Twenty Twenty in H264 anziché H265. Di Maio ha adottato normativamente il paradigma Radio Tv 4.0 lanciato da questo periodico tre anni fa per promuovere i nuovi modelli radiotelevisivi digitali.
Ieri è infatti stata formalizzata l’apertura del tavolo “TV 4.0” tra Ministero dello Sviluppo Economico, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ed i principali operatori del settore televisivo che ha un duplice obiettivo: da un lato consentire un’attuazione ordinata della liberazione della banda 700 MHz assicurando il massimo coinvolgimento dell’autorità indipendente di settore e degli operatori coinvolti e dall’altro, quello di favorire la trasformazione digitale del settore televisivo attraverso il dialogo costante con i protagonisti.Nel merito, sul piano legislativo, si è provveduto a modificare le “Linee guida per il Piano di comunicazione – Strategia banda ultralarga 2016-2020” al fine di assicurare lo stanziamento di risorse sufficienti per svolgere la rendicontazione, nonché i controlli di primo livello sulle opere realizzate nell’ambito del progetto aree bianche.
Due i decreti emanati: il primo definisce la roadmap per la liberazione della banda 700 MHz fissando, come richiesto dalla decisione UE 2017/899, le scadenze intermedie e finali del processo che porterà all’adozione del 5G, tecnologia abilitante la quarta rivoluzione industriale. Nello stesso decreto, recependo suggerimenti degli operatori (di cui abbiamo dato conto su queste pagine da due anni a questa parte) è stato previsto che il formato MPEG4 (H264) sarà quello da utilizzare per il segnale televisivo.
In sostanza, nonostante tutti i tv in vendita da tempo siano già T2 ready, verrà sfruttato il formato inferiore, cioè H264. Una scelta che favorisce certamente gli utenti (in sostanza basta un tv HD per ricevere i canali), ma che limita la disponibilità di banda che sarà necessariamente inferiore all’attuale, considerata la sottrazione delle risorse frequenziali della banda 700 MHz a favore del 5G.
“Questa scelta, rivolta verso il formato tecnologicamente più avanzato, è il primo passo verso la trasformazione digitale del settore televisivo che il Governo intende favorire”, spiega il Ministero dello Sviluppo Economico in una nota sulla questione.
In realtà, la scelta di favorire la tecnologia H264 è transitoria, posto che l’adozione del T2 appare un obiettivo indispensabile per consentire l’upgrade televisivo in regime di complementarietà con l’IP Tv (nel 2022 quasi il 100% dei tv sarà smart ed il mercato pubblicitario sta già prendendo atto del cambiamento di modelli di fruizione).
La riunione è stata anche l’occasione per fare il punto delle attività che vedranno impegnato il COBUL nei prossimi mesi. In particolare, il progetto aree grigie e la predisposizione di linee guida per semplificare i processi di infrastrutturazione del Paese.
“La banda ultra larga – ha dichiarato il ministro Luigi Di Maio in una nota – è un’infrastruttura strategica per il Paese, per i nostri cittadini e per le imprese. Le prime priorità di questo comitato sono state quelle volte alla salvaguardia degli investimenti, appunto, in banda ultra larga per le aree dove attualmente non c’è alcuna infrastruttura. Le cosiddette aree bianche. Questa delibera permette al Ministero dello Sviluppo Economico di coordinare la rendicontazione degli investimenti effettuati delle opere realizzate, aiutando concretamente le Regioni in questa attività.
Questo è un presupposto essenziale affinché la Commissione Europea, banalmente, non richieda i soldi indietro. Stiamo parlando di oltre 200 milioni di Euro di investimenti. Stiamo mettendo in campo – ha continuato Di Maio – tutte le risorse umane e finanziarie disponibili per accelerare la realizzazione delle opere e pensiamo che il dialogo con tutti i soggetti coinvolti sia fondamentale per portare a termine il progetto”.
“L’adozione della tecnologia 5G – ha concluso il Ministro – è un’occasione fondamentale per la crescita del Paese. Abbiamo il dovere di creare le condizioni affinché il passaggio sia ordinato e avvenga nel rispetto dei diritti di tutti gli attori interessati, avendo come obiettivo prioritario la creazione di una Smart Nation. Da oggi riparte l’Italia Digitale”.
Ma non solo lo sviluppo del formato H264 in luogo dell’H265 è la novella che interesserà il comparto: in questi giorni Di Maio ha altresì annunciato novità anche per la radiofonia, visto che i tempi sarebbero maturi per importanti revisioni normative.
Pur non esplicitata chiaramente, l’affermazione del ministro dello Sviluppo Economico, secondo alcune dichiarazioni collaterali, fa riferimento ad uno sprone legislativo e/o regolamentare verso la multipiattaforma prima che gli OTT del web (segnatamente i servizi di streaming on demand, come Spotify) fagocitino quote di mercato rilevanti del medium come sta avvenendo un po’ ovunque nel mondo tecnologicamente evoluto, ad una generale liberalizzazione da vincoli ormai anacronistici che frenano il settore, come quelli di copertura (il legame tra l’illuminazione analogica e quella digitale). (E.G. per NL)