Un accordo innovativo in Canada ed un progetto pilota negli USA segnano un cambio di paradigma nei rapporti tra big tech (Google in primis) e media tradizionali (i broadcaster, nello specifico).
Sintesi
Google ha recentemente avviato una partnership con le organizzazioni giornalistiche canadesi che porterà un contributo annuale di 100 milioni di dollari canadesi (circa 72 milioni di dollari statunitensi) nei prossimi cinque anni. I fondi saranno distribuiti equamente tra gli editori eleggibili dalla Canadian Journalism Collective (CJC), con l’obiettivo di sostenere il giornalismo locale e regionale.
Applicazione delle norme protettive approvate dai broadcaster in Canada
Questa intesa segue l’approvazione della legge canadese sull’informazione online, che impone a grandi aziende tecnologiche come Google e Meta di concedere licenze per l’utilizzo di contenuti pubblicati da organizzazioni di informazione, incluse stazioni radio.
I vantaggi (per Google)
Google ha accettato l’accordo in cambio di un’esenzione formale dalla normativa da parte della Commissione canadese per la radiodiffusione e le telecomunicazioni (CRTC).
Espansione della copertura giornalistica
La CBC/Radio Canada, uno dei principali destinatari dei fondi (7 milioni di dollari), ha annunciato un piano per ampliare la copertura informativa locale.
Il piano della CBC
Il progetto prevede: l’assunzione di 25 giornalisti in comunità scarsamente servite, con particolare attenzione al Canada occidentale; il lancio di quattro nuovi programmi TV serali per i telespettatori dell’Atlantico; quattro podcast giornalieri focalizzati su aree specifiche: This is Toronto, This is Vancouver, This is Manitoba e This is Nova Scotia.
Local journalism essential
“Il giornalismo locale è essenziale. Continueremo a investire per meglio servire le comunità, soprattutto quelle con un’offerta informativa limitata”, ha dichiarato Brodie Fenlon, direttore generale di CBC News.
I requisiti previsti
Oltre alla CBC, altri 30 milioni di dollari saranno destinati alle emittenti radiofoniche, incluse quelle di Bell Media, Corus, Stingray Radio. Per accedere ai fondi, le emittenti devono dimostrare di operare in Canada, generare contenuti giornalistici e avere almeno due giornalisti nel proprio staff.
Global News Partnerships
Jaffer Zaidi, vicepresidente di Global News Partnerships di Google, ha sottolineato: “Questo modello continua a fornire traffico prezioso agli editori, permettendo loro di utilizzare strumenti di Google per aumentare i ricavi attraverso pubblicità e abbonamenti”.
Un progetto simile in California
Anche negli Stati Uniti si sta seguendo questa strada: in California, per esempio, un’intesa prevede che Google contribuisca ad un News Transformation Fund, una nuova iniziativa di finanziamento per il giornalismo.
Incubatore
Il progetto include un incubatore per media, finanziato sia da fondi pubblici che privati.
Dettagli ancora non chiari
Dettagli specifici su come verranno distribuiti i fondi, e se saranno coinvolti i broadcaster, non sono ancora chiari. Tuttavia, questa intesa segna un precedente importante per compensare gli editori per l’uso dei loro contenuti online.
Sostegno alla trasformazione del giornalismo
Con questi accordi, Google punta a ridefinire i rapporti tra big tech e media tradizionali, sostenendo il giornalismo in un momento di trasformazione epocale.
Un modello per il futuro?
Se l’iniziativa canadese e californiana si dimostreranno efficaci, potrebbero aprire la strada a intese simili in altri Paesi, inclusa l’Italia, dove il giornalismo locale necessita di sostegni concreti per affrontare le sfide dell’era digitale. (G.M. per NL)