La notizia sarebbe che Radio Capodistria quest’anno festeggia i suoi 70 anni di vita, un traguardo davvero prestigioso per questa emittente ‘di frontiera’ che è ben nota anche in Italia ma che si rivolge prima di tutto alla comunità di lingua italiana che vive in Slovenia e in una parte della Croazia.
A guastare un po’ l’atmosfera festosa ci sono però le perduranti difficoltà sul piano finanziario, che rendono un po’ ‘complicata’ la vita di Radio e Tv Capodistria all’interno della struttura statale della Rtv Slovenija e che sono purtroppo un po’ una ‘costante’ degli ultimi anni.
Ecco quindi che a gennaio è toccato al Comitato dei programmi italiani (una delle strutture che hanno ‘voce in capitolo’ su Radio Capodistria, per evidenti ragioni) respingere il nuovo piano finanziario di Rtv Slovenija, che prevede ulteriori risparmi per la produzione dei programmi di Radio e Tv Capodistria. Il presidente del Comitato, Alberto Scheriani, ha spiegato che il nuovo piano è particolarmente negativo, per via dei vari tagli che non possono essere approvati e per la prevista riduzione del 10% per i fondi destinati alle collaborazioni esterne.
Il nuovo piano è stato promosso dal direttore generale Ivan Kadunc ed è stato giudicato negativamente a tutti i livelli della Comunità Nazionale Italiana. Il vice direttore della Rtv slovena per i programmi della minoranza italiana Antonio Rocco (un vero ‘punto di riferimento’, da molti anni, a Radio Capodistria) ha spiegato che “la bocciatura è logica, considerando anche la precedente riduzione delle risorse, al punto che nemmeno noi siamo in grado di spiegare alle redazioni che cosa succederebbe se i nuovi tagli fossero approvati”. Va detto tuttavia che non è tutta colpa di Ivan Kadunc, poiché lui “ha bisogno di un piano finanziario approvato per poter poi affrontare dei colloqui seri sul futuro della Rtv slovena, visto anche il blocco del canone, che sta creando difficoltà a tutta la Rtv”.
Per Scheriani, invece, la situazione è davvero complicata e difficile: “Nella precedente revisione abbiamo raggiunto un compromesso e accettato dei tagli, ma ora sono inaccettabili”.
E si è fatta sentire anche la voce di David Runco, rappresentante della Comunità Nazionale Italiana nel consiglio della Rtv, che ha ribadito la linea: “Il problema del personale non è nuovo, ma quest’anno abbiamo toccato davvero il fondo. Non vedo la possibilità di venire incontro a queste richieste e di approvare ulteriori tagli”.
Fin qui le dolenti note relative alle difficoltà finanziarie delle emittenti di Capodistria (e soprattutto della Radio, che ha avuto momenti di notorietà fortissimi anche in Italia negli scorsi decenni). Ma c’è anche il 70° anniversario da festeggiare, come si diceva, che permette di rievocare la gloriosa storia di Radio Capodistria (emittente che questo periodico ha sempre seguito con attenzione), cosa che verrà fatta in particolare all’interno del programma ‘Glocal’ (la partenza è avvenuta il 28 gennaio) mediante la rubrica “Settanta voglia di radio”, in onda ogni ultimo lunedì del mese per celebrare l’importante ricorrenza in questione. La rubrica propone brani d’archivio e ricordi dei protagonisti della storia di Radio Capodistria, che compirà 70 anni, per la precisione, il prossimo 25 maggio.
Il progetto di punta del 70° anniversario sarà coordinato con la Comunità radiotelevisiva italofona da Aliosa Curavic e prevede un evento musicale con cui celebrare l’evento.
Ma veniamo alla gloriosa storia di Radio Capodistria, più volte evocata. È stato ancora Antonio Rocco a delinearla schematicamente: “Il 1949 era un anno molto particolare, i confini non erano ancora definiti ed erano oggetto di battaglie ideologiche. Per rispondere a Radio Trieste A venne creata Radio Trieste Zona Jugoslava, poi Radio Capodistria, che attrasse molti intellettuali ed esponenti del mondo culturale; dopo il memorandum di Londra sembrava dover concludere la sua missione, invece grazie al segnale in Onde Medie (i gloriosi 1170 kHz ben noti in Italia e tuttora attivi; N.d.R.) ha trovato fortuna, coprendo l’Italia e conquistando con la sua simpatia il pubblico, che ancora oggi ricorda quei tempi e ci segue molto volentieri. Un periodo eroico, che ‘ha dato il la’ a tutto quello che seguì. All’inizio degli anni ‘90 siamo diventati servizio pubblico, ma siamo rimasti Radio Capodistria, con il pubblico che ci segue su tutte le piattaforme. Proseguiamo nella scelta della qualità e nel seguire i problemi della CNI, perché questa è la nostra missione”.
Negli anni Radio Capodistria (come la Tv) si è sviluppata in due programmi distinti, due emittenti autonome all’interno del sistema pubblico della radiotelevisione slovena: c’è quella che dà voce alla popolazione slovena e quella che, come di consueto, dà voce alla comunità italiana del territorio.
Dal 1° gennaio Tele Capodistria ha poi anticipato la seconda edizione del Tg alle 21, a poco più di un’ora e mezza dalla tradizionale edizione delle 19 e Rocco ha approfondito i motivi della scelta: “È stato per l’esigenza di diminuire i costi. Anticipare la seconda edizione del Tg, però, ci offre anche nuove possibilità, andando in onda poco prima delle prime serate delle reti principali. Non è una cattiva collocazione e ci dà l’opportunità di lanciare i programmi che vengono a ruota. Il palinsesto verrà cambiato, ha delle difficoltà, e strada facendo vedremo come intervenire. Al momento abbiamo evitato di chiudere le seconde edizioni del sabato e della domenica, cosa che ci era stata chiesta dalla Rtv per conseguire ulteriori risparmi. Coglieremo l’opportunità per dare nuovi ritmi ai palinsesti”.
C’è poi la questione del satellite, che riguarda sia la Radio che la Tv, e che permette soprattutto a Tele Capodistria di essere visibile in tutta Italia, anche se Sky, stranamente, non l’ha mai inserita fra le emittenti ‘di informazione’ italiane e internazionali (canali 500), per cui, se la si vuol vedere, bisogna cercarla e sintonizzarla fra gli ‘altri canali satellitari’; su Tivùsat invece c’è ed è al canale 78. Radio Capodistria è invece presente fra le Radio dei canali 700 di Sky e sul 657 tra le Radio di Tivùsat.
Il satellite è un argomento spinoso, per il suo costo rilevante, e spesso il suo utilizzo per Tele Capodistria è apparso ‘a rischio’. Anche oggi le cose non vanno meglio, sempre secondo Rocco: “Il satellite è un problema, perché nel 2019 scadrà il contratto tra la Rtv slovena ed Eutelsat. Dovremo risolverlo con la Rtv e con chi potrebbe aiutarci a finanziare questi progetto, finora sostenuto da contributi pubblici dei governi sloveni e italiani; questi hanno subìto ulteriori dilatazioni per i tempi lunghi dei fondi da Roma. Per quest’anno siamo coperti, ma per il futuro dovremo capire se e in che maniera potremo coprire le spese, perché i contratti con Eutelsat sono pluriennali. È una questione strategica, non l’abbiamo ancora risolta”.
Infine, anche l’ingresso nella Tv via cavo croata è difficile, per una serie di problemi sui diritti.
Le cose vanno invece molto meglio per ciò che riguarda la presenza su Internet, appena rinnovata e incrementata: “Il portale 4D sta dando buoni risultati, il nostro pubblico si attende da noi una presenza in questo settore e il lavoro è ottimo: stiamo offrendo molto, oltre alle dirette radio e tv. È un lavoro aggiuntivo rispetto a quello abituale: spero di arrivare prima o poi alla creazione di una redazione multimediale che pensi a come proporre questi contenuti sulle varie piattaforme”. (M.R. per NL)