La legge 55/2019, recante l’obbligo di introduzione di almeno un’interfaccia digitale per la ricezione della radio con l’automobile (che in pratica si riconduce alle uniche due piattaforme digitali fruibili in Italia: DAB+ e IP, considerato che il satellite a bassa quota non è un’opzione esistente da noi), potrebbe costituire la vera svolta per lo sviluppo del broadcasting digitale radiofonico, che insieme a quello televisivo (visual radio DTT) ed alle soluzioni IP eterogenee (smartphone, pc, smart speaker, smart tv, ecc.), costituiscono la cd. multipiattaforma numerica.
Obbligo interfaccia digitale per la ricezione radio
Come, noto la L. 55/2019 (pubblicata in G.U. il 17/06/2019) ha convertito in legge il D.L. n. 32/2019 recante “Disposizioni urgenti per il rilancio del settore dei contratti pubblici, per l’accelerazione degli interventi infrastrutturali, di rigenerazione urbana e di ricostruzione a seguito di eventi sismici” (G.U. il 18/04/2019).
L’art. 28 c. 5 ha novellato gli obblighi relativi all’introduzione fissata dall’articolo 1, comma 1044, della legge 205/2017, di almeno un’interfaccia digitale per la ricezione di programmi radiofonici sulle automobili.
Cosa sono (in burocratese) gli “apparecchi atti alla ricezione della radiodiffusione sonora”
La norma (superando la diatriba generatasi a riguardo) ha chiarito che per “apparecchi atti alla ricezione della radiodiffusione sonora” si intendono i ricevitori autoradio venduti singolarmente o integrati in un veicolo nuovo della categoria M e N nonché i ricevitori con sintonizzatore radio che operino nelle bande destinate al servizio di radiodiffusione secondo il Piano nazionale di ripartizione delle frequenze ex DM Mise 05/10/2018 ad esclusione delle apparecchiature utilizzate dai radioamatori e dei prodotti nei quali il ricevitore radio e’ puramente accessorio.
Disinformazione diffusa tra le concessionarie
Nel mese di dicembre 2019, quindi in prossimità dell’entrata in vigore dell’obbligo abbiamo voluto effettuare un check sulla preparazione dei venditori a riguardo, interpellando alcuni importanti concessionari delle principale marche nella provincia di Milano.
I risultati sono stati decisamente deludenti.
Confusione dominante
I commerciali delle case automobistiche BMW, Peugeot e Renault hanno glissato, genericamente facendo riferimento al fatto che le loro auto sono tutte dotate di sistemi Android Auto o Apple Car Play.
Più preparati – perlomeno per quanto riguarda i concessionari interpellati – i venditori di Fiat, Jeep, Alfa Romeo, Ford e Mercedes, che quantomeno erano a conoscenza della differenza tra FM, DAB+ e IP, ma erano comunque totalmente all’oscuro dell’obbligo della presenza di almeno un’interfaccia digitale.
Gli unici ad esserlo sono stati i funzionari di Audi e Volkswagen, ma, per diretta ammissione loro, solo in quanto ne avevano “sentito parlare” e si erano informati.
Ancora molto da fare per costruire una cultura sul tema
In definitiva, da parte delle case automobilistiche non c’è stata alcuna promozione o informazione a riguardo dell’obbligo introdotto dalla L. 55/2019. Un ostacolo su cui le rappresentanze degli editori radiofonici dovrebbero intervenire favorendo una sensibilizzazione quantomai opportuna. (E.G. per NL)