Ai nostri giorni la sopravvivenza di archivi audiovisivi puri come l’Archivio Luce e l’Aamod -Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico, per citare i due principali archivi non televisivi in Italia, avviene tramite le Teche Rai, l’archivio Mediaset e quello de La7.
Nel resto d’Europa, invece, ci sono i progetti Presto del Preservation Technologies for European Broadcast Archives e Euscreen, un consorzio di televisioni europee che sotto la guida dell’Università di Utrecht dal 2009 ha iniziato a digitalizzare parte dei propri archivi audiovisivi (ad oggi disponibili in circa 30.000 documenti). Di notevole interesse sono l’archivio della tv rumena TVR, che a partire dai primi anni Sessanta fino ad oggi racconta la vita del paese del blocco sovietico offrendo uno spaccato visivo affatto sconosciuto, la francese INA – Institut National de l’Audiovisuel e l’inglese BFI – British Film Institute che oltre alla BBC raccoglie materiali e programmi televisivi fin dagli anni Cinquanta con repertori anche dalle Tv private: la prima in UK la Indipendent Television, nata nel 1959. (R.R. per NL)