Anche in UK si pensa che l’FM avrà una durata non superiore a 15 anni, confermando gli indicatori italiani ed europei in generale. Anzi, ad essere precisi 10 anni dal 2022, data considerata come quella della più grande rivoluzione tecnologia dal 2000.
L’UK si prepara alla riforma della regolamentazione della radiodiffusione sonora. Obiettivo: svecchiare il medium, adeguare la normativa alla sopravvenuta evoluzione tecnologica, eliminare retaggi analogici.
E quindi torna di attualità l’ipotesi di uno switch-off della FM a favore del digitale via etere (DAB) per il 2022 o al massimo il 2023.
Margot James, ministro del Dipartimento per la cultura digitale, i media e lo sport (DCMS) in realtà non ha rilasciato dichiarazioni sullo stop delle trasmissioni in FM, ma in occasione dell’UK Radio Festival il 13/05/2019, ha dato uno spunto significativo al tema: “La radio digitale rappresenta oltre il 52% di tutto l’ascolto della radio nel Regno Unito e abbiamo bisogno di una struttura legislativa che rifletta questo cambiamento e ci dia la flessibilità necessaria per affrontare il cambiamento che ci attende.”
In UK la Radio digitale si sta in effetti evolvendo velocemente, ovviamente non solo nella direzione del Digital Audio Broadcasting, ma anche in quella dell’IP, attraverso smartphone, connected car, smart speaker (Google Home ed Amazon Echo), smart tv. In definitiva, della multipiattaforma; che, tuttavia – novità nella novità – presto non contemplerà più (almeno in UK) la modulazione di frequenza.
E proprio a riguardo delle piattaforme web, John Evington partner della società di consulenza The Radio People e di Viamux, fornitore di soluzioni DAB low cost, ha dichiarato: “Deve esserci una chiara strategia per la radio in quanto le linee tra la radio lineare tradizionale, i servizi di streaming e il podcasting diventano sempre più sfocate”. Secondo Paul Chantler, programming consultant e socio della stazione londinese Fix Radio DAB, un “passaggio completo da FM a DAB – piuttosto che la prosecuzione del simulcast FM/DAB odierno – dominerà le discussioni sulla revisione della regolamentazione. La ragione per cui c’è una così grande pressione da parte dei grandi gruppi per addivenire ad un passaggio completo al digitale è che danni i player stanno sostenendo i costi per il symulcasting FM/DAB. Ora che la radio DAB copre il 90% dell’UK e l’ascolto tramite piattaforme digitali rappresenta il 52%, il governo ritiene che sia il momento di “forzare” una migrazione completa verso la radio digitale”.
Secondo Chantler, il Regolatore inglese stabilirà una data per disattivare le trasmissioni FM britanniche tra il 2022 ed 2023, anche se potrebbe essere mantenuta aperta una finestra in modulazione di frequenza “per le piccole stazioni no profit”.
Posizione che trova il conforto di Evington: “Credo che i trasmettitori FM debbano poter rimanere attivi per almeno altri 10 anni. In quel lasso temporale si potrebbe programmare una migrazione digitale in fasi per i servizi nazionali della BBC a partire da Radio 3, che occupa ancora una larga porzione dell’FM nonostante abbia una quota di ascolto di appena l’1,2%. Ciò libererebbe spazio per una serie di nuovi servizi commerciali a vantaggio del consumatore e dell’erario”
“Se i grandi player ottenessero lo switch-off FM/DAB, risparmierebbero molto. Si sono preparati a questo per molti anni con la creazione di brand come Heart, Capital e LBC (di proprietà di Global), Magic, Kiss e Hits Network (gruppo Bauer). All’inizio di quest’anno Wireless Group/News UK (il terzo più grande player della radio britannica) ha investito molto nel revamping di Virgin Radio – che è una stazione nazionale solo per DAB – reclutando il DJ della BBC Radio 2, Chris Evans”, ha concluso Chantler. (E.G. per NL)