La scorsa settimana, nell’ambito della Worldwide Developer Conference (la conferenza mondiale degli sviluppatori Apple), sono stati forniti alcuni annunci importanti per il comparto radiofonico nell’ambito della release iOS 11 di Apple (la cui release 2 è già oggetto di approfondimento in altro pezzo).
L’attenzione degli sviluppatori è stata riservata in particolare al podcasting, cioè una delle funzionalità tipiche della radio IP che, secondo gli esperti, vedrà una crescita esponenziale nei prossimi anni (soprattutto nell’ambito del comparto informativo e in quello non commerciale), nonché agli upgrade afferenti alle analisi dell’ascolto, alle anteprime dei feed e agli screenshot.
Nel consesso è stato poi osservato come, nonostante il sistema Android abbia registrato una crescita rilevante nello scorso anno, l’iPhone 7 rimane il singolo dispositivo mobile più popolare nel 2016, al quale accede un numero sempre più ampio di americani per la fruzione di podcast radio.
Ciononostante, appaiono ancora relativamente pochi gli editori radiofonici USA che investono con impegno nel podcasting: le motivazioni sono prevalentemente di ordine economico-operativo, connesse all’impegno necessario a selezionare, adattare, catalogare e promuovere contenuti variegati. “Eppure è necessario aggiornarsi: il pubblico non vuole più i vecchi podcast indifferenziati di un’ora; è necessaria un’attenzione più elevata ai dettagli contenutistici, ma soprattuto ai tag, ai metadati, cioè a quegli strumenti che favoriscono la ricerca nelle sezioni audio. E’ infatti impensabile che per rintracciare un singolo intervento un ascoltatore debba ascoltare un’ora del dibattito”, spiega Jason Snell, tech journalist esperto di podcasting. Se negli USA il podcasting è ancora inappropriato rispetto alle esigenze del pubblico, in Italia siamo nell’età della pietra. “Siamo coinvinti che la gestione del podcasting radiofonico sarà prevalentemente affidata dalle emittenti in outsourcing”, spiega Alfredo Porcaro di Consulenza Radiofonica, azienda specializzata, tra le altre cose, nella gestione, organizzazione e catalogazione di podcast radiofonici. “Un centro specializzato nella logistica del podcasting può offrire soluzioni appropriate all’esigenza dell’emittente, dell’ascoltatore ma anche degli inserzionisti: riteniamo che il podcast, opportunamente confezionato, organizzato, catalogato e promosso possa costituire un territorio tutto da colonizzare per la vendita pubblicitaria”, annota Porcaro. Le potenzialità del podcasting sono ben note anche agli aggregatori di flussi streaming radiofonici, che infatti stanno dedicando sempre maggiori sezioni delle piattaforme, come confermano da FM-World: “Stiamo studiando con attenzione il fenomeno e a breve rilasceremo delle release importanti sul tema”, spiega Gianluca Busi di 22HBG, l’azienda italiana che ha lanciato la prima app a mosaico per l’ascolto radiofonico ibrido FM/IP. (E.G. per NL)