Sono stati resi noti i motivi della decisione del tribunale di Messina di non ammettere la registrazione delle udienze, in due processi penali denominati “Matassa” e “Genovese”, di Radio Radicale. Secondo i giudici, con la registrazione radiofonica, si può “compromettere la genuinità delle fonti di prova” con una “diffusione indiscriminata degli atti delle risultanze probatorie e istruttorie”. Il Gruppo siciliano dell’Unci (Unione Nazionale Cronisti Italiani), pur rispettando la sentenza, non condivide la motivazione in quanto la trasmissione radiofonica delle udienze, visto che si tratta di pubblici processi dove sono imputati esponenti politici e pubblici amministratori accusati di presunti reati collegati alla gestione di fondi pubblici relativi alla formazione professionale, può consentire una corretta e puntuale cronaca di quanto accade nei due dibattimenti. “E’ una decisione che lascia perplessi- ha dichiarato il presidente dell’Unci Sicilia, Andrea Tuttoilmondo –. La divulgazione radiofonica dei resoconti d’aula ha solo aspetti positivi. Su tutti la possibilità di contribuire a creare una opinione pubblica più critica e consapevole dei fatti in esame“. Il Vice-Presidente nazionale dell’Unci, Leone Zingales, invita i giudici del tribunale di Messina “a rivedere la decisione e consentire a Radio Radicale di trasmettere le udienze così come è avvenuto in passato per importanti procedimenti penali: Andreotti, Pecorelli e Mannino“. (E.G. per NL)