Radio digitale. UK, Digital Britain: delusione su scelte infrastrutturali errate

Non va affatto bene la radio digitale terrestre in una delle prime nazioni europee ad investirci seriamente. In Gran Bretagna tira infatti una bruttissima aria per il DAB-T e suoi derivati, come spiega l’attento Andrea Lawendel su Radio Passioni. "Il commento di Jack Schofield, cronista tecnologico del Guardian (sì, quello che al contrario di Libero e Il Giornale, appartiene al novero dei "piccoli giornali"), sul rapporto Digital Britain piacerebbe molto al mio amico Stefano Quintarelli. Schofield dichiara fin da subito la sua profonda delusione per la mancanza di coraggio di Lord Carter, il ministro che ha commissionato il rapporto sui piani di digitalizzazione del Regno Unito. Invece di fare l’unica scelta possibile – quella di portare la fibra ottica in tutte le case del Regno . "Non ce lo possiamo permettere," è il messaggio che Digital Britain cercherebbe di far passare. "Chissà perché possiamo permetterci di perforare il territorio alla ricerca di petrolio in via di esaurimento, partecipare alle guerre e sostenere un sistema finanziario moralmente e intellettualmente in bancarotta". Niente soldi per la fibra ottica: il piano di "ammodernamento" preferisce affidarsi a una accozzaglia di misure infrastrutturali scorrelate tra loro. Tra queste c’è la radio digitale DAB, che Schofield definisce giustamente "un casino". Un casino fatto di copertura erratica, segnale insufficiente, qualità musicale nettamente inferiore all’analogico e soprattutto costoso, costosissimo. Una infrastruttura stupidamente ridondante, che trasmette gli stessi contenuti disponibili sui canali tradizionali ("non c’è da stupirsi se è un fallimento, scrive il piccolo giornalista del Guardian). Soprattutto un’avventura che le emittenti private non hanno le risorse per affrontare e che piace molto solo ed esclusivamente alla BBC, lautamente finanziata da denaro pubblico. Schofield conclude riflettendo che forse, al posto di una infrastruttura obsoleta e snobbata come il DAB, si poteva investire qualcosa su WiMax, un "super wi-fi" che potrebbe anche distribuire contenuti di radio digitale su IP. Io non sono altrettanto convinto su WiMax, ma l’argomento di Jack non fa una grinza: in Digital Britain si legge che l’impegno deve anche andare in direzione di LTE (Long Term Evolution), evoluzione del cellulare 3G ("per forza, quello ce lo faranno pagare gli operatori telefonici," ironizza Schofield). In questo modo si rischia che quel poco spettro che Digital Britain propone di allocare per WiMax venga venduto a prezzi altissimi a operatori che non avranno altra scelta che farci pagare ad alto prezzo anche il "super wi-fi" o che magari non lo implementeranno affatto.
E’ un quadro su cui riflettere. Nel 2015 la Gran Bretagna potrebbe ritrovarsi con ampie aree del paese prive di fibra ottica, con una radio analogica FM spenta a favore di una tecnologia di radio digitale vetusta già nel 2009 e troppo stretta per dare spazio a tutti gli attuali broadcaster pubblici e privati e con infrastrutture mobili 3G/LTE care e piene di manchevolezze. La decisione sul DAB riguarda le infrastrutture di una nazione, conclude Schofield, il rapporto di Lord Carter fa un pessimo lavoro nel rappresentarne le istanze.

Digital Britain? We haven’t even got decent digital radio

Jack Schofield
guardian.co.uk, Wednesday 8 July 2009

I had hopes for the Digital Britain report. It had the chance to do some original thinking […] Sadly, Lord Carter lacked the imagination or the guts of a Birmingham teacher and a lad who left school at 13 to work down a mine.
It’s not as though we don’t know what needs doing: which is to install fibre to the home. Ian Mackintosh pointed this out – and analysed the economic implications – in his book, Sunrise Europe, published in 1986. Yes, "we can’t afford it," though it turns out we could afford to dig up half the country to exploit short-term North Sea gas, to fight foreign wars, and to bail out a morally and intellectually bankrupt financial system.
More than 20 years later, European countries are well on the way to becoming what Mackintosh called OICs, "Once Industrialised Countries". And we still don’t have the infrastructure needed to support the information society that is our only hope of a prosperous future.
Carter surely appreciates this, but he offers no compelling strategies. Instead, he’s trying to juggle a hotchpotch of overlapping systems of the sort that Mackintosh rejected. However, even those of us who like hotchpotchery may be disappointed by his report.
Digital Audio Broadcasting (DAB), for example, is a mess. It needs a complete overhaul that breaks the connection both with FM stations and FM broadcast areas. Simulcasting on FM and DAB doubles the costs of commercial stations without providing any extra listeners, or extra revenues, which seems to suit the BBC, but helps nobody else. It’s like launching Sky to deliver BBC TV at a slightly lower quality than you already have. No wonder it’s a flop.
(continua)

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