Radio e tv locali, nuovo schema regolamento contributi. Sindacati rtv: impatto grave del nuovo dpr

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Cala in modo vertiginoso l’entusiasmo che Aeranti-Corallo aveva – troppo precocemente – espresso verso il dpr recante il nuovo regolamento per la concessione di misure di sostegno a radio e tv locali, che sarà applicabile già per i contributi relativi all’anno 2016.
L’associazione presieduta da Marco Rossignoli, analizzando meglio il testo del regolamento, ha realizzato che la normativa avrebbe avuto un impatto devastante sulle emittenti minori, cioè proprio su quelle che Aeranti-Corallo rappresenta, per effetto dei nuovi criteri di accesso ai contributi e di assegnazione dei punti per la graduatoria: in particolare, si richiede a radio e tv locali di impiegare effettivamente personale (in particolare giornalisti) assunto a tempo determinato o indeterminato, secondo un rapporto congruo con la popolazione del territorio in cui l’attività dell’emittente è svolta. Nell’ultimo numero del suo periodico, l’associazione ha fatto meglio i conti e ha pubblicato una simulazione di questo impatto: basandosi sulle graduatorie del personale dipendente (Corecom 2015 per le tv, graduatoria unica nazionale 2014 per le radio) e sulle coperture delle emittenti come risultanti dalle autorizzazioni FSMA 2012 (ultime disponibili), Aeranti-Corallo ha stimato che le tv locali commerciali in linea con i requisiti di ammissibilità sarebbero appena 57 (30 al Nord, 10 al Centro, 17 nel Sud Italia e isole), mentre le radio commerciali 89. La soddisfazione per un dpr che era stato definito rivoluzionario ed accolto con plauso, si è così trasformata in preoccupazione perché “potrebbero essere escluse dalla contribuzione molte importanti storiche emittenti televisive locali” come ammette finalmente l’associazione. Nel frattempo, i pagamenti per le contribuzioni relative all’anno 2015 procedono a rilento: il Ministero dello Sviluppo economico dovrebbe aver già predisposto i mandati di pagamento delle emittenti inserite nelle graduatorie di Bolzano, Trento, Valle D’Aosta, Basilicata, Lazio, Piemonte, Toscana, Marche e Puglia, ma per altre regioni sarebbe ancora in attesa delle certificazioni da parte dell’INPGI, necessarie all’espletamento dell’iter per le liquidazioni. Aeranti-Corallo ha quindi colto l’occasione per sollecitare ancora una volta l’ente previdenziale dei giornalisti ricordando che i ritardi accumulati gravano ancora di più sulla già difficile situazione economica delle emittenti radiotelevisive locali. (V.D. per NL)

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