(IFG Online) – Fra meno di quattro mesi nei Paesi dell’Unione europea si votano i rappresentanti del Parlamento di Strasburgo. In tutto sono chiamati alle urne 378 milioni di cittadini. Sedici milioni di persone, nei 27 Stati membri, esprimeranno per la prima volta la propria preferenza. La settima legislatura, a trent’anni dal 1979, quando nasceva il primo Parlamento europeo, sarà un fenomeno dai numeri eccezionali. Ma i media italiani non sembrano esserne molto interessati. Lo dicono i numeri dell’Osservatorio di Pavia: sono soprattutto radio e televisioni di casa nostra a parlare poco dell’Unione europea.
I numeri – Ventuno emittenti nazionali – 9 televisioni e 12 radio – sono state monitorate per un anno dalle 7 alle 24. «Dal 1 ottobre 2007 al 30 settembre 2008 – dice Stefano Mosti, presidente dell’Osservatorio di Pavia – soltanto il 3% delle notizie complessivamente osservate ha per oggetto l’Unione europea. Il dato sfiora il 9% per quelle notizie che ne parlano marginalmente o che citano soggetti europei». Per i nostri media l’ago della bilancia dell’interesse pende dalla parte degli affari interni collegati all’Europa (28,7% delle notizie), uno fra tutti l’emergenza immigrazione, rimasto a lungo in agenda la scorsa estate. Nell’ordine radio e televisioni, sostanzialmente allineate nelle scelte, hanno trattato di economia e finanza (13,4%) e di giustizia e sicurezza (12,6%). Soltanto una media di due notizie su cento affronta i temi dell’energia, l’ambiente e gli affari sociali. E se i soggetti collettivi sono molto conosciuti, si parla poco di quelli individuali. Unione europea, BCE, Parlamento e Commissione sono fonte di notizia molto più di Almunia, Trichet o Barroso. Dall’Osservatorio di Pavia è stato presentato anche un focus sui telegiornali nel trimestre settembre-novembre 2008. Chi dà maggiore attenzione alla Ue in questo caso è Sky Tg 24 (20,77%), seguita da Rai 3 e Rai 1 (rispettivamente 16,38% e 14,10% delle notizie monitorate). Fra le reti Mediaset solo Canale 5 si attesta intorno a 10%. Rainews 24 e La 7 fanno meglio di Rete 4 e Italia 1.
Gli effetti – In Italia le conseguenze di queste cifre si avvertono. Secondo un recente sondaggio dell’Eurobarometro i cittadini ritengono di non essere sufficientemente informati rispetto alle attività dell’Unione europea. Secondo il vicepresidente del Parlamento europeo Mario Mauro, intervenuto a Milano all’incontro “Verso le europee 2009”, «Il dramma del deficit di democrazia che vivono le istituzioni si ripercuote nella difficoltà dei cittadini ad essere consapevoli dei processi decisionali». Per far fronte a questa esigenza «bisogna diffondere le informazioni – continua Mauro – in maniera capillare a partire dalle emittenti locali». «La responsabilità di questo deficit di informazione, avvertito da più parti – gli fa eco Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione europea, viene dai politici, ma anche dai giornalisti, che dovrebbero accendere il dibattito e interessarsi alle questioni sovranazionali, troppo spesso in secondo piano». In vista delle elezioni del 6 e 7 giugno 2009, gli uffici italiani del Parlamento e della Commissione europea adotteranno una strategia comune per informare i cittadini: sfruttando il potere dei media locali, l’obiettivo è quello di sostituire, nel tempo, le notizie “burocratiche” con notizie più espressamente “politiche”.
Irene Privitera