Entro l’estate 2018 sara’ adottato il nuovo codice delle comunicazioni elettroniche UE che, potenziando i concetti di multipiattaforma ed ibridizzazione, prevederà un incremento del coordinamento sullo spettro.
Si tratta di un accordo politico su diverse parti della nuova regolazione del settore delle telecomunicazioni e dello spettro radio raggiunto in sede comunitaria tra il Consiglio, il Parlamento e la Commissione.
I settori coperti dall’accordo sono la disponibilità dello spettro radio per le reti 5G entro il 2020 nella UE, vent’anni di investimenti per le licenze, il coordinamento rafforzato e la verifica comune delle procedure di assegnazione.
L’accordo trilogo, indica la Commissione, preparerà il terreno per gli sviluppo della rete 5G nella UE tenendo conto del negoziato concluso sulla definizione delle tariffe per lo spettro radio, sull’eliminazione delle interferenze transfrontaliere.
Questa la road map definita.
Il codice delle comunicazioni elettroniche novellato fissa nel 2019 si concretizzerà l’armonizzazione tecnica delle bande 3.6 GHz e 26 GHz, rispettivamente per i corridoi delle auto connesse (coerentemente coi programmi delle case automobilistiche) e per una banda larga senza fili potenziata e densa (anche attraverso tecnologie potente, come il 4,5G e il 5G NR).
Entro i primi sei mesi del 2020 avverrà la trasposizione del codice nella legge nazionale, con previsioni specifiche sul tempo limite obbligatorio per rendere disponibile lo spettro radio, la verifica comune e la durata delle licenze più lunghe.
Prima della fine del 2020, prevede il codice delle comunicazioni elettroniche aggiornato, avrà luogo l’assegnazione della banda 700 MHz nella maggior parte degli Stati con l’obiettivo del 5G in almeno una città.
Tra il 2020 e il 2022 tutti gli Stati dovranno assegnare la banda 700 MHz (le altre bande 5G e cioè 3.6 GHz e 26 GHz), saranno soggette alla scadenza obbligatoria per l’assegnazione, mentre, per converso, saranno riassegnate le frequenze delle bande inferiori destinate alla televisione digitale terrestre ed al DAB+. In particolare, nella banda al di sotto dei 700 MHz (470-694 MHz) viene data priorità a lungo termine all’uso per la radiodiffusione, fino al 2030, vantaggio controbilanciato dalla possibilità per ogni Stato membro di adottare un approccio più flessibile all’utilizzo alternativo dello spettro (es. i servizi mobili multimediali avanzati) in base al diverso grado di diffusione della televisione digitale terrestre.
Tra il 2020 e il 2025 avrà invece luogo il dispiegamento delle infrastruttura 5G con l’obiettivo di renderla disponibile nelle grandi città e lungo le maggiori rotte di trasporto entro il 2025, data fissata per il roll-out della nuova tecnologia che promette di rivoluzionare la fruizione dei contenuti IP in mobilità, tenuto conto che, secondo i calcoli della Commissione, già nel 2020 il traffico Internet mobile aumenterà di circa otto volte rispetto a quello attuale. (M.L. per NL)