Passo indietro del ministro della cultura inglese Ed Vaizey a riguardo dello switch-off della radio analogica nel 2015 (che, del resto, sarebbe stato in assoluta controtendenza col resto d’Europa, che vuole mantenere viva e vegeta la modulazione di frequenza analogica sine die).
Smentendo (in parte) le indiscrezioni del Financial Times – di cui abbiamo dato conto su queste pagine ieri – a riguardo di una possibile accelerazione del governo conservatore britannico per far migrare integralmente il medium radiofonico dall’analogico al digitale (addirittura prospettando il passaggio delle frequenze FM agli operatori tlc) entro il 2015, Vaizey ha comunque palesato un evidente passo indietro dell’esecutivo su una migrazione che, in effetti, non convinceva (anche e soprattutto in funzione del format tecnologico individuato). Certamente la radio inglese diverrà numerica – ha fatto sapere Vaizey – e il governo farà di tutto per incentivarla; ma il processo sarà progressivo e non traumatico, attraverso la formula del simulcasting analogico-digitale (adottata praticamente in tutto il mondo), garantendo la sopravvivenza dell’FM analogica. E ciò anche e soprattutto in considerazione delle particolari esigenze delle radio locali e degli ascoltatori tecnologicamente meno evoluti, che da uno switch-off così ravvicinato sarebbero stati travolti. (A.M. per NL)