Radio e Tv. Quando il silenzio crea disagio? Un interessante studio di Preply fornisce importanti indicatori per giornalisti e conduttori

silenzio

Uno studio della piattaforma Preply anticipato a Newslinet sui tempi di sopportazione del silenzio (che, in Italia, crea imbarazzo e tensione dopo 6,2 secondi), può essere sfruttato per affinare le tecniche di conduzione, interviste e produzione lineare ed on demand.
Ne parliamo con Carlo Elli, fondatore della compagnia di produzione audio italiana Kvox, che per conto della nostra testata ha realizzato sull’inconsueto tema un abstract che proponiamo.

Sintesi

Un interessante studio di Preply, piattaforma ucraina nata nel 2012 per l’apprendimento delle lingue online che mette in contatto insegnanti e centinaia di migliaia di studenti in 180 paesi nel mondo (40.000 insegnanti che insegnano oltre 50 lingue, supportati da un algoritmo di apprendimento automatico che consiglia i migliori per ciascuno studente) ha analizzato il tempo di sopportazione del silenzio, stabilendo che una persona lo trova in impabazzo mediamente dopo 6,8 secondi (6,2 per gli italiani).
In che modo questo può avere rilevanza per i media radiotelevisivi ed in particolare per conduttori, giornalisti e podcaster?
Newslinet ne ha parlato con Carlo Elli, fondatore e direttore della compagnia di produzione audio Kvox, tra le prime strutture di podcasting italiane.

Gli italiani tollerano il silenzio in una conversazione solo per 6,2 secondi

Ci siamo passati tutti: i silenzi imbarazzanti mettono a disagio chiunque.
Ma quanto tempo passa prima che la situazione diventi veramente imbarazzante?

Lo studio Preply

Per scoprirlo la piattaforma Preply ha realizzato un studio intervistando 26.719 persone in 21 paesi diversi, tra questi anche l’Italia, per capire quanto tempo impiegano le persone nei vari paesi del mondo a sentirsi a disagio quando c’è silenzio.

L’Italia è il paese europeo dove i silenzi sono vissuti con maggiore imbarazzo

“In media, una persona inizia a trovare imbarazzante il silenzio dopo 6,8 secondi. Ma in Italia l’attesa è più breve. Bastano infatti solo 6,2 secondi, un dato significativamente inferiore rispetto alla media globale. Sono soprattutto le generazioni più giovani a provare disagio: ben l’82% della Gen Z considera i silenzi imbarazzanti. Con l’aumentare dell’età, invece, questa percentuale diminuisce, probabilmente a causa di una minore preoccupazione per il giudizio altrui”, si legge nel rapporto di Preply.

I paesi più imbarazzati dal silenzio

Tra i paesi più imbarazzati dai silenzi, l’Italia è superata solo dal Brasile, dove le persone iniziano a sentirsi a disagio dopo appena 5,5 secondi di silenzio. Al contrario, nei Paesi Bassi, in Giappone e in Thailandia, il silenzio è accettato per più tempo ed è considerato poco fastidioso.

Estranei e colleghi: chi mette più a disagio gli italiani?

La ricerca rivela che per il 57% degli italiani i silenzi più imbarazzanti sono quelli con estranei. Subito dopo ci sono quelli con parenti lontani (41%), una situazione particolarmente scomoda per gli over 65.

Differenze sul posto di lavoro

“Anche i silenzi con i superiori sul lavoro possono creare disagio: quasi un terzo degli italiani ammette di trovarsi in difficoltà, con una percentuale più alta tra le donne (35%). Tuttavia, questa difficoltà non si riscontra nelle interazioni con i colleghi”, si legge nel report di Preply.

Donne più imbarazzate dal silenzio

“Le donne, inoltre, tendono a sentirsi più in imbarazzo rispetto agli uomini nelle conversazioni con i suoceri, evidenziando una maggiore sensibilità a questo tipo di contesto familiare. In generale, sembrerebbe che le donne soffrano maggiormente il silenzio con persone su cui vogliono fare una buona impressione, mentre gli uomini provano più imbarazzo nei momenti di silenzio con chi hanno legami stretti”, si annota nelle conclusioni di Preply.

Applicazioni dei risultati del sondaggio Preply in ambiente radiotelevisivo

Bene, ciò premesso, ci siamo chiesti come lo studio Preply potesse trovare applicazione in ambito mediatico, in particolare in quello radiotelevisivo. Abbiamo quindi chiesto alla compagnia di produzione audio Kvox (gruppo Consultmedia) di verificarlo.

L’abstract di Kvox

Kvox ha quindi realizzato un abstract che di seguito riportiamo e commentiamo col fondatore e direttore Carlo Elli, attore, doppiatore, presentatore radio-tv, autore di spettacoli musicali e teatrali

Spunti interessanti

“Lo studio condotto da Preply sul tempo di sopportazione del silenzio nelle conversazioni offre spunti interessanti per il mondo dei media, in particolare per il settore radiotelevisivo. I risultati, che evidenziano come gli italiani trovino imbarazzante un silenzio dopo appena 6,2 secondi (inferiore alla media globale di 6,8 secondi), possono essere sfruttati per migliorare le tecniche di conduzione, interviste e interazioni con il pubblico“, introduce il tema Kvox.

Tecniche di conduzione e interviste

“I conduttori e i giornalisti possono utilizzare il silenzio come strumento strategico durante le interviste. Sapendo che il silenzio è percepito come imbarazzante in tempi così brevi, un intervistatore potrebbe intenzionalmente lasciare pause più lunghe per mettere a disagio l’interlocutore, spingendolo a fornire risposte più dettagliate o a rivelare informazioni non previste. Questa tecnica è particolarmente efficace con personalità poco abituate a gestire situazioni di pressione mediatica”, spiega Carlo Elli.

Gestione del ritmo nei programmi

“Nei talk show o nei programmi di intrattenimento, i conduttori possono sfruttare la conoscenza dei tempi di tolleranza del silenzio per modulare il ritmo delle conversazioni, ma anche per creare un surrettizio disagio nel pubblico. Ad esempio, in un dibattito, un silenzio ben posizionato può accentuare una dichiarazione importante o dare spazio alla riflessione”, si legge nel report della compagnia di produzione audio.

Interazione con il pubblico

Nei programmi in diretta, dove l’interazione con il pubblico è fondamentale, i conduttori possono sfruttare silenzi prolungati per generare imbarazzo. “Questo è particolarmente rilevante durante le telefonate in diretta o le interazioni con ospiti in studio: una gestione attenta dei tempi di risposta e delle pause può mantenere alto l’engagement e stimolare artatamente situazioni di disagio”, suggerisce Elli.

Silenzio imbarazzante 2 - Radio e Tv. Quando il silenzio crea disagio? Un interessante studio di Preply fornisce importanti indicatori per giornalisti e conduttori

Podcast

“Anche nella produzione di contenuti (in particolare podcast), la conoscenza dei tempi di tolleranza del silenzio può influenzare le scelte di montaggio. Ad esempio, in un podcast crime, un silenzio maggiore di 6 secondi potrebbe favorire un senso di tensione”, commenta il fondatore di Kvox.

Differenze generazionali e di genere

Lo studio Preply evidenzia che le generazioni più giovani (Gen Z) e le donne tendono a provare maggiore imbarazzo durante i silenzi. “Il dato può essere utilizzato per personalizzare i contenuti in base al target di riferimento. Ad esempio, programmi rivolti a un pubblico giovane potrebbero sfruttare pause eccessive per favorire l’engagement su un target notoriamente più assuefatto agli stimoli”, propone Carlo Elli.

Situazioni specifiche

Che conclude: “Il fatto che il 74% degli intervistati trovi imbarazzanti i silenzi in spazi ristretti e il 68% durante i primi appuntamenti suggerisce che i programmi che simulano situazioni analoghe (ad esempio, reality show o dating show) potrebbero trarne indicazioni per creare condizioni di stimolazione”.

Metodologia

Il sondaggio Preply è stato condotto a novembre 2024 su 26.719 persone in 21 paesi diversi (Argentina, Austria, Brasile, Colombia, Francia, Germania, Hong Kong, Italia, Giappone, Messico, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Singapore, Spagna, Svezia, Svizzera, Tailandia, Turchia , Regno Unito e Stati Uniti). (E.G. per NL)

 

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