Avevamo su queste pagine manifestato forti perplessità a riguardo delle affermazioni di “soddisfazione” dell’associazione Aeranti-Corallo, che rappresenta perlopiù emittenti di piccole e medie dimensioni, all’indomani della presentazione dello schema di DpR recante il nuovo regolamento per i contributi annuali destinati all’emittenza televisiva e radiofonica locale, approvato nel corso del Consiglio dei Ministri del 24/03/2017.
Mentre infatti potevamo capire le espressioni positive di Confindustria Radio-Tv, che associa emittenti di grandi dimensioni, le quali in sede di conferma della bozza aumenterebbero in forma anche consistente le contribuzioni (ma ciò nonostante il presidente dell’associazione tv locali Maurizio Giunco è stato molto cauto nelle sue esternazioni), faticavamo ad individuare i benefici per la gran parte degli iscritti al sindacato di Marco Rossignoli, che esultava su un testo che annientava l’intero comparto minore. Eppure, secondo Aeranti-Corallo, il provvedimento era un bene, perchè avrebbe permesso “la ripresa degli interventi a sostegno del settore in un’ottica di stimolo dell’attività editoriale e di informazione sul territorio basata sulla qualità, realizzata mediante dipendenti e giornalisti e l’utilizzo di tecnologie innovative”. Addirittura, per il presidente dell’associazione, era molto importante “che tale nuovo Regolamento venga approvato al più presto in via definitiva al fine di permettere alle emittenti locali di ricevere risorse decisive per la propria attività nell’attuale situazione di crisi che sta attraversando il settore; il tutto salvaguardando il pluralismo e la concorrenza nel comparto”. In realtà, l’ente esponenziale, che probabilmente non aveva letto il testo integrale del provvedimento, magari limitandosi ad attingere ai contenuti del comunicato stampa ministeriale (sottilmente scremato delle cattive notizie per le radio e tv minori), ha nei giorni scorsi fatto una vera e propria inversione ad U. Si legge infatti nel bollettino, fatto pervenire alla nostra redazione nella giornata di ieri, che “Desta forte preoccupazione il fatto che i requisiti di accesso per le tv locali, soprattutto con riferimento al numero dei dipendenti, risultano fortemente penalizzanti per la maggior parte delle imprese che oggi beneficiano dei contributi pubblici. Qualora, infatti, non venisse adeguato il numero minimo di dipendenti, previsto dallo schema di regolamento, alle attuali dimensioni imprenditoriali del settore, sarebbero, allo stato attuale, pochissime le emittenti in grado di accedere alle misure di sostegno. Vi è, infatti, da considerare che la crisi economica, unita al forte ritardo nell’erogazione dei contributi pubblici, ha costretto moltissime imprese a ricorrere agli ammortizzatori sociali (contratti di solidarietà e cassa integrazione) e a procedere alla riduzione degli orari di lavoro e/o alla riduzione del numero di dipendenti. AERANTI-CORALLO sta predisponendo un documento di osservazioni e proposte sulla problematica; inoltre, nei prossimi giorni gli organismi dirigenti di AERANTI e CORALLO discuteranno anche gli aspetti radiofonici del provvedimento“. Opportuno cambio radicale di orientamento ed importante lezione per tutti: mai fidarsi dei comunicati stampa (anche se statali)… (M.L. per NL)