Bene la neutralizzazione nel DL Rilancio del pericoloso emendamento che prevedeva un complesso (e nella sostanza irrealizzabile) calcolo per la determinazione degli indennizzi dei diritti d’uso DTT da dismettere. Ma Fondo emergenza per radio e tv locali che fanno informazione in tempo di Covid-19 non è sufficiente e quindi occorre provvedere all’estensione del contributo in sede di conversione in legge del DL 34/2020.
Associazioni concordi
“Le associazioni Aeranti-Corallo, Associazione TV Locali di Confindustria Radio TV ed Alpi che rappresentano la quasi totalità del settore televisivo locale, esprimono soddisfazione per la cancellazione dell’articolo che tendeva ad azzerare gli indennizzi agli operatori locali che debbono riconsegnare le frequenze con moltissimi anni di anticipo rispetto a quanto previsto dai diritti d’uso loro rilasciati”.
Così una nota dei sindacati all’indomani della pubblicazione in G.U. del DL Rilancio (DL 34/2020).
Emendamento indennizzi inaccettabile ed impraticabile ipotesi
“Tale inaccettabile ed impraticabile ipotesi era basata su criteri particolarmente complessi che prevedevano il calcolo degli indennizzi sulla base degli investimenti effettuati al netto degli ammortamenti. Investimenti, che come è noto, nella maggior parte dei casi, sono stati effettuati dagli operatori di rete circa dieci anni orsono e di conseguenza completamente ammortizzati. Con tale procedura la maggior parte degli operatori locali non avrebbe avuto diritto ad alcun indennizzo, ciò avrebbe probabilmente generato un ampio contenzioso mettendo a rischio l’intero processo di transizione”, spiegano le associazioni.
Indennizzi non sono contributi!
“Le associazioni di categoria nello stigmatizzare tale procedura, chiedono al Mise che, come già avvenuto con precedenti provvedimenti, i criteri dell’indennizzo si basino sulla quantità della popolazione nelle aree relative al diritto d’uso indicati nei decreti ministeriali stessi, e auspicano che ora possa essere finalmente riaperto un confronto costruttivo e condiviso con il Mise su tale tematica vitale per gli operatori di rete locali che vengono privati di un asset strategico per le loro imprese. Tali misure economiche non sono peraltro contributi ma sono invece degli indennizzi finalizzati a risarcire la dismissione anticipata dei diritti d’uso pluriennali, sui quali gli operatori locali avevano predisposto i propri piani industriali“.
Fondo emergenza è riconoscimento del lavoro fatto, ma non è abbastanza
Relativamente al Fondo emergenze emittenti locali – previsto dal DL 34/2020 – che stanzia misure di sostegno alle emittenti informative che, durante tutto il periodo di lockdown, hanno continuato a produrre con l’impegno di tutti i propri lavoratori, un’informazione locale attendibile ed insostituibile, incrementando notevolmente i propri programmi informativi, gli enti esponenziali chiedono che la provvista sia amplicata in sede di conversione in legge del Decreto Rilancio.
Ministero emani al più presto i Decreti di spettanza
Le associazioni, infatti, “ritengono che tale norma, pur prevedendo uno stanziamento inferiore alle esigenze del comparto, rappresenti un importante gesto di attenzione e auspicano che in sede parlamentare tale stanziamento possa essere migliorato; chiedono inoltre al Ministero dello Sviluppo Economico di emanare al più presto i previsti decreti al fine di dare attuazione alla norma“. (E.G. per NL)