Il giornalista Andrea Lawendel dà conto sul suo Radio Passioni di un interessante studio di Mark Ramsey, blogger e consulente sulle questioni relative alla Radio 2.0.
Ramasey ha condotto con VIP Research uno studio a campione per valutare l’impatto che una eventuale autoradio "sintonizzabile" su Internet potrebbe avere sull’ascolto della normale radiofonia terrestre. Allo studio hanno partecipato duemila persone in una ventina di "mercati", i bacini pubblicitari delle stazioni radio americane. Nel complesso, ragiona Ramsey, la radio terrestre ha tutte le ragioni a essere preoccupata per la possibile concorrenza delle car Internet radio. E’ infatti risultato che una quota pari al 34% del campione ha dichiarato che si, disporre di una radio di bordo in grado di sintonizzarsi su migliaia di stazioni di tutto il mondo la indurrebbe a smettere di ascoltare solo le radio locali terrestri. L’interesse cresce – evidentemente – al diminuire dell’età e la tendenza è quella di preferire una vera e proprio autoradio da cruscotto connessa al Web piuttosto che un player MP3 esterno che integri funzioni di Internet radio. Il risultato dell’indagine, spiega Andrea Lawendel, "non mi sorprende affatto ma a mio modesto parere è inconcludente. Dimostra solo quanto sia difficile saggiare i "veri" gusti dei consumatori di dispositivi elettronici e dei fruitori di mezzi di comunicazione. Secondo me è il tipico caso di domanda formulata in modo da influire sulla risposta. "Se domani fosse possibile avere accesso a Internet dal cruscotto della vostra automobile e sintonizzare migliaia di stazioni radio da tutto il mondo, lei continuerebbe lo stesso ad ascoltare la sua stazione locale?" Ma che razza di domanda è? E’ come chiedere: se domani aprissero un ristorante dove vengono servite gratis migliaia di pietanze da un centinaio di tradizioni gastronomiche diverse, lei continuerebbe ad andare a mangiare un toast al bar? Una quota significativa di americani non ha la minima idea di dove si trovi la Francia e si stupisce quando viene a sapere che in Francia non parlano mica come nel South Dakota. Come dovrebbe rispondere uno abituato a trovare quattro, cinque stazioni sulla sua autoradio quando gli chiedono se preferirebbe trovarne quindicimila? Se valesse il principio della quantità, qualsiasi ristorante sarebbe in grado di battere la concorrenza semplicemente con un menu di 350 alternative cucinate coi piedi. E invece bastano quindici buoni piatti, preparati con cura. Quanto durerebbe la fascinazione nei confronti di un’autoradio capace di farti ascoltare, nel Nebraska, una ventina di stazioni da Cipro? Un consulente serio come Ramsey, uno che capisce il valore della buona programmazione, non dovrebbe farsi prendere la mano da una visione puramente statistica del mezzo radiofonico e delle sue nuove modalità di fruizione", conclude il blogger di Radio Passioni. Se lo studio vi interessa comunque, lo trovate qui.