Continua il processo di ibridizzazione radiotelevisiva sul DTT: l’ultimo arrivo in ordine di tempo è quello di Babayaga Tv, spin-off della nota emittente radiofonica lombarda Radio Babayaga, già TRS Milano (87,7 MHz), con sede a Cologno Monzese (Mi).
L’emittente ha acquisito il titolo di fornitore di servizi di media audiovisivi (FSMA) con associato l’LCN 601 per la Lombardia da DI.TV., FSMA in quel di Imola (Bo), che identificherà appunto il marchio/palinsesto Babayaga Tv.
“Con Babayaga Tv realizzeremo un prodotto visual radio originale: abbiamo tante idee a riguardo”, anticipa a NL l’editore Enzo Di Maio – fondatore nel 1976 della stazione radiofonica proprio col marchio Radio Babayaga, poi sostituito per quarant’anni dal logo TRS Milano (originariamente Trasmissioni Radio Stereofoniche, utilizzato però in onda solo attraverso l’acronimo), fino alla ripresa identificativa dello scorso anno -, che non nasconde il suo entusiasmo per la fase 4.0. della vita della sua emittente.
Per ora l’emittente è presente con un flusso audiografico sul mux 43 dell’operatore di rete Telemilano – Più Blu Lombardia: le trasmissioni in modalità visual radio prenderanno infatti il via nelle prossime settimane, terminati i test di routine.
L’operazione di integrazione delle piattaforme di Babayaga è stata curata dalla struttura di competenze a più livelli Consultmedia (collegata a questo periodico), specializzata ormai da tempo nei processi di ibridizzazione radiofonica.
Ricordiamo che il convulso fenomeno del trading delle autorizzazioni FSMA con relativi LCN che ha di fatto prima affiancato e poi praticamente sorpassato quello degli impianti FM (solo in parte mitigato dal fatto che, almeno su scala locale, il Mise ha continuato a rilasciare nuovi titoli come fornitore di contenuti DTT fintanto che vi fosse disponibilità di LCN nell’arco 800), subirà tuttavia presto un rallentamento a causa delle previsioni di cui alla L. 205/2017.
Conseguentemente, sbarcare sul DTT per realizzare l’ibridizzazione radiofonica (attraverso la visual radio) risulterà poi molto più complicato. E soprattutto costoso.
Nel merito del trend, dal 2017 si è assistito ad un vero e proprio boom dello sbarco delle radio sul DTT col formato visual (pieno o audiografico), determinato, da una parte, dalla necessità di integrare sul piano sensoriale la veicolazione di contenuti radiofonici in un momento di evoluzione socio-tecnologica che impone che tutti i media siano declinati sulle varie componenti di fruizione (testuale, sonora, visiva) e, dall’altra, dalla necessità di sopperire alla scomparsa dei ricevitori FM negli ambienti indoor.
La riduzione estrema dei ricevitori stand-alone (le radio FM sono presenti ormai in meno di una casa su due e sono quasi del tutto assenti nei locali pubblici, tendenza che non riguarda solo il nostro Paese, ma tutto il mondo tecnologicamente evoluto), ha radicalizzato il medium radiofonico nell’abitacolo dell’auto, certamente rafforzandone il presidio, ma anche esponendolo ad una facile quanto pericolosa concorrenza dei servizi di streaming on demand (Spotify in testa), pronti all’arrembaggio con l’imminente avvento delle auto interconnesse, così come del promettente mercato degli smart speaker (a loro volta declinabili nell’indoor ma anche sull’automotive).
Come detto, però il tempo per le radio per sbarcare sul DTT col formato visual non è infinito.
“Al fine di determinare i soggetti che possono utilizzare la capacita’ trasmissiva di cui al comma 1033 della L. 205/2017 (Legge di Bilancio 2018), entro il 31/12/2018, il Ministero dello sviluppo economico ai sensi del c. 1034 della medesima legge avvierà, infatti, le procedure per predisporre (per ciascuna area tecnica di cui al comma 1030 L. 205/2017) una graduatoria dei soggetti legittimamente abilitati quali fornitori di servizi di media audiovisivi (FSMA) in ambito locale che ne facciano richiesta, prevedendo, se del caso, riserve su base territoriale inferiore alla regione e applicando, per ciascun marchio oggetto di autorizzazione, i criteri stabiliti dal regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 146/2017“, spiega l’avvocato Stefano Cionini, name partner di MCL Avvocati Associati, law firm con practice dedicata alla Radio 4.0.
“La fornitura di capacita’ trasmissiva, da parte degli operatori di rete in ambito locale assegnatari dei diritti d’uso delle frequenze per il servizio televisivo digitale terrestre di cui al comma 1033, ai fornitori di servizi di media audiovisivi in ambito locale avverrà sulla base di una negoziazione commerciale fino al completo soddisfacimento della domanda”, continua il legale. “Nel caso in cui l’accordo non fosse raggiunto con fornitori di servizi di media audiovisivi in ambito locale che rientrano in posizione utile nella graduatoria di cui al primo periodo, il Ministero dello sviluppo economico assocerà la domanda dei suddetti fornitori agli operatori di rete in ambito locale in base alla disponibilità residua di capacita’ trasmissiva e alla posizione in graduatoria dei fornitori medesimi.
In linea con la sequenza di rilasci e attivazioni di frequenze nell’arco del periodo transitorio dal 01/01/2020 al 31/12/2021 nelle aree geografiche di cui al comma 1032, lettera a), le procedure in parola si concluderanno nel periodo dal 30/06/2019 (cioè tra poco più di un anno) al 30/06/2021.
Inoltre, il c. 1035 della L. 205/2017 prevede che in considerazione del nuovo assetto frequenziale e delle modalità di definizione delle aree tecniche, di cui al comma 1030, e in coerenza con le procedure di cui ai commi 1030, 1031, 1033 e 1034, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni aggiorni il piano di numerazione automatica dei canali del servizio televisivo digitale terrestre e le modalità di attribuzione dei numeri entro il 31/05/2019″, annota l’avv. Cionini.
“L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni aggiornerà il piano, nel rispetto del pluralismo dei mezzi di comunicazione, dei principi di trasparenza, equità e non discriminazione e di una razionale allocazione della numerazione, riservando adeguati spazi all’interno dei primi archi di numerazione ai consorzi e alle intese di cui all’articolo 29, comma 2, del testo unico di cui al decreto legislativo n. 177/2005. Il Ministero dello sviluppo economico, sulla base del piano di numerazione e della regolamentazione di cui al primo e secondo periodo, attribuirà quindi la numerazione ai fornitori di servizi di medi audiovisivi in ambito locale di cui al comma 1034, in linea con la sequenza temporale di cui all’ultimo periodo dello stesso comma 1034”, conclude il rainmaker di MCL.
Insomma, se i giochi non sono fatti per lo sviluppo della radiofonica in formato visual sul digitale televisivo terrestre, non manca tanto al loro compimento. Meglio pensarci. (E.G. per NL)