilità materiale dello stesso, e pertanto appare da escludere che sia configurabile in capo ad esso una responsabilità per lo stato attuale dell’immobile e che lo stesso possa essere individuato come destinatario dell’ordine di ripristino emesso ai sensi dell’art. 160 del D. Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42″.
Inoltre, per il TAR, “va soggiunto che restano invece ovviamente fermi i poteri di vigilanza in materia edilizia ed urbanistica del Comune volti a reprimere eventuali illeciti di tipo edilizio e paesaggistico commessi da terzi“, ragion per cui sono stati ritenuti sussistenti i presupposti richiesti per l’accoglimento della domanda cautelare.
L’esame del merito del ricorso è stato fissato in una delle udienze pubbliche del secondo trimestre dell’anno 2019. (M.L. per NL)