Radio digitale: qualcosa si muove in Europa sul fronte del DAB+

Dopo un lungo periodo di sperimentazione, caratterizzato da scarso successo di pubblico e indecisione sugli standard, che ha portato molti a pensare che la digitalizzazione della radiofonia potesse trasformarsi in un evento incerto e comunque molto lontano nel tempo, potremmo essere vicini ad una svolta.

Le autorità di settore di diversi paesi europei stanno infatti pensando seriamente a programmare lo switch-off delle trasmissioni analogiche nei prossimi anni, in favore di quella che sembra essere la tecnologia vincente, ovvero il DAB+. Recentemente anche la commissaria europea per l’agenda digitale Neelie Kroes si è espressa a favore di un’accelerazione del processo di digitalizzazione, che si vorrebbe avvenisse in maniera coordinata nell’Unione e, se non in concomitanza, almeno subito dopo quello televisivo. Il nuovo standard sta suscitando un rinnovato interesse sia nei paesi “precursori” della radio digitale, come quelli scandinavi e il Regno Unito, sia in altre nazioni dove finora l’evoluzione tecnologica ha avuto scarsa diffusione, nonostante gli investimenti non siano mancati. Come la Germania, dove, in virtù di quella che appare come una rinnovata fiducia nel futuro della radio digitale, si stringono accordi tra emittenti pubbliche e private, fornitori di contenuti e produttori di apparecchiature riceventi. A questo proposito Technisat, produttore tedesco noto per i suoi ricevitori digitali e partner di marchi automobilistici importanti, ha introdotto nei suoi “Car Information Systems” il modello RNS315, navigatore con tuner DAB+, destinato a essere montato su diversi modelli di fascia medio-alta di Wolkswagen e Seat. Si apre quindi la strada per possibili integrazioni future tra l’interfaccia visuale tipica dei sistemi di navigazione e le estensioni multimediali proprie del nuovo standard radiofonico. Una proposta coraggiosa che potrebbe essere solo l’inizio di una nuova tendenza del mercato dei ricevitori per automobile, decisivo per orientare i gusti e le tendenze dei consumatori radiofonici verso l’emittenza digitale. E in Italia? Le esperienze dei vari consorzi tra emittenti pubbliche e private procedono ed evolvono, ma la differenza rispetto agli altri paesi ancora una volta sembra risiedere nella palese mancanza di una politica di indirizzo e promozione da parte dell’autorità di governo. (E.D. per NL)

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