Il nuovo Contratto RAI e Mise di Servizio per il periodo 2018-2022 pubblicato il 07/03/2018 in Gazzetta Ufficiale (n. 55, testo integrale qui), prende atto nei numerosi cambiamenti socio-economico-tecnologici in corso nel comparto radio-tv, esaltando alcuni concetti numerose volte approfonditi su queste pagine.
Primo fra tutti, naturalmente, la multipiattaforma, che trova spazio addirittura all’art. 1 c. 1 (“l’offerta radiofonica, televisiva, e multimediale diffusa attraverso le diverse piattaforme in tutte le modalità”).
Principio generale ripreso anche agli art. 2 c. 1 lettera a), a rimarcarne l’importanza insieme a quello dell’ibridizzazione (art. 2 c. 2 lettere b) e n), con massimizzazione dei concetti all’art. 5 (offerta multimediale), che consacra l’essenzialità della piattaforma IP e del cd. “brand bouquet“.
La crossmedialità è peraltro un filo conduttore presente praticamente in tutti gli articoli di rilievo del Contratto RAI-Mise 2018-2022.
Sul piano tecnico, degno di nota l’impegno di RAI di fornire al Ministero dello Sviluppo Economico “assistenza tecnica in ordine alle verifiche o accertamenti sul territorio, anche mediante la propria partecipata Rai Way, relativi all’utilizzo della capacita’ trasmissiva e alla sua pianificazione”.
Dettagliata all’art. 16 c. 4 la procedura per realizzazione o la modifica degli impianti di radiodiffusione: “Rai presenta uno specifico piano esecutivo, contenente i seguenti elementi: caratteristiche radioelettriche, area di servizio, destinazione delle opere, natura e caratteristiche del tipo di distribuzione adottata. Il Ministero, entro novanta giorni dal ricevimento del piano esecutivo, si pronuncia sulla richiesta. Nel caso di accoglimento, rilascia un’autorizzazione sperimentale all’esercizio dell’impianto. Il periodo di sperimentazione, necessario per la verifica della compatibilità radioelettrica dell’impianto con quelli delle emittenti radiotelevisive legittimamente operanti ai sensi della normativa vigente, e’ di sessanta giorni dalla data di comunicazione dell’attivazione dell’impianto da parte della Rai.
Se l’impianto non viene attivato entro i sei mesi successivi al rilascio dell’autorizzazione, la Rai ne comunica le ragioni al Ministero per le determinazioni di competenza. Dopo un periodo di sei mesi dall’avvenuta comunicazione dell’attivazione dell’impianto sperimentale, senza che siano intervenuti rilievi da parte dell’Amministrazione, l’autorizzazione si intende definitiva”.
Importante spazio è destinato dal Contratto RAI-Mise 2018-2022 alla Neutralità tecnologica, trattato all’art. 19, che prevede che “Con riferimento alla diffusione della programmazione televisiva, la Rai e’ tenuta ad assicurare che nella fase di attuazione della tabella di marcia nazionale per la liberazione della banda 700 MHz, l’intera programmazione già irradiata sulle attuali reti terrestri sia visibile su tutte le piattaforme tecnologiche; a tal fine, fatti salvi i diritti dei terzi, assicura la diffusione attraverso almeno una piattaforma distributiva di ogni piattaforma tecnologica salvo quanto previsto al successivo comma 2″, che a sua volta statuisce che “Nel rispetto dei principi di universalità del servizio pubblico e nel bilanciamento tra gli interessi degli utenti e i diritti negoziali dell’impresa, la Rai dovrà consentire, previ accordi equi e non discriminatori, la trasmissione simultanea dei suoi canali sulle diverse piattaforme distributive televisive, a condizione che sia rispettata l’integrità dei marchi, dei prodotti e delle comunicazioni commerciali, fatti salvi i diritti dei terzi.
In caso di ritardo o controversia nella conclusione degli accordi, ciascuno dei soggetti interessati può richiedere all’Autorità di verificare e stabilire, in base a criteri oggettivi quali l’ammontare del corrispettivo economico e la durata dell’accordo, le condizioni necessarie per la conclusione degli stessi”.
Sul medesimo tema, il comma 3 dell’art. 19 dispone che “La Rai e’ tenuta a perseguire la qualità tecnica audiovisiva e l’innovazione per la diffusione della propria offerta, valorizzando su ciascuna piattaforma tecnologica le specifiche potenzialità di evoluzione degli standard tecnici”.
In tema di criptaggio, il comma 4 prevede che “Al fine di assicurare una copertura integrale della popolazione, con tutte le possibilità offerte dalle varie piattaforme distributive, la Rai e’ tenuta ad adottare le più idonee modalita’ di criptaggio al fine di garantire in forma gratuita l’accesso all’intera programmazione trasmessa in simulcast via satellite, fatti salvi i diritti dei terzi“, mentre il comma 5 tratta del satellite, statuendo che “La Rai, in conformità a quanto previsto nei commi precedenti in merito alla piattaforma tecnologica satellitare, utilizza la piattaforma gratuita Tivusat e, con riguardo a quelle zone del territorio nazionale non raggiunte dal digitale terrestre a seguito dell’attuazione del Piano Nazionale di Assegnazione delle Frequenze, fornisce una smart card della stessa piattaforma, agli utenti che siano titolati a farne richiesta da un ente certificatore terzo indicato dal Ministero“.L’art. 25 (“obblighi specifici” per l’attuazione della missione), fissa invece alcune prescrizioni, tra le quali paiono di rilievo quelle di “fornire almeno il 90% della propria offerta televisiva e radiofonica lineare in streaming”, “sviluppare prodotti con contenuti innovativi in tutti i generi della programmazione”, “accrescere progressivamente l’offerta di prodotti provenienti dalle teche”, “realizzare in funzione crossmediale prodotti specifici
volti alla valorizzazione della radio”, “accrescere progressivamente l’offerta di prodotti e format appositamente realizzati per una fruizione sulla piattaforma IP“.
Sul piano delle nuove tecnologie, RAI “è tenuta a promuovere l’evoluzione tecnica e lo sviluppo industriale del Paese attraverso il presidio dell’attività degli enti di standardizzazione e attraverso le seguenti azioni: i) sperimentare la diffusione di contenuti mediante l’uso di nuove tecnologie trasmissive su canali terrestri, satellitari e sulla banda larga fissa e mobile e di nuove piattaforme interattive nel rispetto dei principi di parità di trattamento e non discriminazione, nonché delle norme in materia di accesso alla capacita’ trasmissiva in digitale terrestre, previa assegnazione delle necessarie risorse frequenziali; ii) sperimentare i nuovi sistemi di codifica, produzione e archiviazione audio e video basati anche su protocolli IP e le tecniche evolute di analisi e arricchimento del prodotto audiovisivo; iii) valorizzare il mezzo radiofonico anche tramite la tecnologia DAB+ e le nuove tecnologie multipiattaforma“. (M.L. per NL)