L’euforia dell’IP induce spesso a fraintendimenti da parte degli editori a riguardo della modalità di somministrazione dei contenuti, della loro fruizione da parte degli utenti e delle logiche commerciali sottese, primo fra tutti il modello degli spot.
Editori abituati alla vecchia scuola della comunicazione monodirezionale via etere (da uno a molti e unico contenuto per tutti) vengono sovente malconsigliati o scelgono artistiche e fantasiose soluzioni, commettendo il più banale degli errori: confondere il webcasting col broadcasting.
La radiotelevisione del futuro, quella che, passata la lunga fase della multipiattaforma e del Twenty Twenty, viaggerà solo su IP, presuppone infatti un radicale cambiamento del modello di business, ma anche di somministrazione e di fruizione.
Che Radio e Tv 4.0 saranno quasi esclusivamente basati sulla domande dell’utente e quindi su una personalizzazione a monte (attraverso la scelta tra un catalogo di stazioni sempre più affini ai propri gusti, collocati in un agevole e vasto brand bouquet), oppure a valle (previa composizione del palinsesto sia quanto a contenuti che a tempi di fruizione, come il notiziario con orari e numero di edizioni fissati dall’ascoltatore, prevista per esempio dall’app di Radio 24), dovrebbe essere un dato oggettivo.
Elementi essenziali del mix Radio e Tv 4.0 saranno ovviamente i podcast, prodotto caratteristico dell’ascolto differito rispetto alla produzione, ma anche il live streaming on demand, quello che non esclude la diretta pur basandosi sulla personalizzazione (conduzione live unica ma musica profilata sull’utente) e, lato commerciale, il superamento della logica del mero spot, attraverso la digital audio (la branca della pubblicità tipica dello streaming audiovideo che sfrutta le offerte digitali che offrono agli ascoltatori una maggiore scelta, controllo e personalizzazione della loro esperienza per veicolare inserzioni mirate) e i ricavi da retrocessione di sviluppo traffico.
In sostanza, mentre nel broadcasting non sovvenzionato (da introiti di canoni pubblici) la fonte di ricavi è pressoché unicamente coincidente con lo spot, inteso come pubblicità o sponsorizzazione ed attività affini, nel webcasting essa si declina del digital audio, nell’abbonamento ai contenuti (pay radio e tv pay per listen o view) e negli accordi con i provider telco interessati ad ospitare contenuti di rilievo in esclusiva per fidelizzare la propria utenza. Non a caso, in relazione a questo ultimo aspetto, per fare ciò le compagnie puntano sempre di più su servizi di streaming on demand gratuiti a favore di chi sottoscrive contratti di telefonia fissa e mobile.
Il tutto, però, parte e si sviluppa da una solida base tecnologica di streaming.
Ne pariamo con Gianfranco Picello di Fluidstream, società specializzata nello stream radiotelevisivo, fruibile da qualsiasi computer desktop o portatile e da dispositivi mobili attraverso tecnologie domiciliate su reti ad altissima affidabilità, con server su datacenter ridondati geograficamente.
(NL) Il vostro punto di forza è Universal Web Player, strumento per lo streaming audio e video da anni oggetto di continui miglioramenti ed upgrade…
(Gianfranco Picello) Sì, UWP è basato sulla tecnologia HTML5, permette l’ascolto da tutti i computer fissi e i dispositivi mobili e la versione audio gestisce la riconnessione automatica in caso di caduta della linea supporta anche le funzioni di load balancing su più server di streaming.
(NL) Uno strumento gradito anche per la sua spendibilità commerciale, che permette di andare oltre lo spot da 30″…
(GP). Già. Il cd. digital audio trova applicazione diretta attraverso Universal Web Player, in quanto consente di “suonare” un file audio o video di preroll prima del flusso in diretta della stazione permettendo di monetizzarne l’uso.
(NL) Cosa differenzia UWP da altri strumenti più o meno analoghi?
(GP) Per esempio il fatto che Universal Web Player versione audio può essere personalizzato con il brand dell’emittente; oppure che offre la possibilità di ascoltare la radio direttamente dal sito o da Facebook con qualunque dispositivo fisso o mobile ed è in grado di identificare la tipologia del device con il quale l’ascoltatore si presenza offrendo il flusso audio che permetta la migliore esperienza d’ascolto.
(NL) Esigenza essenziale nell’ambiente IP è la metadatazione. UWP come gestisce i metadati?
(GP) In un momento di forte interesse per lo sviluppo IP della radiotelevisione, UWP soddisfa le esigenze di visualizzare le cover dei brani in onda e permette l’inserimento di un preroll pubblicitario o promozionale gestito in autonomia dall’emittente stessa.
(NL) Qualche esempio di clienti serviti?
(GP) Al di là di alcuni nomi di spicco che possono essere visionati sul nostro sito, possiamo citare le nostre applicazioni per la stazione IP italiana Musica Jazz Radio, la stazione belga multipiattaforma di musica italiana Radio Internazionale e la superstation veneta Radio Piterpan. (E.G. per NL)