Andrea B. fa molto bene a segnalarmi il pezzo che oggi Affari e Finanza di Repubblica ha pubblicato a proposito dell’imminente sorpasso delle vendite di radio digitali su quelle analogiche. Un pezzo un po’ bufala perché basato sulle ricerche di un istituto InStat, che guarda caso conclude così:
E in effetti, visto che il Dab in Gran Bretagna è partito una decina di anni fa, le cautele sembrano aver avuto ragione di esistere. Anche perché la crescita della radio digitale non si è realizzata poco alla volta nel corso degli anni passati, ma ha subito una improvvisa accelerazione a partire dal Natale del 2004, quindi circa due anni fa. E’ stato l’effetto immediato dell’immissione sul mercato di un nuovo chip che ha permesso di abbattere letteralmente i costi di produzione dei radioricevitori digitali: se prima una radio Dab stava sugli scaffali dei distributori attorno alle 300 sterline (sui 450 euro), adesso se ne trovano anche a poco più di 50 sterline.
C’è parecchia puzza di “ricerca di mercato” compiacente. Che diventa ancor meno sopportabile quando leggo:
In Europa il mercato più avanzato è quello britannico, che proprio nel corso di questo 2007 è in procinto di festeggiare lo storico sorpasso nelle vendite di apparecchi da parte dei nuovi ricevitori in standard Dab (Digital Audio Broadcasting) rispetto alle tradizionali radio analogiche.
E’ un risultato sorprendente visto che non più tardi di tre mesi fa le vendite di radio digitali erano ancora in proporzione di 1 a 4 rispetto ai ricevitori analogici. Ma il ritmo del mercato potrebbe giustificare il sorpasso se già ad ottobre scorso, rispetto all’ottobre 2005, il mercato britannico della vendita di apparati ricevitori radiofonici analogici era sceso del 12% in quantità e del 16% in valore mentre, di converso, il digitale era cresciuto del 21% in valore e del 27% in volumi.
Dunque, vediamo un po’. Tre mesi fa si vendevano quattro radio analogiche per ogni radio digitale. Ma nell’ottobre scorso il confronto anno su anno rivela che le quantità delle vendite delle analogiche è diminuita del 12%. Diciamo quindi che invece di centoventi radio se ne vendono cento. E quella delle radio digitali è cresciuta del 27% Il che significa che invece di 20 radio oggi se ne vendono venticinque. O siamo in presenza di una traduzione lacunosa o siamo proprio vicini al sorpasso di ogni forma di buon senso. La verità è che i famosi chip (magari di Radioscape?) non hanno influito moltissimo sul mercato delle autoradio, che immagino sia abbastanza importante e che non mi sembra pullulare di offerte DAB. Se vogliamo misurare l’impatto delle tecnologie digitali ci vuole maggiore serietà.