Nessun dubbio sul fatto che il calcio, seguito e/o giocato, sia una delle principali passioni degli italiani. Secondo alcune testate di settore, nel 2019 sono aumentate le presenze negli stadi di serie A e al contempo alcune tra le trasmissioni della TV in chiaro più seguite hanno registrato un importante record di ascolti.
Ma non è soltanto negli stadi e sul divano che aumentano gli appassionati di calcio: da un’analisi di Voxnest, società leader nel mercato del podcasting e azienda madre di Spreaker, prima piattaforma italiana per ascolto e creazione di podcast, emergono alcuni dati interessanti, che vanno a confermare come l’accoppiata ‘calcio/podcast’ risulti sempre più vincente.
200% di crescita della fruizione di podcast calcistici
Prendendo in esame il periodo aprile-agosto 2019, Voxnest ha infatti osservato come il numero degli ascoltatori di podcast in Italia legati al mondo calcistico sia cresciuto del 200%, arrivando nell’ultimo mese a una media di circa 50.000 ascoltatori a settimana. Questo dato si è riflettuto anche nella produzione di contenuti a sfondo calcistico, che nel solo mese di luglio è cresciuta del 2%.
“Siamo molto soddisfatti di come i podcast legati al calcio stiano avendo un grosso boom in Italia – afferma Tonia Maffeo, Head of Marketing Voxnest – Per la sua intimità e per la sua struttura conversazionale, il podcast riesce a instaurare con gli ascoltatori una relazione unica che gli amanti del calcio, da sempre legatissimi alla propria passione, non hanno tardato a scoprire e sempre più realtà di riferimento del mercato stanno iniziando ad utilizzarlo come ulteriore mezzo di comunicazione”.
Podcast crescerà sempre più con impiego del mobile
Il podcast, infatti, è uno strumento che in Italia sta finalmente esplodendo, e di cui si stanno accorgendo editori, professionisti, ascoltatori e naturalmente i podcaster, più o meno noti.
A cominciare dal cronista e giornalista sportivo Massimo Caputi, che ha nuovamente scelto la piattaforma Spreaker per inaugurare il suo show omonimo: “Il podcast è un formato destinato a crescere, grazie anche al sempre più determinante utilizzo del mobile: una persona può ascoltare quello che vuole, dove e quando vuole! Libertà di ascolto, più libertà di fruizione del contenuto, uguale crescita del mezzo.”
Il podcast supera il problema della disaffezione del pubblico giovane dai media tradizionali, Radio in testa
Senza parlare della necessità, sentita da tutti i professionisti del calcio ‘raccontato’, di rinnovare il linguaggio dei talk calcistici, per arrivare anche ad un pubblico più giovane, segmento di riferimento nel mercato del podcasting. “Una delle cose più belle per chi fa podcast – afferma Emanuele Atturo, caporedattore della rivista sportiva L’Ultimo Uomo e autore del podcast La Riserva – è la possibilità data da questo tipo di formato di costruire un legame intimo con gli ascoltatori, rompendo la comunicazione “top-down” che caratterizza di solito i format calcistici televisivi. Il rapporto con il pubblico ti permette anche di avere un tono più leggero e diretto nei contenuti proposti, perché il pubblico tende a fidarsi della tua voce e della tua competenza”.
Il podcast crea un rapporto paritario che rende più facile capirsi e accettarsi anche quando non si è d’accordo
Il legame diretto, intimo, che si crea con gli ascoltatori e la conseguente facilità di fidelizzarsi è uno degli elementi distintivi del podcast che piace a chi si approccia a questa modalità di storytelling che “(…) A differenza della scrittura, che ti pone sempre su un piano differente rispetto al lettore, asimmetrico, il podcast crea un rapporto paritario che rende più facile capirsi e accettarsi anche quando non si è d’accordo – dichiara Daniele Manusia, collega e ‘compagno di podcast’ di Atturo che con lui condivide La Riserva, oltre che L’Ultimo Uomo – Nei podcast è più semplice essere ironici, leggeri e discutere a più voci anche di argomenti complessi, trasmettendo il proprio punto di vista e la propria personalità senza la violenza dei social: per questo è perfetto per parlare di calcio, un argomento che deve tornare ad essere anche leggero”.
Col podcast si arriva a pubblici diversi, sia giovani (maggiormente abituati ad una fruizione ‘pret-a-porter’), che meno giovani (affezionati all’ascolto di giornalisti storici)
Gli fa eco anche Cosimo Baldini CEO di Calciomercato.com, seguitissima testata informativa sul mercato del calcio: “Abbiamo iniziato da poco, ma ci stiamo divertendo e stiamo imparando: col podcast arriviamo a pubblici diversi, sia giovani (maggiormente abituati ad una fruizione ‘pret-a-porter’ e audio delle novità calcistiche), che meno giovani (affezionati all’ascolto della voce di giornalisti storici come Mario Sconcerti). Il podcast è uno strumento in crescita che sentiamo di poter usare al meglio, tenendo sempre presente la natura del mezzo, che è audio e di conseguenza richiede un approccio ‘delicato’”.
Intrattenimento mai disgiunto dall’approfondimento, un rapporto col pubblico più ‘diretto’,
specialmente con quello dei più giovani, e possibilità infinite di interazione e commistione tra formati diversi: queste sono le peculiarità del podcast che piacciono ai podcaster del mondo del calcio italiano. (E.L. per NL)