La notizia su Radio e Tv Capodistria non si può dire poi sia così ‘nuova’ ma stavolta sembra, almeno per ora, ‘senza rimedio’: dal 9 novembre sarà sospesa la diffusione satellitare su Hotbird di Radio e Tv Capodistria, che da diversi anni a questa parte ha aiutato le due emittenti slovene che trasmettono (anche e soprattutto) in lingua italiana a farsi vedere e sentire più agevolmente nelle aree che più le riguardano e ‘coinvolgono’: il Nord-Est italiano, la Slovenia e la Croazia istriana e costiera, oltre che, per estensione, gran parte d’Europa. Peccato solo che in Italia Tv Capodistria non sia mai stata inserita nella numerazione di Sky, come pure sembrava logico ed opportuno.
Un ponte importante
Ad ogni modo, da domani la diffusione satellitare cessa, dopo varie minacce simili in passato che poi non avevano avuto l’esito fatale attuale. Per la verità non è del tutto chiaro a cosa sia da attribuire la chiusura dei canali via satellite in questione.
La Rtv slovena, che è proprietaria anche di Radio e Tv Capodistria, non ha quasi mai tenuto in grande considerazione queste emittenti ‘della minoranza italiana’, che sono anche un ponte oggettivo fra due Stati confinanti, senza dimenticare la città di Trieste in specifico, l’Istria intera, che è in gran parte croata, il Quarnero, l’area dalmata e quella balcanica in generale. Il tutto, poi, in chiave mitteleuropea, grazie anche al progetto della Tv transfrontaliera, che ha visto Tv Capodistria fra le emittenti promotrici.
Le alternative
Ma cosa è successo, dunque, di preciso? Si sono lette molto cose, con molte interpretazioni dei fatti e varie proteste, in questi giorni ma forse è meglio affidarsi al comunicato del vicedirettore generale per la Radio e la Televisione per la Comunità Nazionale Italiana Autoctona Antonio Rocco, che segue le emittenti capodistriane da una vita: “Il 9 novembre si interromperanno le trasmissioni satellitari di Radio e Tv Capodistria su Hotbird di Eutelsat. Non disponendo delle risorse finanziarie necessarie, siamo impossibilitati a prorogare ulteriormente la validità del contratto di noleggio del canale.
Le trasmissioni satellitari sono iniziate, sostanzialmente, per permettere agli appartenenti delle Comunità nazionale italiana, divisi in due stati, Slovenia e Croazia, di seguire i programmi di Radio e Tv Capodistria a loro destinati. Grazie a questa tecnologia è stato possibile, per la prima volta, raggiungerli tutti…
In alternativa al satellite, si stanno cercando altre soluzioni. Per quel che riguarda le possibilità di ritrasmettere i programmi di Tv Capodistria nel digitale terrestre in Croazia, si stanno facendo le dovute verifiche presso le autorità locali. Una prima risposta dell’Agenzia per i mass media elettronici della Repubblica di Croazia è attesa nei prossimi giorni. Analoghe iniziative sono in corso in Italia. Tra le possibilità, anche, la distribuzione via cavo e quella via Internet…
La trasmissione via satellite dei segnali di Radio e Tv Capodistria è stata, riteniamo, di grande importanza per la diffusione della lingua e della cultura italiana sul territorio e ha contribuito a promuovere la presenza e il ruolo della Comunità nazionale italiana nei rapporti di collaborazione transfrontalieri e transnazionali. Di ciò ne andiamo fieri. Il nostro impegno, in questo senso, non verrà meno anche in futuro”.
Una questione ormai annosa
Se l’opportunità del digitale terrestre sembra la più logica per il futuro (sempre che la Croazia non ne faccia una questione ‘di campanile’), magari anche nel Nord Est italiano, a cosa è dovuta la mancata copertura dei costi per il satellite (pari a 259.000 euro annui, di cui 160.000 a carico dell’Italia), di cui si parlava già sei anni fa?
‘Avvenire’, quotidiano che ha seguito con attenzione la vicenda in questi giorni, ricorda come la crisi si sia “affacciata per la prima volta nel 2013, quando i fondi dall’Italia si sono dimezzati e la Rtv, la Televisione di Stato slovena di cui Tv Capodistria fa parte, comunicò l’intenzione di far migrare tutti i programmi televisivi dal satellite Hotbird 13 gradi est (quello che copre l’Europa occidentale, Italia e Croazia comprese) al satellite E16A 16 gradi est (destinato a Europa orientale e meridionale)… «Tutte le nostre istituzioni reagirono in maniera compatta e sinergica» – ricorda Maurizio Tremul, presidente dell’Unione Italiana, in rappresentanza delle 52 Comunità dei nostri connazionali d’oltre confine. Tutti i programmi di Rtv furono trasferiti tranne i programmi italiani di Tv Capodistria, poi in parte cofinanziati dalla Slovenia”.
L’Unione Italiana per molti anni ha fatto dunque la sua parte, spingendo prima per interventi mirati da parte della Regione Friuli-Venezia Giulia e poi attingendo alle risorse che l’Italia destina ai nostri connazionali di Istria, Fiume e Dalmazia. Alla fine sembra però aver vinto la logica dei tagli, sia da parte italiana che slovena.
Il satellite e molto di più
Per Radio Capodistria, forte anche di una storica diffusione in Onde Medie, il problema sembra meno pressante ma per Tv Capodistria le conseguenze potrebbero essere serie.
“La perdita del satellite non è una mera questione tecnica o finanziaria ma rappresenta un problema di fondo, strategico e di prospettiva, dal quale potrebbe dipendere, sotto molti aspetti, il futuro della nostra emittente e, visto il contesto sempre meno favorevole, quello stesso della minoranza”- dicono nelle redazioni delle emittenti di Capodistria.
Una speranza per il futuro
Insomma, la situazione è abbastanza scivolosa e rischia di rendere sempre più piccola e insignificante una voce televisiva che unisce popoli e nazioni da quasi cinquant’anni in una delle aree più multiculturali e plurietniche d’Europa. Qualcosa di analogo, solo pochi anni fa, era accaduto allo storico quotidiano di Fiume in italiano ‘Voce del popolo’, che si era trovato privo, dopo molti anni, di una bella fetta del sostegno ‘transfrontaliero’ su cui poteva contare. La crisi è poi stata superata e si spera ora che possa succedere qualcosa di analogo a Tv Capodistria. (M.R. per NL)