Carlo Romeo: Per San Marino, spesso conosciuta poco e male in Italia, è vitale avere la propria Radiotelevisione di Stato sul DTT.
Il passaggio al digitale radiofonico, necessario, sarà certamente lungo perché offrirà un servizio outdoor ma avrà grosse difficoltà a fornire un servizio indoor.
Ogni nuovo medium si inserisce in un sistema composito che si modifica e lo assorbe.
Il rischio che vedo è una incompetenza legittimata che alla fine finisce per distruggere la qualità.
Ho trascorso dieci anni al timone della San Marino Rtv e sono molto affezionato a questa esperienza che ha avuto momenti molto difficili.
Carlo Romeo: Intervista esclusiva con NL
Proseguono le interviste di NL ai principali attori del panorama radiotelevisivo italiano (e non solo).
Oggi incontriamo Carlo Romeo, uno dei pionieri dell’emittenza privata italiana. Redattore a Radio Radicale alla fine degli anni ‘70, ha curato dal 1980 al 1995 i programmi di informazione della storica emittente Teleroma 56, ottenendo un premio da parte del Presidente della Repubblica per la qualità dell’informazione proposta.
In RAI
Successivamente, Romeo ha firmato numerosi programmi televisivi per Rai, Mediaset e Odeon. In Rai ha svolto diverse mansioni, tra le quali la direzione della sede per l’Emilia-Romagna. Dal novembre 2012 è Direttore Generale e responsabile della Testata giornalistica di San Marino Rtv. Carlo Romeo ha annunciato che andrà in pensione a settembre 2021.
San Marino RTV: la radio
Costituita nel 1991 come partnership paritaria tra RAI e l’ente per la radiodiffusione sammarinese, San Marino RTV inizia le trasmissioni radiofoniche nel 1993 con un primo canale (FM 102.7) che verrà affiancato da un secondo (Radio San Marino Classic, FM 103.2) nel 2004.
San Marino RTV: la tv
Televisivamente San Marino RTV è attiva dal 1994; attualmente copre – oltre a San Marino stessa – le regioni di Marche ed Emila Romagna (DVB-T, SD e HD in chiaro, posizioni LCN 73 e 573). L’emittente e’ inoltre ricevibile a livello europeo grazie al transponder 72 di Hot Bird 13B ove trasmette in HD con un bit rate medio di 5,3 Mb/s.
La questione spegnimento FM
(Newslinet) – Nei giorni scorsi, a seguito di uno scoop di NL, è scoppiata una polemica a riguardo dell’ipotesi di uno spegnimento progressivo di impianti FM, anche se non necessariamente uno switch-off come proposto dal direttore RAI Roberto Sergio su NL.
(Carlo Romeo) – Le scadenze sono importanti. Uno dei maggiori problemi dell’integrazione europea è la sincronizzazione di orologi e calendari. Le scadenze internazionali devono essere rispettate se vogliamo ribaltare una immagine di burocrazia inconcludente quando non opaca che ci accompagna, peraltro non di rado a torto. Noi siamo per il rispetto delle regole e la tutela dei più piccoli. Anche il passaggio al digitale radiofonico, necessario, sarà certamente lungo perché offrirà un servizio outdoor ma avrà grosse difficoltà a fornire un servizio indoor. Pertanto, prevedo una lunga transizione così come successo tra AM e FM.
Una radio locale, una tv nazionale
(NL) – La TV del Titano gioca un ruolo nazionale, mentre le sue radio sono a vocazione locale. Una scelta editoriale o la conseguenza dell’attuale copertura del segnale?
(C.R.) – Abbiamo due radio entrambe molto forti e radicate sul territorio locale perché le nostre voci sono quelle dei migliori dj della Riviera. Purtroppo siamo penalizzati da una scarsa copertura tecnica che si limita a San Marino e a parte dell’Emilia-Romagna. Abbiamo, insomma, una identità che sono certo andrà bene sul web e se, come speriamo, riusciremo a trasmettere sul Dab in tutta la penisola italiana.
La buona informazione costa
(NL) – Fare informazione su scala nazionale costa e tanto. Farla in ambito locale con la medesima qualità non fa grande differenza in termini di impegno economico. È per questo che nessuno lo fa?
(C.R.) – Personalmente e professionalmente sono molto legato al locale; quindi sfondate una porta aperta. Non è casuale che i giornali che reggono meglio l’attuale crisi siano quelli locali, meglio se fatti bene. È evidente che occorre evitare il provincialismo autoreferenziale che è il rischio maggiore, ma lo si evita con una buona pagina di Esteri. Per San Marino, spesso conosciuta poco e male in Italia, è vitale avere la propria Radiotelevisione di Stato sul DTT in tutta la penisola, oltre al valore aggiunto per l’offerta pubblicitaria.
I giovani e le rassegne stampa infinite
(NL) – Siamo in un mondo dove la soglia di attenzione è sempre più breve. Rassegne stampa al 100℅ online (come ad esempio quella di Daniele Capezzone, 35 minuti) stanno prendendo sempre più piede. La storica rassegna di Radio Radicale dura 1 ora e 25 minuti. Non c’è il pericolo di parlare solo alla fascia più anziana della popolazione?
(C.R.) – Quando ho cominciato a fare la Rassegna Stampa a Radio Radicale questa durava rigorosamente un’ora e non si sforava mai. Oggi è diverso per tante ragioni. Ci sono tantissime rassegne stampa rispetto ad allora e l’unica salvezza è dare ad ognuna una identità. Se ci si riesce la durata è relativa perché diventa un programma radiofonico a tutti gli effetti. Ritengo che la rassegna stampa di Radio Radicale non sia seguita solo dalla fascia di popolazione più anziana, ma in buona parte anche da giovani e soprattutto da addetti ai lavori.
La questione OTT
(NL) – Gli OTT dello streaming on demand sono concorrenti della radio?
(C.R.) – Ogni nuovo medium non distrugge gli altri. Il cinema, cento anni fa, non ha distrutto il teatro: lo ha cambiato. Lo stesso è accaduto per la radio e poi per la TV. Ogni mezzo si inserisce in un sistema composito che si modifica e lo assorbe. Il rischio che vedo è una incompetenza legittimata che alla fine finisce per distruggere la qualità. Anche fra i media, come accade in economia, la moneta cattiva scaccia quella buona.
Noti a noi stessi, ignoti agli altri
(NL) – Nessun imprenditore radiofonico italiano sembra pensare su scala internazionale, dimensione forse indispensabile in un mondo sempre più’ globale. Cosa ci blocca? San Marino potrebbe fare da apripista?
(C.R.) – È una realtà troppo piccola e che ha sempre diffidato in quasi duemila anni di storia della comunicazione. “Noti a noi stessi, ignoti agli altri” è uno slogan che ha accompagnato per secoli il Titano. Abbiamo fatto insieme la scelta del satellite e quindi siamo di fatto già visibili in Europa sulla piattaforma Sky e su Tivùsat; ma l’affollamento di canali è notevole. Oggi tutto cambia rapidamente, soprattutto in questo settore; ma ci vuole tempo. Ci vuole comunque anche la capacità di rischiare.
In inglese per i più piccoli
Quest’anno abbiamo trasmesso solo cartoni animati in inglese, per esempio. Per due ragioni principalmente. La prima è legata al fatto che a San Marino risiedono molti figli o nipoti di emigrati nati negli Usa e poi ritornati in patria e quindi di madre lingua inglese, la seconda è che ormai i bambini devono abituarsi da subito a una lingua che è già essenziale. Sono piccole cose ma che contribuiscono a segnare una identità mediatica.
Radio Tutti
Un esempio specificamente radiofonico è poi Radio Tutti, un’esperienza che va avanti da quasi dieci anni. Un programma radiofonico che ha come conduttori dei giovani con sensibili disabilità cognitive e che riescono a realizzare un linguaggio radiofonico nuovo e particolare, anche e proprio per questo. Il programma ha avuto e ha molta attenzione da parte di chi si occupa di integrazione sociale, tanto che San Marino lo ha presentato a New York in occasione di una giornata Onu sulle disabilità, ottenendo ottimi riscontri.
Settembre, andiamo
(NL) – Settembre è ormai alle porte: cosa vuole Carlo Romeo fare da grande?
(C.R.) – Dipende. Ho trascorso dieci anni al timone della San Marino Rtv e sono molto affezionato a questa esperienza che ha avuto momenti molto difficili. È un bel gruppo che sa muoversi in autonomia all’interno delle strategie aziendali. Abbiamo fatto molte cose belle e il mio bilancio nel complesso è molto positivo. Certo, c’è sempre qualcosa che poteva essere ancora fatto o poteva essere fatto meglio ma si fa quel che si può. L’importante è farlo con convinzione.
Qualcosa di grande, da grandi
Tornando alla domanda, in realtà ai miei tempi, diciamo negli anni ‘70, ci chiedevamo piuttosto cosa potevamo fare di grande; ma eravamo giovani e un po’ stupidi. Mi colpisce peraltro molto come vadano di moda oggi gli anni ‘70. Erano anni duri e difficili. Molto difficili. Vero è che senza di loro le radio private in Italia non sarebbero mai esistite. Tanto per tornare in tema. (M.H.B. per NL)