Come abbiamo accennato in un nostro precedente articolo, c’è da registrare un nuovo protagonismo del Corecom Sicilia, deciso a intervenire con decisione sul tema delle difficoltà dei media regionali, con Radio e Tv locali in primo piano.
In particolare, poche settimana fa è stata annunciata la costituzione di tre tavoli tecnici – uno dedicato ai giornalisti, uno agli editori radiotelevisivi e uno agli editori di quotidiani – con i quali il Corecom Sicilia vuol accendere i riflettori e trovare soluzioni alla crisi che attanaglia il settore. Ogni tavolo, naturalmente, cercherà di identificare le specifiche problematiche di ciascun comparto.
La strategia complessiva è stata spiegata dalla presidente del Corecom Sicilia Maria Astone nel corso della prima riunione del tavolo tecnico (in questo caso ‘a carattere generale’) sull’informazione nell’isola: “La crisi che attraversano i media tradizionali, a partire dai quotidiani, soprattutto in Sicilia obbliga le istituzioni ad avviare iniziative dirette a trovare soluzioni politiche e normative per rilanciare un settore trainante dell’economia regionale, per i riflessi che esso ha sul piano dell’occupazione e dell’attività di impresa”.
All’incontro in questione sono intervenuti davvero in tanti: oltre alla presidente Astone, c’erano tutti gli altri componenti del Corecom Sicilia, nonché il vicepresidente della Regione e assessore all’Economia Gaetano Armao, il segretario generale di Anci Sicilia Mario Emanuele Alvano, rappresentanti dell’Ordine dei Giornalisti e dell’Assostampa siciliana, editori di emittenti locali, rappresentanti delle associazioni nazionali delle Radio e Tv (Fabrizio Berrini per Aeranti-Corallo, Franco Siddi e Rosario Alfredo Donato per Confindustria Radio Tv) e anche Salvatore Cusimano, direttore della sede Rai della Sicilia.
Non ci saranno però solo, in futuro, i tre tavoli tecnici citati: il Corecom Sicilia, infatti, vuole organizzare entro novembre la seconda Conferenza sull’informazione nell’isola, con lo scopo di formulare una proposta di intervento legislativo da sottoporre al governo regionale e all’Assemblea Regionale siciliana.
Nel corso dell’incontro indetto dal Corecom Sicilia, tenutosi a fine maggio, sono stati anche forniti alcuni dati significativi relativi ai media nell’isola.
Intanto, l’84 per cento dei siciliani si interessa di informazione locale, la Rai è il primo gruppo ‘di riferimento’, in particolare con il Tgr Sicilia, visto dal 28,3 della popolazione. Importante è tuttavia anche il quotidiano ‘La Sicilia’, letto dal 17,6% della popolazione, seguito dall’emittente televisiva Tgs con il 17,4%.
I dati emergono soprattutto dalla nota indagine dell’AgCom sul sistema informativo locale. Sempre secondo lo studio, il mezzo più importante per informarsi in Sicilia è la Tv per il 56,9% della popolazione, seguito dal web con il 29,6%, dai quotidiani con il 9,4% e dalle Radio, con solo il 4,1% della popolazione (viene il dubbio, tuttavia, che ci sia un po’ di sottovalutazione, in quest’ultimo caso).
In Sicilia hanno sede 65 emittenti televisive, 131 stazioni radiofoniche e 5 testate quotidiane. Le imprese del sistema informativo con sede nell’isola sono complessivamente 315 e impiegano 794 dipendenti.
“Sono numeri che ci devono far riflettere – ha detto ancora Maria Astone – , perché dopo la Tv e internet, purtroppo i giornali cartacei tradizionali restano indietro. Certo è difficile invertire l’evoluzione tecnologica, ma va detto che dallo studio emerge forte l’esigenza di informazione di prossimità, cioè i cittadini chiedono di avere notizie locali. Purtroppo la crisi dell’attività editoriale è sotto gli occhi di tutti, ma l’indagine AgCom fa espresso riferimento alla Sicilia; è dunque nostro obiettivo la proposta di un disegno di legge dalla base per offrire una soluzione alla crisi di informazione e mercato, perché ricordiamoci che non va garantita solo l’informazione ma anche il pluralismo”.
Da segnalare anche la dichiarazione del vicepresidente Armao, che ha evidenziato come “qualsiasi politica pubblica che non raggiunge, attraverso una corretta informazione il cittadino, risulta inefficace; è necessario pensare a una nuova formula per la legge sull’editoria e bisogna comunicare e informare i cittadini su tutti gli appalti e sui loro iter in modo costante. Per ogni singolo appalto si dovrebbe destinare parte dei fondi all’informazione”. (M.R. per NL)