Radio e Tv. Da lettura Media Bill inglese novità e spunti interessanti anche per Italia su tema prominence SMAV IG e switch off FM/DAB+

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Il tema dello switch-off FM/DAB nel Media Bill inglese, dove si impongono pesanti regole agli aggregatori e, all’insegna della “prominence“, si obbligano piattaforme e costruttori a dare spazio a BBC e ITV nelle loro home page.
The (ex) Empire Strikes Back. Senza dubbio alcune delle idee di questa futura legge saranno condivise anche in Italia.

The 2023 Media Bill

Nell’articolo pubblicato il 3 maggio dedicato a radio e smart speaker abbiamo parlato di prominence e di come il Regno Unito intende affrontare la questione nell’ambito del nuovo Media Bill in discussione al parlamento inglese.

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I dettagli

Vediamo oggi qualche dettaglio di questa futura legge che ha interessanti spunti di riflessione anche lato televisivo e on-demand.

Quando

Il testo dovrebbe diventare legge relativamente rapidamente, in quanto il governo intende usare i poteri “Enrico VIII” (il re d’Inghilterra nato nel 1491) per superare eventuali osservazioni imposte dal parlamento.

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Prominence (di rilievo)

Cominciamo con la definizione di una parola molto in voga ultimamente: prominence.

Definizione

Non abbiamo nulla da aggiungere a quella fornita da IA di Antrhopic, che riportiamo testualmente:
“La parola prominence nel contesto della regolamentazione dei media in Inghilterra si riferisce all’obbligo di dare ai canali del servizio pubblico e ai loro servizi (tecnicamente servizi di media audiovisivi di interesse generale, ndr) una posizione privilegiata (o “di rilievo”) sulle piattaforme attraverso le quali il pubblico accede a questi contenuti”.

SmartTV

In base a questo principio, piattaforme quali le smart TV devono dare una posizione di primo piano, ad esempio nella schermata principale o tra le prime opzioni, ai canali e servizi del servizio pubblico come BBC e ITV.

Garanzia

Questo dovrebbe garantire che il pubblico possa facilmente trovare e accedere a contenuti di interesse pubblico e di qualità.

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Radio

Per la radio, la prominence si traduce nell’obbligo per le piattaforme di streaming e i dispositivi con assistente vocale (come gli smart speaker) di includere sempre le stazioni radio del servizio pubblico come BBC Radio e le emittenti locali con licenza Ofcom.

 

Chattare con la legge

Premettiamo subito che grazie alle IA di  Anthropic e OpenAI è possibile “chattare” con il lunghissimo PDF originale e porre qualunque domanda specifica sul Media Bill.

Punti rilevanti

Una realtà che obbliga a ridefinire il ruolo del giornalista; proveremo dunque a farlo selezionando i punti che ci paiono più rilevanti e aggiungendo qualche considerazione.

Target Media Bill: controllo statale

Una delle chiavi di lettura di questo Media Bill è la seguente: si tratta di un tentativo da parte dello stato di riprendere il controllo (attraverso il regolatore Ofcom, l’Office of Communication) su un mondo, quello dei media, che grazie agli sviluppi tecnologici rischiava di sfuggire totalmente di mano.

Una proposta costruttiva

Basti pensare al caso degli schermi televisivi dove i costruttori di apparati si “arrogano” il diritto di decidere quali tasti  inserire nei propri telecomandi (Netflix sì, BBC no).  E che con le loro interfacce a icone rischiano di rendere vano l’ordinamento “logico” (secondo la logica di politici e burocrati) dei canali.

L’idea italiana

Un argomento scottante che in Italia vede l’interessante proposta del presidente dell’Associazione Tv Locali federata in Confindustria Radio Tv, Maurizio Giunco, altresì editore di quella che forse è la miglior “news gathering organisation” di Como e non solo (Espansione TV): “(la nostra proposta è) semplice: una home page in cui è democraticamente presente l’offerta televisiva lineare italiana…”

Tv

Ma torniamo all’UK, cominciando dalla parte dedicata alla TV in modo da seguire l’ordine del bill.

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TV

Il nuovo bill modifica la preesistente regolamentazione (del 2003) che fissava al 25% del totale delle ore trasmesse la quota da riservare a produzioni originali da parte delle emittenti free to air che coprono il 95% della popolazione (definite “qualifying service“).

Senza ore

Nella nuova legge non è specificato un numero di ore, ma piuttosto viene indicato in Ofcom l’ente che deve determinare questo numero. Alcune di queste produzioni – una novità – dovranno essere allocate in “peak viewing times” (detto in Italia “prime time“).

IPS e Prominence

Riguardo alla prominence, viene innanzitutto definito il concetto di IPS, Internet Programme Service. Ofcom può definire come tale un programma distribuito (anche) via streaming (“an internet programme service  is either provided by the BBC, or it is provided by another public service broadcaster (or a person associated with a public service broadcaster”) se viene valutato come servizio di pubblico interesse. Alcuni di questi IPS possono dunque essere oggetto di imposizione di “prominence” ai…TSS.

TSS e ODPS

TSS, o Television Selection Services sono quei servizi che permettono agli utenti di selezionare un contenuto live o on-demand (che con l’occasione si guadagna l’appellativo di ODPS, On Demand Program Service).

Icone regolamentate

In breve, il legislatore inglese fa opera di astrazione definendo TSS l’insieme che comprende WebOS come implementato nelle TV LG, AppleTV+ come implementato in AppleTV e anche servizi nativi del mondo broadcast quali BBC IPlayer e similari.

Ofcom

Detto in altre parole, Ofcom ha poteri su tutte le piattaforme di intermediazione dei contenuti cui può imporre dimensione e posizionamento delle icone (e conoscendo gli inglesi non dubitiamo stabiliranno una certa prominence anche per il termometro, se porta con se una chiara indicazione sulla probabilità di precipitazioni).

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Top Picks

Lasciateci dire (giusto per differenziarci dalle IA che tendono a essere “politically correct“) che se l’Italia seguirà l’esempio inglese potremmo  rischiare di trovarci delle schermate di accoglienza che, anziché For All Mankind, ci proporranno in modo “preminente” il TG1, da sempre espressione massima di informazione corretta e bilanciata.

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Radio: niente switch off FM

Passiamo alla radio, dove come abbiamo detto ci sono novità rilevanti. La prima notizia riteniamo sia il fatto che – nonostante il Regno Unito sia come noto un “early adopter” del DAB – ancora non si parla di spegnimento dell’FM.

97A

Lo si comprende da questo periodo: “OFCOM, in the event that a date for digital switchover is set in accordance with section 97A of that Act, (is allowed) to extend existing analogue radio licences until that date. This will provide OFCOM with a way to extend licences for a relatively short period of time and avoid the need for further legislation in the event that (in caso che) a switchover date is set”

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Nel caso che….

Tradotto in italiano significa che le licenze per le emittenti analogiche saranno estese senza ulteriori gare “nel caso” venga definita una data per quello che gli inglesi chiamano “switch over” (al DAB).

Viva e vegeta

Insomma, l’FM è ancora viva e vegeta, come ben sanno gli ascoltatori di BBC Radio 2 che sentono ripetere addirittura la specifica della frequenze utilizzate (“on 88 to 91 FM“) almeno una volta ogni ora.

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News Locali

Altro aspetto interessante riguarda le news locali, che includono anche traffico e meteo. La legislazione tutt’ora in corso vincolava Ofcom a imporre alle stazioni che disponevano di una licenza locale la produzione in loco di news areali.

Vincoli rimessi

Questi vincoli saranno rimossi: le stazioni potranno avere studi di produzione in zone diverse da quelle di copertura e non dovranno necessariamente disporre di staff giornalistico.

Niente giornalisti professionisti

Per fornire il servizio news sarà invece sufficiente un accordo con un quotidiano locale o anche con giornalisti freelance presenti sul territorio.

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Almeno una stazione “news” per multiplex...

In ogni caso, alle radio solo digitali non verrà richiesto di fornire necessariamente il servizio di news.

… o quasi

Sarà sufficiente che i soggetti che operano i multiplex locali si assicurino che almeno una radio presente nel bouquet le fornisca o addirittura che lo spazio per un’eventuale radio di questo genere resti riservato (“OFCOM could be required to impose conditions in local radio multiplex licences requiring the multiplex operator to carry at least one digital radio service carrying local news and information, or to reserve capacity on the multiplex for a radio service carrying local news or information.”).

Smart speaker

Per concludere parliamo degli smart speaker, o meglio dei fornitori degli stessi. Definiti RRSS per “regulated radio selection service” questi si vedono imporre le seguenti regole:

  • Devono fornire l’accesso ai servizi rilevanti (BBC e le stazioni che dispongono di licenza OFCOM)
  • Devono utilizzare in modo preferenziale un portale scelto dalla stazione stessa (per fare un esempio italiano, 70-80.it potrebbe imporre ad Alexa di farsi ascoltare tramite la app di FM-World e non tramite  TuneIn).

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Override

Anche se fortunatamente l’utente ha la possibilità di disobbedire ai desiderata degli editori e scegliere un servizio alternativo (“Alexa, suona Radio 105 attraverso iHeartRadio“). Ma il risultato, come si vede qui sopra potrebbe andare contro l’ultimo dei requirements, piuttosto surreale:

  • the service deals effectively with the spoken commands to ensure listeners can access the services they have requested using the voice assistant“.

Basta errori

Tradotto, significa che il servizio deve selezionare proprio la radio scelta dall’utente e non – come nel nostro caso – far ascoltare l’ex Studio A di Radio Vaticana quando si richiede Radio 105.

Tecnicamente irrealizzabile. Forse

Riteniamo questa richiesta tecnicamente quasi irrealizzabile, come ben sanno coloro che chiedono a Siri di sintonizzare “Radio Montecarlo” e si trovano ad ascoltare del rock russo al posto della diretta dal Blue Note.

Aggregatori

Eccoci all’ultimo vincolo, che difficilmente andrà giù ai produttori di aggregatori: ” A provider may not include advertisements prior to playing the service (i.e. ‘pre-rolls’) nor may they insert advertisements into stations’ existing commercial breaks, or by overlaying them onto any other part of a station’s stream“.

Niente Preroll o midroll

Vietati dunque i famosi preroll o la sovrapposizione di pubblicità scelte dall’aggregatore durante i gli spazi pubblicitari delle emittenti.

Modelli di business

Fatto senz’altro apprezzato dalle emittenti, ma che renderà a forse difficile la vita degli aggregatori stessi, cui è anche precluso di chiedere alle singole stazioni un compenso per il servizio fornito. Resta da vedere se e quali norme verranno eventualmente modificate dalla House of Commons. (M.H.B. per NL)

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