Radio e Tv. Tra le nuove abitudini introdotte dal Covid-19, la videocall. Ormai strumento stabilizzato per le contribuzioni, soprattutto per le locali del Sud

Indagini di ascolto, Machiavelli, Indagine Censis, Roberto Sergio, videocall

A cogliere l’opportunità della videocall sono state soprattutto tv e radio.
Nello specifico, le Tv, nel periodo dei DPCM, hanno estromesso pubblico e ospiti negli studi televisivi e trasformato questo periodo di crisi in una sperimentazione tecnologica. D’altro canto, programmi storici come Domenica In avevano paventato la chiusura anticipata.

La videocall negli ultimi mesi è divenuta la nuova frontiera della comunicazione

Complice il lockdown, da aprile 2020, la videocall, inizialmente di diffusione prettamente americana, è entrata a pieno titolo nel tessuto comunicativo italiano.
Già Facebook ha introdotto nel sistema di Messenger le stanze di Facebook che permette di fare videocall fino a 50 persone contemporaneamente.
A contribuire poi alla rapida diffusione di questo sistema è stata già dallo scorso marzo la DAD (didattica a distanza) messa in atto praticamente da tutte le scuole del Paese per la diffusione e la continuazione dell’attività scolastica.

Software come Skype, Meet di Google e Zoom sono entrati a far parte nella vita quotidiana

Nei giorni del lockdown nella tipica famiglia italiana si è andati avanti tra il lavoro agile dei genitori professionisti (tra cui tanti insegnanti, molti precari) alle prese con le stesse piattaforme utilizzate dai figli per seguire le lezioni.
Ecco che quella che era una forma di comunicazione utilizzata per diletto è divenuta un elemento di necessità per interfacciarsi a livello globale.
Tra le diverse piattaforme, probabilmente “Le Stanze” di Facebook deve essere probabilmente rivista per ragione di privacy in quanto segnala la presenza sul social anche se l’utente non vuole dichiarare il proprio stato on line.

La videocall diventa necessità, soprattutto negli ambiti lavorativi

A cogliere questa opportunità sono stati anche tv e radio. La Tv nel periodo dei DPCM, che hanno estromesso pubblico e ospiti negli studi televisivi, ha trasformato questo periodo di crisi in opportunità. Programmi storici come Domenica In hanno paventato la chiusura anticipata se non fosse stata introdotta la videocall.

Il caso di Domenica In

In verità, “Domenica In” ha subito uno stop per una settimana, sostituto da “Italia Si” di Marco Liorni. Proprio Liorni, nella puntata domenicale in edizione speciale della sua trasmissione, ha introdotto le chiamate tramite Skype o smartphone per collegarsi direttamente con le case di vip come Carlo Conti, Antonella Clerici, superando le distanze con la interconnessione di internet e tv. Dalla domenica successiva Mara Venier ha fatto di questa eccezionalità la formula di routine della sua trasmissione per raggiungere i personaggi ospiti della trasmissione.

Regola

Anche per talk show e programmi più disparati questa modalità comunicativa è diventata la regola, sovente per risparmiare anche sui costi dei collegamenti e sui budget delle trasmissioni, a volte a discapito della qualità.

Anche la radio non è stata da meno

La videocall ha così trasformato a pieno titolo il sistema di modulazione di frequenza in radiovisione sulle principali piattaforme social. Tra le novità, Radio Rai già dalla prossima stagione per voce del suo direttore Roberto Sergio trasformerà i suoi canali radiofonici in visual, a cominciare da settembre con Rai- Radio 2.

Terreno fertile al Sud

A Sud dove non ci sono insediamenti dei grandi network, ma la forza è rappresentata dalle Tv locali, la videocall ha trovato ancor più terreno fertile. Esempi sono state le videocall realizzate direttamente dalla sua Calabria da Gianvito Casadonte, giornalista e anima di eventi come il Magna Grecia Film Fest, che ha trasformato la chiusura in apertura mediatica.

Nel suo salotto televisivo su Facebook è passato un po’ di tutto: dalle star del cinema, agli psicologici sino ai direttori di rete

La visibilità delle videocall probabilmente è stata utile a Casadonte per conquistare la conduzione di Primo Set, il programma di Rai 2, che in quattro puntate da settembre racconterà la ripresa dell’industria cinematografica dopo la chiusura per il Coranavirus.

I casi siciliani

Naturalmente anche in Sicilia, la videocall che già dall’anno scorso è stata lanciata dal giornalista Salvo Falcone, già volto di Video Mediterraneo e Ultima Tv in Sicilia, come documentato in un nostro articolo di appena un anno fa, ha attecchito con particolare interesse e dato nuovo  slancio a programmi e protagonisti della tv locale. Ad essere presenti con videocall personaggi come Salvo La Rosa con la rubrica “IO RESTO A CASA #CUTUTTUCORI MAGAZINE”, Giuseppe Castiglione con “OneManRadio” e Ruggero Sardo che ha rivisitato in versione social il suo programma radiofonico “Mizzica”.

Antenna Sicilia

In tv, invece, in ordine di Lcn sul canale 10 Antenna Sicilia ha proposto Insieme Live con collegamenti live tra lo studio di rete con Daria Luppino e le case dei comici sparse in giro per la Sicilia.

Video Regione

Sul canale 16 Video Regione ha sostituto molti dei servizi del Tg con video collegamenti in diretta.  Anche il Canale 18 di Telejonica, occupato dall’agenzia Futura Press, ha utilizzato la videocall per creare appositi format “aperitivo” con news e interviste.

Tele One, TirrenoSat

Sul canale 19 di Tele One è stata creata, invece, un’apposita trasmissione con un ponte tra studio e dirette live.  Sul canale 89 il giornalista Filippo Romeo ha riadattato la sua rubrica “L’intervista” a Tu X Tu con l’utilizzo della videocall. Sul 271 di TirrenoSat, il direttore Rino Piccione ha vissuto una nuova giovinezza della sua era televisiva con la videocall in cui, dal suo salotto di casa, con dirette Facebook o Skype è riuscito a raggiungere politici e protagonisti vari dell’attualità italiana. (C.A. per NL)

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