Radio digitale, Squillario (Suono Tlc): “Ma quale switch-off!”

Torna su queste pagine il dibattito sulla radio digitale in Italia.

Ci scrive Roberto Squillario della Suono Telecom, che tempo fa, su queste pagine, con un suo intervento, aveva dato il via ad un proficuo dibattito sul futuro della radio digitale in Italia. "In seguito all’articolo sulla Radio Digitale che scrissi lo scorso settembre, ho letto con interesse tutti i relativi commenti, e mi ha fatto piacere riscontrare che l’argomento continua ad essere di “scottante” attualità. Per la verità alcune prese di posizione mi hanno lasciato alquanto perplesso, come chi, assumendo come già dato per scontato che il futuro della radio digitale sia il DAB, ha già proposto di stilare una classifica di Radio di serie ”A” in digitale, e Radio di serie “B” in analogico. Non ho commenti… Nel frattempo è maturato uno scetticismo sempre più consapevole verso l’IBOC-Ibiquity Americano ma ancor di più (semmai ce ne fosse ancora bisogno!) proprio verso il DAB e DAB+, ed è cronaca recente la notizia che vede il governo tedesco tagliare i fondi per la sperimentazione sul DAB, poiché ha finalmente capito che non è più il caso di investire in una tecnologia vecchia, obsoleta e dispendiosa. Anche nell’unica nazione dove il DAB si è ben introdotto, e cioè l’Inghilterra, le stazioni DAB stanno morendo come in un’epidemia… Vorrei però evitare di riaggiornare ancora l’analisi sulle varie tecnologie, poiché non mi sembra ci sia stato nulla di nuovo nel frattempo. Prendendo invece spunto da quella che è la “moda” (assurda!) del momento, ovvero lo switch-off dell’analogico, desidererei fare un passo indietro al fine di cercare di fare tesoro di quanto è già avvenuto in passato in altri settori, dove la tecnologia analogica lasciò il passo a quella digitale. Questo forse ci potrà aiutare ad individuare la giusta direzione da prendere per evitare di fare scelte che potrebbero costarci non poco in termini di progresso razionale. La prima volta che abbiamo “toccato” un oggetto digitale è stato all’inizio degli anni ’70 quando iniziò la distribuzione delle calcolatrici, appunto digitali. Che meraviglia! Con un apparecchietto che stava nel palmo di una mano potevamo fare qualsiasi calcolo in un istante. Sino ad allora si usava il “regolo-calcolatore” un oggetto il cui utilizzo era così semplice che sino al 1974 nella facoltà di ingegneria esisteva un corso specifico per imparare ad usarlo. Le calcolatrici digitali tascabili in breve tempo spazzarono via il pur onorato regolo e il suo corso specifico. Il passaggio da uno strumento all’altro avvenne però naturalmente, non ci fu nessuno che allora propose lo "switch-off" per legge del regolo-calcolatore, esso diventò obsoleto in brevissimo tempo: fu soppiantato da qualcosa di più potente e di più facile uso. L’evoluzione tecnologica fu un passaggio naturale, avvenne senza traumi, in modo indolore e benvenuto da tutti. Altro esempio.  Circa 10 anni dopo e precisamente nel 1982 le due più grandi case del settore consumer e cioè Philips e Sony presentarono insieme il Compact Disc, il “CD” ovvero la musica digitale, e da allora il modo di ascoltare musica non fu più lo stesso. Nel volgere di pochissimi anni, nei negozi di dischi scomparve il vinile e con esso scomparvero pure i crepitii, i fruscii, le puntine spezzate, e tutto quel mondo fatto di abilità nel centrare le piste o nel far partire a tempo un brano. Il vinile, nelle sue varie versioni e velocità, durava da circa 80 anni e fu “spedito in soffitta” dal CD in un baleno perchè quest’ultimo aveva prestazioni enormemente superiori: tutti su questo furono pienamente concordi (a parte qualche nostalgico del disco nero…). Non ci fu bisogno di promuovere convegni per studiarne il fenomeno o varare nuove leggi che stabilissero uno switch-off del vinile! Anche in questo caso la storia ci insegna che quando si introduce una tecnologia nuova che ha prestazioni fortemente migliori di quella precedente, quest’ultima cede il passo naturalmente. E’ l’economia del settore che ne regola il passaggio, la cara vecchia legge della domanda e dell’offerta. Il legislatore non interviene perchè non deve intervenire; i suoi compiti sono altri.
Ma procediamo nel nostro viaggio nel tempo. Passano circa altri 15 anni per assistere ad una nuova rivoluzione digitale: questa volta a farne le spese è una tecnologia ancor più vecchia del vinile: quella dell’emulsione fotografica. Le fotocamere che, fino alla fine degli anni ’90 erano costruite con dentro un rullino, si trasformarono e divennero digitali: l’immagine non veniva più impressa in una pellicola, bensì su un sensore e immagazzinata dentro una memoria per essere poi inviata ad un computer. Anche la fotografia non fu più la stessa e oggi praticamente tutte le fotocamere vendute sono digitali: non si parla più di ASA o DIN ma solo di megapixel, al punto che oggi le pellicole fotografiche sono ormai considerate “cose da museo”. Eppure avete per caso sentito parlare dello switch-off delle pellicole? Quante leggi sono state necessarie per forzare le persone ad abbandonre i rullini e comprare solo le fotocamere digitali? Sono per caso stati varati finanziamenti statali per incentivare l’uso delle fotocamere digitali? A questo punto credo che il concetto sia chiaro e quindi mi chiedo: ma chi sono i “santoni” che pensano e pianificano il futuro di una tecnologia come quella della Radio (anche se quanto descritto può valere anche per la TV), e soprattutto quelli che parlano di switch-off e sono nelle “stanze dei bottoni”, quando parlano di broadcast, sanno di cosa discutono? Sanno che cosa è LA RADIO? O credono che sia solo un soprammobile, un “gadget”, un accessorio di un’automobile? O magari pensano che "bisogna" virare sul digitale solo perchè siamo nel 2008? Gli esempi sopra riportati hanno dimostrato che le nuove tecnologie prendono sì rapidamente il posto di quelle vecchie, ma solo se portano effettivi miglioramenti, e solo se la tecnologia precedente non può più competere con quella nuova. Ma chi l’ha detto che oggi l’FM è obsoleta? Vorrei ribadire che, dove la pulizia del segnale lo consente, la radio FM analogica è in grado di offrire una qualità acustica da surclassare la maggior parte di tutto l’odierno consumer audio digitale, e se troppo spesso la ricezione FM è difficoltosa, come ho già avuto modo di sottolineare, questo avviene per un problema giuridico-politico, non per un gap tecnico! L’eventuale passaggio della Radio al digitale non sarebbe la panacea dei mali, e se le cattive regole hanno fatto proliferare la confusione, c’è solo da ringraziare che oggi la Radio sia ancora analogica, perchè se fosse digitale, a parità di “intasamento” dell’etere, si ascolterebbe solo del rumore! La tecnologia radiofonica digitale che sostituirà o affiancherà quella analogica probabilmente non è ancora stata inventata, ma sono certo che quando questo avverà, assisteremo ad un’evoluzione simile a quella degli esempi precedentemente riportati e sino ad allora è bene non forzare gli eventi, anche perchè forse ci sfugge un concetto importante: oggi la tecnologia dell’FM analogica ha ancora molto da offrire ed ho la consapevolezza che se ben regolamentata, può assolvere pienamente e lungamente al suo compito come lo sta facendo da oltre 50 anni".
Per contributi all’argomento: [email protected]

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