Sta giungendo in queste ore a molte emittenti radiofoniche FM ed online una email dall’ennesimo portatore di interessi diffusi nell’ambito del diritto d’autore e dei diritti connessi, ItsRights.
L’introduzione di quella destinata alle web radio è tra il l’improbabilmente compiaciuto ed il velatamente minaccioso: “Dall’ascolto della vostra web radio abbiamo rilevato con piacere che nei Vostri programmi sono stati inclusi brani musicali di produttori discografici e artisti aderenti alla nostra collecting. Ad esempio, di recente sono stati messi a disposizione dei vostri ascoltatori, tra gli altri, i seguenti brani musicali che figurano nel nostro catalogo: Emma – “Mi parli piano”; David Guetta feat. Martin Garrix – “Like I do”; Thegiornalisti – “Questa nostra stupida canzone d’amore”.
Queste sono solo alcune di oltre un milione di registrazioni musicali che 300 case discografiche e migliaia di artisti italiani e stranieri ci hanno affidato per la gestione dei loro diritti: tra essi Ligabue, Jovanotti e Rihanna per il rock-pop italiano ed internazionale, Stefano Bollani e Paolo Fresu per la musica jazz, Claudio Abbado e Salvatore Accardo per la musica classica. Dunque, un catalogo ricco di nomi già affermati o emergenti che copre l’intera gamma dei gusti musicali. L’elenco completo ed aggiornato dei nostri produttori ed artisti è consultabile sul sito www.itsright.it. A vostra richiesta, saremo ben lieti di fornirvi la password per prendere visione dell’intero catalogo delle registrazioni musicali e di tutte le informazioni ad esse inerenti”.
L’email prosegue spiegando che “Siamo una collecting di produttori discografici e di artisti del mondo della musica iscritta nell’apposito albo presso l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom), nata nel 2010 con la finalità di fornire servizi sia ai titolari dei diritti di utilizzo delle produzioni musicali, sia a coloro che intendono mettere a disposizione del pubblico tali prodotti”.
“A tal fine, per agevolare chi gestisce una web radio nel disbrigo degli adempimenti collegati all’utilizzo di repertori da noi rappresentati protetti dalla legge sul diritto d’autore, abbiamo messo a punto l’allegato Contratto di Licenza per Web Radio, che vi invitiamo a sottoscrivere rinviandolo a (omissis). Aderendo alla nostra proposta contrattuale, verranno regolarizzate tutte le utilizzazioni del nostro repertorio fin qui effettuate senza licenza, e potrete continuare, con modalità semplici ed a costi molto contenuti, ad utilizzare senza alcuna limitazione quantitativa tutte le registrazioni musicali di vostro interesse dei nostri produttori ed artisti”, .
Non solo. Al fine di semplificare al massimo gli adempimenti posti a carico degli utilizzatori dalle recenti disposizioni di legge (art. 23 del D. Lgs 35/2017) abbiamo predisposto una procedura informatizzata sostitutiva dell’obbligo di invio dell’elenco dei brani diffusi, attivabile a vostra richiesta sul sito www.gorights.it. A coloro che decideranno di optare per questa modalità di assolvimento degli obblighi di legge sarà inoltre riconosciuta una riduzione del costo della licenza“.
L’email concluse con le frasi di circostanza ed i riferimenti per i contatti.
“Come è facile immaginare, l’ennesima richiesta di denaro è stata accolta con irritazione dalle emittenti radiofoniche, che, comprensibilmente, si chiedono fino a che punto potrà arrivare la moltiplicazione delle richieste per lo sfruttamento del diritto d’autore e dei diritti connessi”, spiega l’avvocato Stefano Cionini, name partner di MCL Avvocati Associati, law firm che gestisce l’Area Affari Legali di Consultmedia (struttura di competenze a più livelli collegata a questo periodico).“Una situazione che sta creando notevoli tensioni di cui potrebbero farne le spese anche gli artisti rappresentati dalle nuove collecting, posto che diverse emittenti hanno risposto all’invito cassando dalla programmazione i relativi brani musicali“, continua Cionini.
In effetti, la polverizzazione dell’attività di collecting, inizialmente salutata (in verità con grande superficialità) come una buona notizia, si è in breve rivelata un boomerang, posto che le emittenti si sono viste recapitare nuove richieste per l’assolvimento del diritto d’autore e dei diritti connessi sostanzialmente equivalenti quanto a dimensione della pretesa economica, per l’effetto che, anziché suddividere la quota versata originariamente a SIAE ed SCF sui singoli collettori, essa ha subito una moltiplicazione.
“Dal punto di vista giuridico la matassa del diritto d’autore e dei diritti connessi non è facile da sbrogliare e con ogni probabilità saranno necessari ulteriori provvedimenti normativi d’indirizzo coordinati in sede UE“, continua l’avvocato Cionini, che anticipa tuttavia che Consultmedia sta valutando “con attenzione le iniziative legali di tutela degli interessi dei clienti”. (E.G. per NL)